‘Adame Miroir

Balletto in un atto
Libretto Jean Genet
Coreografia Janine Charrat
Musica Darius Milhaud
Prima rappresentazione Parigi, Théâtre Marigny, Ballets de Paris, 2 giugno 1948
Interpreti principali Roland Petit (Il Marinaio)
Vladimir Skuratov (il suo doppio)
Serge Perrault (la Morte)
Scenografia Paul Delvans
Costumi Jacques Fath

Storia

Jean Genet

L’apostrofo che inizia il titolo vuole indicare la caduta della lettera M. In questo modo, Jean Genet gioca con la lingua francese, in particolare con le parole Madame e Adam (il primo uomo), in totale coerenza con la vocazione tipicamente provocatoria ed ambigua della propria produzione letteraria. Il testo di ‘Adame Miroir potrebbe infatti essere considerato un seguito del suo romanzo “Querelle de Brest“, soprattutto per il tema del marinaio (uno dei preferiti di Genet).

Un balletto “scandalo” che, nonostante alcuni altre versioni, ha avuto un solo riallestimento della edizione originale della Charrat, nel 1988 ad opera della Biennale di Lione.

Si tratta dell’unico testo scritto appositamente per il balletto da Genet, che così descrive il suo personaggio:

È un marinaio che non ha passato. La sua vita inizia con la coreografia, che la contiene interamente. È giovane e bello. I suoi capelli sono ricci. I muscoli sodi e morbidi al contempo: tutto sommato è per noi l’amante ideale“.

Nel testo di Genêt compaiono tutti i temi tipici dello scrittore “maledetto”: le due facce dell’anima e del corpo , i due volti del marinaio, il riflesso nello specchio, il dialogo con la morte. Attraverso lo specchio, Genêt affronta il mito di Narciso, la tematica dell’immagine e del riflesso, il dilemma dell’identità, lo spettro della solitudine.

Altre versioni

  • 1953, Gelsenkirchen; coreografia di Betty Merck;
  • 1964, Münster e 1967, Colonia; coeografia di Gise Furtwaengler;
  • 1988, Avignone, riallestimento della coreografia di Janine Charrat;
  • 1990, 24 agosto, Taormina, Villa Comunale; regia e coreografia di PierPaolo Koss, musica di Claudio Di Fonzo e costumi di Nikos Apostolopoulos, edizione per la quale si può parlare di vero e proprio rifacimento.

A cura di Alberto Soave


Fonti:

  • Alberto Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza, Gremese Editore, Roma 1991
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