Balletto pantomima in un atto | Libretto | Giorgio
Martinez Sierra | Coreografia | Pastora
Imperio | Musica | Manuel
de Falla | Prima rappresentazione | Madrid,
Teatro Lara, 15 aprile 1915 | Interprete | Pastora
Imperio | Titolo francese | L'Amour
Sorcier | Titolo inglese | Love,
the Magician | L'azione si svolge in un villaggio
dell'Andalusia. La gitana Candelas è stata, a suo tempo, innamorata di
un giovane che, anche dopo essere stato ucciso in un duello, continua a tormentarla
apparendole come spettro. Quando Candelas trova un nuovo amore in Carmelo, il
fantasma interviene per separarla dal fidanzato. La zingara, allora, tenta di
esorcizzare lo spettro mediante la Danza rituale del fuoco per cacciare i cattivi
spiriti che presenta tutte le caratteristiche del rito apotropaico. Ma è
soltanto grazie all'intervento della sua giovane amica Lucia che Candelas riesce
ad allontanare il fantasma. Lucia distoglierà infatti lo spettro seducendolo:
il sortilegio sarà così sciolto e i due amanti potranno finalmente
unirsi. La prima rappresentazione italiana si tenne al
Teatro Regio di Torino il 4 gennaio 1930 con la coreografia di Boris Romanov,
le scene di Leandro Cavalieri per l'intepretazione di Dora Del Grande (Candelas),
Enrico Mascagno (Carmelo), Luigi Secco (lo spettro), Giuseppe Casagli
(il pastore) e Mimma Pantaleoni (una voce). Direttore d'orchestra
era Franco Capuana. La danza del fuoco nel tempo
è diventata pezzo di repertorio di molti solisti. Soprattutto
nel secondo dopoguerra il balletto ha acquisito una popolarità sempre più
vasta, con rappresentazioni alla Scala di Milano (31 dicembre 1949), nella coreografia
di Margherita Wallman, e l'interpretazione di Luciana Novaro e Giulio Perugini,
scene e costumi di Felice Casorati; con il Balletto di Madrid a Londra (Saville
Theatre, 5 aprile 1955) per l'interpretazione di Antonio e Rosita Segovia; infine,
nuovamente alla Scala (21 dicembre 1962) con l'interpretazione di Elettra Morini
e Antonio Gades. La stessa Morini, con Luciana Savignano (Lucia), Amedeo
Amodio (lo spettro) e Bruno Telloli (Carmelo) danzava la versione
di Luciana NOvaro al Teatro Romano di Verona (prima rappresentazione 13 agosto
1970) nella compagnia appositamente costituita e denominata Balletto dell'Arena,
con scene e costumi di Emanuele Luzzatti. La freschezza,
o spirito mediterraneo e la suggestione della partitura di De Falla hanno sempre
stimolato gli artisti del teatro di danza e lo spettacolo Fuego, concepito
da Antonio Gades sulla scia del successo riscosso dal suo film L'Amore Stregone
(in collaborazione con il regista Carlos Saura), risultò essere un vero
e proprio avvenimento. Fuego è spettacolo di grande teatralità.
Gades si è servito di alcune pagine, forse le più smaglianti, del
capolavoro di de Falla, inserendole in un contesto di interventi vari, di entrées
di puro flamenco (battiti di mano, zapateado,
percussioni, canti popolari, chitarre, gonne al vento, fierezza maschile iberica)
enunciando gli eventi con estrema sintesi narrativa. È sorprendente come
Gades sia riuscito a trovare una soluzione, teatrale e allo stesso tempo logica,
pertinente al mondo della danza in cui egli si muove. Quando lo spettro torna
per minacciare i due amanti e l'intero villaggio, Gades escogita un procedimento
teatrale che trova nel movimento di danza il suo appoggio risolutivo. Come sconfiggere
il malvagio? Con il mitragliamento dei piedi e delle mani, blocchi umani che diventano
muri invalicabili, che si spostano compatti a ventaglio da ogni parte e sommergono
lo spettro (è il momento galvanizzante dello spettacolo). La danza diventa
strumento di morte e anche di vita perché dal cerchio magico, come un'alba
(l'alborea) sboccia l'amore, la coppia, una nuova vita. Gades,
artista colto, ha filtrato l'arte del flamenco attraverso un maestro come de Falla.
Mettendo l'arte popolare in stretto contatto con quella colta ci permette di capire
molte cose del mondo iberico e costruisce, con acuto senso del contrappunto visivo,
alcune danze memorabili (la danza del fuoco, per esempio, tutta fremito
di mani, di braccia e di rovescimaenti del busto). La
prima italiana del lavoro di Gades si tenne a Reggio Emilia (Teatro Romolo Valli)
il 15 gennaio 1990, con seguito in numerose altre città italiane, con notevole
successo di pubblico in tutte le occasioni. |