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  home ----> i grandi della danza ----> intervista a raffaele paganini

INTERVISTA A...
RAFFAELE PAGANINI
di Giulia Iannone

"Avventuroso incontro" con la stella del Balletto romano Raffaele Paganini:
"a volte mi sento un nome, un prodotto commerciale..."

Un incontro che era parso all'inizio irrealizzabile. Un'attesa durata 90 minuti davanti all'ingresso, del Teatro Verdi, riservato agli artisti. Uno sbarramento impietoso e violento da parte della sorveglianza del Teatro che forse mi aveva scambiata per una "pseudo-terrorista", al punto da decidere di far entrare Raffaele Paganini da un altro ingresso, per salvaguardarlo da me armata solo di un registratore, una videocamera, delle domande e di tanti ricordi nella mente di chi è cresciuta guardando e ammirando il ballerino che tra i primi ha portato, in Italia, la Danza di qualità in televisione. Dunque il "sogno" di incontrare un amico di sempre parte della mia idea di Danza chiusa e inespressa dentro di me. Solo questo mi ha spinto ad insistere fino a strappare la promessa, durante l'intervallo dello spettacolo "Giulietta e Romeo", di trattenersi un po' con me per rispondere a qualche domanda e magari a qualche provocazione, alla fine del balletto.

Non è un divo, di questo ho avuto conferma come già dal video avevo compreso, è un uomo "famoso" dal cuore pulito, sereno, non staccato dalla gente, umano, sensibile, capace di qualche sogno e di voglia di crescere. Oltre al suo muoversi sul palco, che mi affascinava sin da quando ero piccola, c'è qualcosa d'altro che segna l'anima. Non si è dimenticato di avere un cuore, una anima che si muove all' interno di un corpo che è ancora una magia di leggerezza e forza.

Partiamo dallo spettacolo: Giulietta e Romeo. Un'audace manipolazione di Monteverde dell'originario balletto. Quanto è difficile l'impatto per l'artista e per il pubblico con uno spettacolo di danza che va a stravolgere e ribaltare il canone e la tradizione dell'illustre balletto che richiama alla memoria "i grandi", un nome solo Nureyev, là dove la musica rimane unico punto di riferimento a richiamare e a suggerire al conoscitore il confronto ed il paragone.

Paganini - La difficoltà è soggettiva! ognuno di noi - intendo noi ballerini - interpreta il proprio Romeo nella maniera personale. Quello che è successo con questa coreografia - ti premetto che io ho ballato tutte le altre - questa è l'ultima in ordine cronologico, ed è una cosa diversa, nuova, ogni volta. Non c'è un paragone. Fare paragoni sarebbe assolutamente sbagliato. Tu hai citato Nureyev. Io ti dico che Lui è il più grande ballerino del mondo e di tutti i tempi. Mio maestro. Io sono uno di quelli che ha cercato di imitarlo in tutto e per tutto - perché imitavo un grande - ed era la maniera migliore per esprimermi. Da qualcuno si impara. A qualcuno ti ispiri. Guardando cresci. Ma no, termini di paragone non ne azzarderei, poi è su una linea talmente sottile che è difficile e non è il caso di confrontare niente. Questa è una coreografia molto particolare, diversa da quasi tutte le altre. Senza lustrini, senza mezzi termini. Dritti sulla storia che è l'elemento pregnante. Questo è il concetto che il coreografo ha voluto darci.

La critica ha definito il balletto "straordinariamente asciutto" e ne ha ammirato l'ambientazione accesa e meridionale. Proviamo a suggerire una chiave di lettura.

Paganini - In queste coreografie contemporanee l'interpretazione è molto personale. Questo elemento della "carrozzella" per esempio è avvolto un po' dal mistero. Nessuno di noi sa cosa voglia esprimere. È un simbolo che il coreografo ha voluto tenere nascosto per sé. Neanch'io lo so!

Il titolo ribaltato. Potrebbe allora essere attinente ciò che riteneva Balanchine "la danza è donna"?

