Quella italiana è, insieme
alla Scuola
francese e a quella russa,
una delle tre grandi scuole della
storia della danza.
Nel 1812,
infatti, venne inaugurata l'Accademia
Imperiale della Danza, collegata
al Teatro alla Scala di Milano.
Il grande
periodo della scuola italiana
ha però inizio nel 1837,
con l'avvento alla direzione
di Carlo Blasis, ballerino e
mâitre de ballet,
autore di due importanti opere,
"Trattato sull'Arte della
Danza" e "Il Codice
di Tersicore",
nelle quali codificava i suoi
metodi di insegnamento e tutto
il conosciuto sulla tecnica
del balletto.
Queste opere costituiscono la
base dell'addestramento moderno
alla danza
classica accademica.
Blasis insegnò
a molti dei più famosi
ballerini dell'epoca e il suo
allievo prediletto, Giovanni
Lepri, fu il maestro di Enrico
Cecchetti, uno dei più
grandi mâitres
de ballet di tutti i
tempi. E proprio con Cecchetti
la Scuola italiana raggiunge
i suoi più alti livelli.
La Scuola
italiana è riconosciuta
per la sua forza, l'incredibile
tecnica e il virtuosismo dei
suoi ballerini, che strabiliavano
il pubblico con i loro difficilissimi
passi e con vorticanti giravolte.
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