E' il padre
legittimo e riconosciuto del
jazz, e quindi della danza
jazz.
Il blues
nasce nel profondo sud degli
Stati Uniti in un periodo imprecisato,
comunque durante l'epoca dello
schiavismo. Nasce sotto forma
di nenia cantilenata dagli schiavi,
i quali accompagnavano il proprio
lavoro, ad esempio la raccolta
del cotone, con un canto che
lenisse, alleviasse o distogliesse
dalla fatica e dal dolore. Il
suo stesso nome - infatti, blue
in inglese vuol anche dire "triste",
"malinconico" - rende
in modo inequivocabile gli stati
d'animo che questa forma di
canto rappresentava.
L'evoluzione
della nenia a ritmo è
quasi naturale. Al ritorno dai
campi, gli schiavi, dopo giornate
anche di 16 ore di duro lavoro,
si raccoglievano davanti alle
loro abitazioni, spesso poco
più di capanne, o nei
prati antistanti la casa padronale.
Con l'ausilio di qualche strumento
musicale malconcio, cantavano
e suonavano melodie struggenti
e ripetitive, dove gli schiavi
riversavano sui ritmi africani
la triste condizione della loro
vita. Ed ecco il Blues.
La musica
del blues è esasperante,
ossessiva, infinitamente lenta,
voluttuosa, ripetitiva fino
al parossismo. Riesce ad esprimere
perfettamente uno stato di fatto
in cui sono mescolate un'infinità
di sensazioni umane, che spaziano
dalla rassegnazione al desiderio
d'amore, alla più struggente
nostalgia per il proprio paese
natale, ai soffocati tentativi
di ribellione.
Il blues,
con tutte le sue derivazione,
in primo luogo il jazz e
il rock, è la
prova tangibile dell'influenza
degli afro-americani sulla musica
fino ai nostri giorni.
Per il blues
concepito come oggi lo conosciamo
sono occorsi decenni e l'utilizzo
di altri strumenti musicali,
in primo luogo il pianoforte,
non accessibili agli schiavi
durante la fase iniziale della
sua evoluzione.
Fino agli
anni '60, il blues era
un vero e proprio ballo
da competizione, diffuso
in tutto il mondo. Via via sono
venuti a mancare gli esecutori
per cui la tradizione si è
persa, anche se qualche esibizione
di blues, in prevalenza
di matrice dilettantistica,
sopravvive in alcune sagre paesane.
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