Balletto in un atto
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Coreografia | Glen Tetley |
Musica | Oedoen Partos |
Prima rappresentazione | Ohel-SheI (Israele), |
Costumi | Anthony Binstead |
Luci | John B. Read |
Balletto senza sviluppo narrativo. Tetley si è ispirato ai miti aborigeni, in cui, ancor prima che l’uomo credesse nell’esistenza degli dei, si riteneva che la vita avesse contemporaneamente fasi animali e umane. Erano apparenze senza nome, prive di corpo, chiamate “gli avi dell’età del sogno”. Un po’ umani, un po’ cacciatori, un po’ prede, questi esseri così complessi erano concepiti, senza che una sola delle loro manifestazioni avesse il predominio sulle altre. L’attenzione è rivolta allo sviluppo ciclico della continua alternanza di nascita e di morte, di uomo ed animale.
Il balletto è stato riprodotto anche per il Nederlands Dans Theatre nel 1968 e per il Balletto dell’Opera di Stoccarda nel 1972 oltre che per la televisione di Berlino Ovest nel 1969 con la compagnia di Tetley. Lo stesso coreografo provvide a realizzarlo per l’Aterballetto che lo ha tuttora nel suo repertorio (tournée estiva 1990, Roma, Giardini della Galleria d’Arte Moderna).
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Alberto Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza, Gremese Editore, Roma 1991