Balletto in quattro atti
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Libretto | Vladimir Begishev e Vasili Gelzer |
Coreografia | Julius Wenzel Reisinger |
Musica | Piotr Ilich Chaikovski |
Prima rappresentazione | Mosca, Teatro Bolshoi, 20 febbraio (4 marzo) 1877 |
Scenografia | H. Shangin, K. Valts, H. Gropius |
Costumi | H. Simone, Vormenko |
Storia
“Il Lago dei Cigni” è, forse, l’opera più importante nella storia del balletto. Sicuramente è la più famosa.
Nonostante sia stata la prima composizione di Chaikovski per il balletto, la sua realizzazione coreografica definitiva è successiva sia a “La Bella Addormentata” (1890) che a “Lo Schiaccianoci” (1892), le altre due grandi opere del trittico. Infatti, nonostante la prima rappresentazione del Lago risalga al 1877, la versione definitiva è del 1895. Infatti, inizialmente, “Il Lago dei Cigni” ebbe uno scarsissimo successo, tanto che, dopo la prima rappresentazione a Mosca, venne ritirato dalle scene.
Nel 1894 nel “Memorial Matinée” dedicato a Chaikovski da poco scomparso ne venne ripresentato il solo 2° atto, riallestito per volere del direttore del Teatro Marinski di Pietroburgo, che ne affidò la coreografia a Marius Petipa il quale la trasmise al suo assistente Lev Ivanov.
Ma l’anno successivo, il 15 gennaio 1895, lo spettacolo venne riallestito in versione integrale, sempre al Teatro Marindki di Pietroburgo, nella sua veste più famosa, quella con coreografia di Marius Petipa (1° e 3° atto) e Lev Ivanov (2° e 4° atto). Le principali modifiche rispetto alla coreografia originale erano determinate da una diversa sequenza dei brani musicali, con l’inserimento di altri brani musicali sia dello stesso Chaikovski che di Riccardo Drigo.
Nalla “prima” le scene erano di Mikhail Botcharov, Henryk Levogt e Ivan Andreev; i ruoli principali erano interpretati dalla Legnani (Odette-Odile), da Gerdt (Siegfried), da P.A. Bulgakov (Rothbart) e da Giuseppina Cecchetti (la Regina Madre). L’orchestra era diretta da Riccardo Drigo.
Il Lago è un prodotto tipico della scuola ballettistica francese, in cui si intrecciano pantomima e divertissement (nelle danze folkloristiche del terzo atto), fusa con la vena elegiaca del maestro russo Ivanov. Questo mix unico dette vita a qualcosa di memorabile, che, nelle intenzioni, doveva resistere ai tempi, e che ai tempi ha resistito.
La trama
La regina madre dà una festa nel giardino del castello in onore del principe Siegfried in occasione del compimento della maggiore età. Il giovane è circondato da amici con i quali danza (pas de trois). Sul più bello appare la madre che sollecita dal figlio una decisione riguardo alle nozze, annunciandogli di avere invitato il giorno dopo ad un ballo alcune fanciulle fra cui trovare la fidanzata. La festa, dopo l’uscita di scena della regina, continua con danze e scherzi del buffone di corte (variazioni), cui assiste, con benevola indulgenza, il vecchio istitutore di Siegfried.
Ad un certo momento, gli ospiti entrano nel castello, e Siegfried rimane solo. Assorto nei suoi pensieri, ricerca un po’ di tranquillità e si dirige verso il vicino lago accompagnato dal vecchio maestro e dal buffone. Mentre pensosamente sta osservando le vestigia diroccate di un vecchio castello, viene distratto da un volo di cigni. Siegfried viene immediatamente preso dal desiderio di cacciare e, nonostante le preghiere del vecchio maestro, che tenta di dissuaderlo, imbraccia la sua balestra e corre nel bosco.
Mentre le rovine del castello si specchiano nelle acque silenziose del lago, appaiono i cigni bianchi che, non appena giunti a riva, si trasformano misteriosamente in ragazze e iniziano a danzare. Siegfried che, nel corso della sua battuta di caccia, aveva inseguito i cigni fino a lì, rimane a fissare, meravigliato, la metamorfosi.
Le ragazze, dapprima titubanti, circondano il principe e la più bella fra loro, Odette, gli racconta il loro mistero. Sono state trsformate in cigni da Rothbart, genio del male e soltanto di notte e in quel luogo esse possono riprendere le loro sembianze umane originali. Siegfried, giovane e focoso, vuole affrontare il malefico Rothbart per sconfiggerlo, ma Odette gli spiega che per dissolvere la magia c’è una sola possibilità, invece della forza: l’amore di un giovane che non abbia mai promesso il cuore a nessun’altra fanciulla.
