Vaslav Nijinski

Figlio d’arte di due famosi ballerini polacchi, è il secondo di tre figli, Stanislav e la sorella minore Bronislava. La famiglia conduce la vita precaria degli artisti nomadi, e le difficoltà si aggravano quando Stanislav, il maggiore, si rivela affetto da una malattia mentale che richiede cure assai costose. La madre si stabilisce a San Pietroburgo con i tre figli, ma la situazione finanziaria non migliora che dopo l’ammissione prima di Vaslav (1900), poi di Bronislava (1902) alla scuola di danza come convittori.

Vaslav dimostra immediatamente doti stupefacenti per la danza, ma trova grandi difficoltà nell’ambito delle materie scolastiche, tanto che la scuola deve fargli sostenere un esame personalizzato per potergli conferire il diploma nel 1907.

Dopo il diploma si aggrega alla troupe del teatro Marinski, nel cui balletto aveva già avuto modo di fare qualche apparizione. Fin dall’inizio della sua carriera venne notato per le sue qualità e la sua fama non cessa di crescere. Diviene rapidamente celebre. Le più grandi ballerine dell’epoca lo richiedono come partner e danza al fianco di grandi étoiles come Matilde Kshessinska, Olga Preobrajenska, Anna Pavlova e Tamara Karsavina.

Introdotto nell’alta società russa dell’epoca, di cui diviene l’ospite più ambito, si dà ad una vita di feste dissolute, quando incrocia la propria strada con Sergei Diaghilev. Nel 1909 figura nel cast della prima stagione dei Ballets Russes a Parigi e si impone come una delle figure più di spicco della compagnia, riuscendo comunque a gestirsi fra la stagione del teatro Marinski e le tournée della troupe.

Nel 1911, durante una rappresentazione di “Giselle” a San Pietroburgo si presenta in scena con un costume sprovvisto della culotte, a quell’epoca obbligatoria. Il direttore, scandalizzato, lo licenzia in tronco dal teatro e la partenza di Nijinski convince Diaghilev a fondare la compagnia dei Ballets Russes, alla quale ormai Nijinski dedica tutto il suo tempo, su base permanente. Diaghilev lo incarica di di comporre alcune coreografie, “L’Après-midi d’un Faune” nel 1912, “Jeux” e “La Sagra della Primavera” nel 1913. Ma proprio quello stesso anno, durante una tournée in Sud America, Vaslav sposa una giovane ungherese, Romola de Pulsky. Ammiratrice scatenata del ballerino, Romola era riuscita a farsi ingaggiare dalla compagnia per corteggiare il suo idolo.

La notizia di questo matrimonio manda Diaghilev su tutte le furie al punto che, per tutta risposta al giovane marito, gli invia un telegramma con cui lo allontana dai Ballets Russes. Nijinski allora cerca di creare una sua compagnia in Inghilterra, ma non dimostra di avere le qualità necessarie per una simile impresa. La prima guerra mondiale viene a complicare la vita della giovane coppia che conosce un periodo di gravi difficoltà, che causano dissapori familiari. Fortunatamente, Diaghilev fa di nuovo appello a Nijinski per le tournée americane del 1916 e 1917, nel corso delle quali Vaslav compone la sua ultima coreografia, “Till Eulenspiegel”, della quale è il principale interprete.

Nel 1918, i due coniugi e la loro figlioletta Kyra si rifugiano in Svizzera ed è là che Nijinski, che già da qualche tempo aveva manifestato turbe di comportamento inquietanti, cade in una forma di pazzia dalla quale non uscirà più. Ormai è su sua moglie che ricade l’intera responsabilità della famiglia. Romola Nijinski, tuttavia, si sforza di staccarsi dal marito e non si adatta a fare da infermiera tranne che in alcuni periodi di aggravamento delle crisi di pazzia, risultando però essere dannosa sia per se stessa e la figlia che per lo stesso Vaslav.

Nijinski muore nel 1950. Le sue spoglie vengono traslate, per volontà di Serge Lifar, nel cimitero di Montmartre a Parigi dove ancor oggi riposa accanto ad Auguste Vestris.


A cura di Alberto Soave


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