Paganini - No. Assolutamente no! Questo non è così. Ed è il modesto parere - il mio - di uno che ha fatto trenta anni di teatro. La danza non è donna. La danza è danza! È donna solo perché il sostantivo è al femminile. Ma essa è movimento del corpo ed il corpo come tale non ha un'accezione ristretta, può essere uomo, può essere donna. Dunque sostengo che non ha alcuna attinenza con l'affermazione di Balanchine. Il coreografo ha voluto cambiare il testo. Ci troviamo di fronte ad un'ambientazione moderna. Parliamo della fine degli anni '50. Quindi l'inizio dell'evoluzione e della crescita della donna per quel che riguarda l'aspetto socio-politico. Il cambiamento, il ribaltamento allude a questa idea: la donna che cresce e non della classica bambina, proveniente dalla famiglia per bene, un po' viziatella che va alla festa con il suo vestito nuovo. In questa rivisitazione Giulietta è una ragazza normale, con il suo abito nuovo... è Giulietta e Romeo perché lo spettacolo nasce in un momento di transizione dell'evoluzione della donna.

Raffaele Paganini: romano, stella del Teatro dell'Opera di Roma, poi indiscusso Re del musical in Italia, insegnante... e poi dove vuole arrivare?

Paganini - Poi credo che questo sia il traguardo. Ovvero io sono già arrivato quando sono diventato étoile del Balletto Italiano, rappresentante della danza in Italia ed all'estero. Qualche anno fa. Per me quello era già un obiettivo. Ed ero già arrivato. Poi tutto il resto è consequenziale a questa nomina, a questa grande fortuna che probabilmente qualcuno da lassù mi ha dato - "Qualcuno mi ama" - casualmente so anche cantare, casualmente so anche parlare e quindi mi sono ritrovato in Tv e a fare varie cose.

Dalla danza classica poi a numerosi interessi sempre nell'ambito della danza, un po' sulle esempio del grande Nureyev che era interessato alla sperimentazione e alla contaminazione tra i generi?

Paganini - Cerco di fare un balletto nella maniera più contemporanea possibile. Presumo che Nureyev avesse, come tutti i geni, tutti i grandi, capito che il futuro della danza era il classico manipolato in un certo senso da grandi professionisti come il "Suo" Schiaccianoci, il "Suo" Don Chisciotte, le Sue coreografie nuove. Io sono d'accordo nel tenere viva e presente la tradizione che esiste, che ci deve essere. Però se dobbiamo fare una tournee di 150 spettacoli non possiamo portarci dietro tutte quelle scenografie, tutti quei costumi. Dunque devi inventare qualcosa e quel qualcosa è la sintesi dei soggetti.

Spesso si reca all'interno dell'accademia di "Amici" nel ruolo di giudice. Ho notato che osserva i candidati con grande sensibilità, umanità e dolcezza. La maggior parte delle volte il suo verdetto - e per questo è stato anche criticato dai non addetti ai lavori - si basa su "emozioni", sensazioni più che sulla tecnica. Quanto conta per lei il binomio tecnica e sentimento?

Paganini - Non seguo il programma. I miei impegni di lavoro me lo impediscono. Arrivo e vedo. Quello che vedo per me è ciò che conta. Naturalmente le critiche sono mosse sempre dai sostenitori della sezione che perde! È normale ciò. Io accetto le critiche di buon grado e comprendo la situazione e la motivazione che le anima.

Nel panorama internazionale quale ballerino la colpisce o la "emoziona" per il proprio modo di interpretare la danza, oggi?

Paganini - Oggi? Julio Bocca. Per me è il ballerino attualmente a livello internazionale che mi da più emozioni di tutti. Perché è molto versatile. È un ballerino di mezzo carattere quindi può fare il classico, il moderno, il contemporaneo, può fare tutto! In Romeo e Giulietta potrebbe fare Romeo o Mercuzio, nel Lago dei Cigni potrebbe fare il principe come il giullare, questi sono i ballerini che mi piacciono tanto perché hanno una versatilità a 360°.

Quanto è cambiato il ballerino Paganini nel corso del tempo dalla sua fase giovanile alla sua consapevole e feconda età matura? Ha qualche rimpianto?

Paganini - No. Nessuno, grazie a Dio! Presumo che sia meglio dormire su un cuscino di rimorsi che di rimpianti. Paganini è cresciuto insieme a Paganini, è cresciuto insieme alla danza, è stato un trascorso epocale che si è vissuto in simbiosi, in contemporanea. La crescita mia e della danza nello stesso tempo. E questo penso accada ad ogni danzatore, ad ogni artista. Se io rimpiangessi il passato vorrebbe dire tornare indietro. Non vorrei tornare indietro, voglio andare avanti con l'evoluzione.

