Balletto in tre atti
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Versione del Balletto Classico di Mosca
per gentile concessione dell’ A.C Intermusica |
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Libretto | N.D. Kasatkina e V.Iu.Vasiliov da “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare nella sceneggiatura di Sergei Prokofiev |
Coreografia | N.D. Kasatkina e V.Iu.Vasiliov |
Musica | Sergei Prokofiev |
Scenografie | I. Sumbatashvili |
Costumi | I. Sumbatashvili |
Nel nostro allestimento ci siamo sforzati di restare il più possibile aderenti all’originale shakespeariano, cercando di non trascurare nulla nel tradurre l’opera del grande tragediografo inglese nel linguaggio coreografico. Ci hanno ugualmente appassionato sia le figure romantiche dei due eroi principali, sia quelle fortemente caratterizzate della servitù, sia i grotteschi personaggi popolari del carnevale. È tutta Verona, nel suo complesso, ad essere inquadrata in primo piano. Nel nostro spettacolo, Romeo e Giulietta non sono di per sé personalità esclusive, ma sono la purezza dei loro sentimenti, la forza d’animo, l’ardore delle passioni che li rendono tali. Crediamo che la tragedia di Shakespeare sia estremamente attuale. Tutti i suoi personaggi sono degni di amore, ma l’insormontabile potere di consuetudini sclerotizzate li conduce inesorabilmente verso un tragico dramma. Tutti dovrebbero trovare in sé la forza di sfuggire alla crudele trappola di idee sbagliate.
Con queste parole, Kasatkina e Vasiliov hanno voluto sintetizzare l’intenzione che li animava nel concepire e allestire lo spettacolo. Il tentativo intrapreso consiste nell’esprimere i valori, le passioni, i drammi descritti da Shakespeare, nel vedere i suoi personaggi attraverso una coreografia che combini in sé sia la grandiosità di un affresco rinascimentale, sia il sottile psicologismo dell’arte del XX secolo. Lo stile coreografico parte dall’architettura della musica di Prokofiev, che si ritrova nei movimenti stessi degli artisti e che fa di questo balletto, da un punto di vista stilistico, un capolavoro neoclassico, più che classico.
La partitura di Prokofiev in questa versione coreografica è differente dal celebre spettacolo, allestito al Bolshoy da Leonid Lavrovski per la leggendaria Galina Ulanova. Le critiche mosse al compositore dagli organismi preposti a vagliare l’idoneità delle produzioni teatrali e musicali lo avevano, infatti, indotto a modificare profondamente l’impianto originale della partitura. Fu Gennadi Rozhdestvenski, direttore di fama mondiale, a ristabilire la musica e la sceneggiatura originali, ricostruendole, con un colossale lavoro, sulla base dei diari e degli appunti autografi del compositore.Kasatkina e Vasiliov sono stati i primi ad utilizzare tale partitura, creando, nel 1972, questa peculiare versione del balletto, oggi inserita stabilmente nel repertorio di dodici teatri dell’ex-URSS.
La trama
L’amore della splendida nobildonna veronese Rosalina non impedisce a Romeo Montecchi di partecipare alle allegre avventure dei suoi amici Mercuzio e Benvoglio, né agli scontri di strada tra i rappresentanti della propria famiglia e quelli della famiglia Capuleti, da tempo impegnate in un conflitto che aveva già fatto numerose vittime. Un ennesimo scontro si verifica all’alba. Il Duca di Verona, dopo un tentativo di rappacificare i capi delle due famiglie, proclama un editto, in base al quale chi si renderà responsabile di spargimenti di sangue pagherà con la vita. In casa Capuleti, la nutrice cerca inutilmente di far alzare Giulietta da letto. I genitori di Giulietta entrano nella stanza e le ricordano che non è più una bambina e che al ballo imminente dovrà incontrare il suo promesso sposo, il conte Parisi. Al ballo, mentre dame e cavalieri danzano, Romeo e i suoi amici, mascherati, riescono ad introdursi nella sala. Urtandosi per caso, Romeo e Giulietta capiscono di amarsi fin dal primo sguardo. Tibaldo, cugino di Giulietta, riconosce in Romeo un rappresentante della famiglia avversa. Romeo e Giulietta si incontrano di notte e dichiarano l’uno all’altra il proprio amore.
Durante il carnevale, Giulietta e Romeo, con l’aiuto della nutrice, si accordano per sposarsi segretamente. Padre Lorenzo celebra il matrimonio nella speranza che questa unione ponga fine alla faida mortale tra le due famiglie. Nell’impazzare del carnevale, Mercuzio e Tibaldo si scontrano faccia a faccia, ben lieti di approfittare del minimo pretesto per scatenare una rissa che, ben presto, si trasforma in uno scontro all’arma bianca, mentre Romeo cerca invano di separare i contendenti. Utilizzando la mano dello stesso Romeo, Tibaldo ferisce Mercuzio a morte. Mentre la folla piange la morte di Mercuzio, Romeo insegue Tibaldo, lo raggiunge e, dopo una furiosa lotta, lo uccide, vendicando la morte dell’amico. Attirata dal chiasso, Giulietta accorre in tempo per veder morire il cugino. Padre Lorenzo conduce via Romeo per sottrarlo all’ira del Duca. All’alba del giorno seguente, Romeo si congeda da Giulietta e lascia Verona. I genitori di Giulietta tentano invano di costringerla a sposare il conte Parisi, gettandola in preda alla più nera disperazione. Padre Lorenzo le suggerisce un piano: dovrà bere una pozione che la farà cadere in un sonno profondo, in tutto simile alla morte; nel frattempo Padre Lorenzo avrebbe informato Romeo che, nottetempo, si sarebbe introdotto nella cappella mortuaria della famiglia Capuleti in tempo per il risveglio di Giulietta dalla catalessi e l’avrebbe condotta definitivamente via da Verona.
Giulietta finge di acconsentire al matrimonio con Parisi e beve la pozione. Gli allegri preparativi alla cerimonia vengono interrotti dalle grida disperate della nutrice che ha trovato Giulietta morta nel suo letto. Il corteo funebre si dirige alla cappella mortuaria. La notizia della morte di Giulietta raggiunge Romeo prima dell’informazione da parte di Padre Lorenzo. Penetrato nella cappella mortuaria, Romeo piange sulla tomba dell’amata, le dice addio per sempre e, si suicida. Giulietta, risvegliatasi, vede il corpo senza vita del suo amato. Senza Romeo, la vita non ha più alcun significato per lei e, afferrato l’acuminato pugnale di Romeo, Giulietta si trafigge il cuore. Soltanto di fronte ai cadaveri dei propri figli i capi delle due famiglie riescono a dimenticare la loro sanguinosa rivalità.
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Scheda gentilmente fornita dall’Associazione Culturale Intermusica