Coreografia | Pina Baush |
Musiche | Franz Schubert (da La Morte e la fanciulla), George Gershwin, Franz Lehar, Louis Armstrong, Sophie Tucker, Quincy Jones, Richard Tauber |
Prima rappresentazione | Wuppertal, 30 dicembre 1982 |
Costumi | Marion Cito |
Scenografia | Peter Pabst |
Leonetta Bentivoglio nel suo libro su Pina Baush (Il teatro di Pina Baush, Milano, Ubulibri 1985), a proposito di Nelken scrive:”La scena è invasa di garofani (Nelken): una sfolgorante prateria rosa che determina il contesto dei mille giochi provocati dai ballerini. Tema centrale è ancora una volta l’infanzia, mitica età dell’oro in cui ci si aggira come in un sogno. I danzatori si travestono tutti, omogeneamente, da femminucce leggiadre, sia gli uomini che le donne, imitano i salti delle rane, piagnucolano, confessano timidamente le loro trasgressioni, sorvegliati a vista da due veri cani lupo. Dell’infanzia, in Nelken, c’è qualche sfogo di spensieratezza birichina, c’è il terrore esercitato dall’autorità del mondo degli adulti, c’è il gusto per una candida promiscuità, c’è la voglia di un travestimento irriverente e pasticcione. Nell’opera si nota una caratteristica non solita alla Baush: l’ironica sferzata verso se stessi, per lo meno verso ciò che si è praticato e si continua a praticare, ciò che si è amato e si odia: lo studio quotidiano attaccati ad una sbarra, il perché di una scelta, il rigore spietato di una tecnica, l’impossibilità di completarla secondo canoni intransigenti, e, nello stesso tempo servirsene come qualcosa di indispensabile. Anche in queste dure riflessioni c’è il mondo dell’infanzia che torna. E sono, con altre, le più belle scene di un lavoro generoso di idee, ricco di danza, di piccole composizioni concertate con grazia sottile, elegante, non manierata, ma sempre in piena rispondenza con i significati che si colgono”.
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Alberto Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza, Gremese Editore, Roma 1991