Posso chiederle un giudizio anche se può sembrare una provocazione? Il 3 marzo Roberto Bolle è stato ospite al Festival di San Remo. Ha proposto una versione opportunamente ridotta tratta dall' "Uccello di fuoco". Ha magistralmente affrontato le dimensioni ridotte del palco pur non rinunciando ad alcuni momenti intensamente espressivi e straordinariamente virtuosi. Tutto quello che hanno saputo dire al termine dell'esibizione è stato"che costumino! Le donne sono rimaste sconvolte!". Come si sente di commentare? Non è un annotazione un po' riduttiva?

Paganini - Purtroppo bisogna mettersi in testa una cosa: la danza in televisione non funziona! È questo è il problema più grande. Io sono stato un pioniere in questo senso. Io ho fatto tre San Remo con Pippo Baudo. E tutte le volte ho sempre proposto balletti di effetto televisivo, tipo Zorba il Greco, Bolero o altri di evidente impatto, molto forte. Non è per Bolle, perché Lui è un ballerino classico per antonomasia, straordinario aggiungerei, non ne ho mai visti di così belli e perfetti. Purtroppo è stato scelto il pezzo sbagliato. Non è quello che la televisione vuole vedere. Come andare in Argentina e chiedere gli spaghetti al dente invece delle loro belle bistecche dal taglio favoloso!!! Questa è ciò a cui anche io, ballerino di estrazione prettamente classica, mi sono dovuto adeguare, portando tutt'altro in video. Non funziona, non si legge, non buca. Il segreto è portare cose giuste per questo ambiente, poi la vera danza si fa in Teatro.

Che ruolo riveste oggi la danza?

Paganini - Noi siamo l'ultima ruota del carro! Siamo noi ed il circo. Ci dobbiamo accontentare di quello che ci viene offerto. È vero che però è una realtà terrificante, perché la danza nasce in Italia, è nostra. Terrificante che proprio qui in Italia non abbia quasi alcuna riconoscenza. A meno che non hai Paganini in compagnia, ahimè, mi duole, mi dispiace dirlo, i pieni non li fai. Perché è un nome?sì, sono un nome commerciale, commercialmente il mio nome funziona e questo mi dispiace molto perché la danza non è fatta dal primo ballerino o dalla prima ballerina. Ma sai sono vecchi discorsi...

Seconda provocazione: cosa pensa Lei del programma televisivo "Amici" come elemento di divulgazione della danza? Sa, tempo fa ho proposto il medesimo interrogativo alla Sig.ra Vittoria Ottolenghi - che in televisione presentava Maratona d'Estate - ma Lei con molta classe ha eluso la domanda, anche se il suo sguardo mi ha fatto pensare...

Paganini - Vittoria è una donna matura, molto intelligente, di una cultura straordinaria che stimo moltissimo e la ringrazierò sempre per quello che ha fatto per la danza. Io non ho tutti i suoi pregi. Lei è una donna che ha realmente lottato per la danza, veramente, e non è successo molto, e capisco se hai letto del dubbio nei suoi occhi. Arriva una trasmissione nazionalpopolare e sconvolge il mondo della danza. Non ha però sconvolto il mondo della danza, ha sconvolto un po' le scuole di danza. Ha almeno fatto sì che le scuole di ballo si riempissero, e questo è positivo. Io, in ultimo, ti do una risposta molto personale: - Bene o Male, purchè se ne parli! - Per me va bene! Che sia Fame, Amici o una qualsiasi cosa. La cosa importante è che non si confondano le idee alla gente con cose che non sono professionali. Ad Amici comunque vediamo ragazzi che lavorano, studiano, danzano.

Abbandoniamo per un attimo il Paganini artista, ma il Paganini "uomo" cosa fa nel tempo libero?

Paganini - Paganini uomo, tempo libero ne ha purtroppo poco! Lavoro tanto e bisogna lavorare tanto in quanto ballerino come me sono necessari. Da ciò si evince che c'è domanda di ballerini come me!

Si considera proprio un prodotto commerciale?

Paganini - In un certo senso, sì. Io sono stato uno tra i primi a fare televisione. Ho continuato a fare sia classico che moderno, a fare un po' di tutto senza mai fermarmi. La gente ha imparato a volermi bene. Nella vita privata ho una moglie, due figli, vivo una vita normalissima, come tutti gli uomini che vanno a lavoro ed hanno il proprio nucleo familiare.

Scheda biografica
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24 immagini

a cura di Giulia Iannone


Fonti:
  • vari siti Internet
 
 

 

 

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