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BALLO
DELLE INGRATE |
Balletto melodrammatico o "mascherata"in
un atto | Libretto | Ottavio
Rinuccini | Coreografia | attribuita
a Isacchino l'Ebreo | Musica | Claudio
Monteverdi | Prima rappresentazione | Mantova,
Teatro della Commenda, 4 giugno 1608 in occasione delle feste organizzate per
il matrimonio di Francesco Gonzaga con Margherita di Savoia | Amore
viene posto da Venere davanti a una grande voragine in cui ingresso è custodito
da Plutone, il dio degli inferi. Venere e Amore scongiurano Plutone di dimostrarsi
clemente nei confronti di quelle donne che in vita furono ostili ai propri mariti.
Esse infatti non chiedono che di vedere la luce. Plutone acconsente e incarica
le ombre dell'Inferno di accompagnare fuori la schiera delle Ingrate. Allontanatisi
Venere e Amore, le donne eseguono un ballo che esprime dolore e pentimento. Plutone
le ammonisce e le donne iniziano un altro ballo, questa volta di disperazione
e penitenza per poi rientrare nell'oltretomba dopo aver dato uno straziante addio
alla vita. A differenza dell'imperante ballet
de cour di stampo francese in stile esornativo, nel Ballo delle Ingrate
monteverdiano inizia a farsi strada, nei modi e secondo la tecnica del ballo nobile
cinquecentesco, allora in voga da oltre un cinquantennio, il tipico ballo all'italiana
che, pur non trascurando l'ornamentalità, il decorativo e il macchinoso,
elementi propri del gusto manieristico pre-barocco, tendeva a una dichiarata espressività,
peraltro suggerita dalle istanze del libretto del Rinuccini. |
Fonti: Alberto
Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza,
Gremese Editore, Roma 1991 | |
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