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Libretto |
Th.
Gauthier e G. Saint-Georges
da H.Heine |
Coreografia |
L.
Lavrovski da J. Perrot,
J. Coralli e M. Petipa |
Musica |
A.
Adam |
Scenografie |
L.
Solodovnikov |
Costumi |
E.
Dvorkina |
La
trama |
Dalla
sua creazione, "Giselle"
è considerato l'apoteosi
o, addirittura, il simbolo del
balletto romantico. E' Théophile
Gauthier che ne suggerisce l'argomento
a G. Saint-Georges, ispirandosi
a un passaggio del libro di
Heinrich Heine "Della Germania",
dove si narra della leggenda
delle Willis, ragazze morte
per amore alla vigilia delle
nozze, che alla notte circondano
i viaggiatori imprudenti, coinvolgendoli
in girotondi e danze
mortali.
La prima
rappresentazione di "Giselle"
si tiene il 28 giugno 1841 presso
l'Accademia Reale di Musica
di Parigi ed è segnata
dal trionfo personale di Carlotta
Grisi e degli altri interpreti
principali, Lucien Petipa e
Adèle Dumilatre. Il 12
maggio dello stesso anno, il
balletto
viene allestito a Londra, questa
volta con la partecipazione
del grande Marius Petipa nel
ruolo di Albert (o Albrecht).
L'anno successivo, il balletto
approda alla Scala di Milano,
su musiche, però, di
Baietti.
In Russia,
il 18 dicembre 1842, con la
coreografia di A. Titus, Elena
Andreianova porta "Giselle"
sulla scena del Teatro Grande
di San Pietroburgo.
Diversi
sono stati i riallestimenti
dello spettacolo nei teatri
russi e sovietici, ma quello
rimasto fino ad oggi in repertorio,
ripreso nel 1991 da Kasatkina
e Vasiliov, è datato
1944 e porta la firma di Leonid
Lavrovski, in quegli anni coreografo
principale del Teatro Bolshoy.
Una versione, la sua, che si
ispira fedelmente a quella di
Jules Perrot, Jean Coralli e
Marius Petipa.
È veramente
poco ciò che è
lecito modificare di questo
capolavoro, ma anche qui Kasatkina
e Vasiliov non mancano di
introdurre un loro contributo
originale. La danza
contadina o della Vendemmia
del primo atto è infatti
riallestita da loro, con il
passo
a due inserito che ne diventa
parte integrante e insopprimibile.
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La
trama
Primo
atto - In un piccolo villaggio
della Renania, Giselle, giovane
contadina, è felice,
rallegrata dal calore del sole,
dall'azzurro del cielo, dal
canto degli uccelli, ma, soprattutto,
dalla gioia di un amore puro.
E' sicura di amare Albert e
di esserne riamata. Invano il
guardiacaccia Hans, da sempre
innamorato di lei, cerca di
convincerla che Albert non è
un semplice contadino, ma un
giovane aristocratico che la
inganna. Penetrato di nascosto
nella casa che Albert affitta
nel villaggio, Hans trova una
spada d'argento con tanto di
blasone, prova che Albert è
effettivamente un nobile sotto
mentite spoglie.
Al
termine della caccia, alcuni
nobili signori si fermano con
il loro seguito al villaggio,
dove vengono accolti con gioia
e ospitalità dalla gente
del luogo. Una giovane aristocratica,
Batilde, fa dono a Giselle di
una collana. Giselle è
all'apice della felicità.
Al contrario, Albert è
confuso e preoccupato: Batilde,
figlia del duca di Curlandia
è infatti la sua promessa
sposa.
E' il momento
che Hans attendeva da tempo:
recuperata la spada nascosta,
la mostra a Giselle e agli altri
presenti, rivelando la vera
identità di Albert e
il suo perfido inganno.
Il mondo,
i suoi sogni, il suo amore,
tutto sembra crollare addosso
a Giselle, che impazzisce e
muore.
Secondo
atto - Durante la notte,
tra le tombe del cimitero del
villaggio appaiono le Willis,
fantasmi di ragazze morte per
amore prima del matrimonio.
"Vestite
da spose e coronate di fiori
meravigliosamente belle,
le Willis danzano alla luce
della luna sempre più
appassionatamente a mano a
mano che sentono scivolare
via l'unica ora che è
loro concessa per danzare,
poiché dopo dovranno
nuovamente ridiscendere nelle
loro tombe fredde come il
ghiaccio". (H. Heine).
Torturato
dal rimorso, Hans si reca sulla
tomba di Giselle, ma viene circondato
dalle Willis che, su ordine
di Mirta, loro implacabile regina,
lo costringono a danzare fino
alla morte. Anche Albert non
riesce a darsi pace per la morte
di Giselle e si inginocchia
in raccoglimento presso la sua
tomba. Le Willis lo circondano
immediatamente e la terribile
sorte del guardiacaccia minaccia
di colpirlo ugualmente. Ma l'ombra
di Giselle lo protegge dalla
collera delle Willis, il suo
amore puro e pieno d'abnegazione
lo salverà.
Al primo
chiarore dell'alba i fantasmi
delle Willis si dissolvono e
con loro scompare anche l'ombra
leggera di Giselle. Resterà
per sempre, tuttavia, il suo
ricordo nella memoria di Albert,
ormai condannato a vivere con
il sogno e il rimpianto di un
amore perduto, di un amore più
forte della stessa morte.
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