Siegfried, conquistato dalla bellezza di Odette e dalla tristezza delle sue parole e della sua espressione, le confessa il suo sentimento e decide di invitarla il giorno successivo al ballo per presentarla alla regina madre e ai suoi amici come propria fidanzata. Odette vorrebbe accettare, ma non può comparire fra la gente fino a che la magia non si sarà dissolta, altrimenti il malefico Rothbart, per vendetta, avrebbe sicuramente escogitato qualche espediente per impedire al principe di mantenere la sua promessa, causando in questo modo la morte di tutti i cigni.
I due giovani restano insieme fino all’alba, senza però accorgersi che, nascosto nel folto degli alberi, Rothbart ha assistito a tutta la scena e già sta tramando un piano per ingannare Siegfried. E non appena quest’ultimo se ne va, trasforma nuovamente le ragazze in cigni.
Il giorno dopo, gli ospiti al ballo arrivano nella grande sala del castello per la presentazione a Siegfried delle ragazze fra cui scegliere la fidanzata. Ha inizio il lungo divertissement: si susseguono, nell’ordine, la danza spagnola, la tarantella napoletana, la mazurka polacca, la czarda ungherese, cui fa seguito un elegante valzer sulle note del quale sfilano le pretendenti, guardate con indifferenza da Siegfried, che continua a pensare a Odette e, quando giunge il momento di decidere, le rifiuta tutte.
All’improvviso, annunciato da uno squillo di trombe, fa la sua apparizione un ospite misterioso in compagnia di una fanciulla vestita di nero. Questa fanciulla, sosia di Odette, è Odile, la figlia di Rothbart. Odile ha l’incarico, su ordine del padre, di conquistare il principe e impedirgli, quindi, di mantenere il giuramento fatto a Odile.
In un grande e famosissimo pas de deux, il gioco della seduzione si compie. Con sguardi ammaliatori, Odile convince Siegfried di essere lei il cigno bianco del quale si è innamorato. Il giovane principe innamorato cade nel tranello e presenta Odile alla regina madre come sua futura sposa. Il gioco del tradimento si è così perpetrato ai danni dell’inconsapevole Siegfried e, a questo punto, perfidamente, Rothbart gli svela la vera natura di Odile, mentre in lontananza gli fa vedere il volto di Odette ormai destinata alla morte.
Disperato, Siegfried, resosi conto dell’inganno, corre verso il lago.
Nascosto dietro le rovine del castello, Rothbart cerca di scorgere Odette, ma lei non è fra le sue compagne. Il furore di Rothbart preannuncia una minaccia di morte.
Mentre i cigni si lamentano del loro destino, arriva Odette che, da lontano, ha visto tutto quello che è successo nel castello di Siegfried. Addolorata, racconta alle sue amiche tutto quello che si è svolto durante il ballo, il tradimento del giuramento d’amore e la fine definitiva delle sue speranze di riprendere sembianze umane.
Disperato e dopo una lunga corsa, arriva Siegfried che cerca Odette per ribadirle il suo amore e raccontarle del raggiro. L’amore di Odette è più forte della magia di Rothbart e lei, commossa dalla disperazione e dalle parole del principe, lo perdona. In mezzo alle rovine compare Rothbart, provoca una furiosa tempesta e locca con Siegfried nel tentativo di separarli, ma senza riuscirvi.
Di fronte ad un amore così disperato ed intenso la magia di disperde. Compare su lago l’alba e i primi raggi del sole illuminano i due giovani che hanno conquistato la loro felicità e il loro amore.
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Altri finali
In altre versioni il finale muta:
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- Odette, morente, piange il suo destino. Siegfried cerca di salvarla, ma le acque del lago in tempesta sommergono entrambi. Placatasi la bufera, si vedono gli spiriti degli amanti ricongiungersi in un’apoteosi celeste.
- Siegfried lotta con il mago e lo fa precipitare nel lago. L’incantesimo si rompe, i cigni ritornano fanciulle e i due innamorati possono vivere il loro sogno d’amore
Altre versioni
Del Lago, come di altre grandi opere, sono state realizzate moltisseme altre versioni, in tutte le parti del mondo. Fra queste le principali possono essere considerate:
- Mosca, Teatro Bolshoi, 24 gennaio 1901; coreografia di Aleksandr Gorski (base delle successive produzioni con vari emendamenti di Asaf Messerer e Aleksandr Radunski nel 1937 al Bolshoi e nel 1956 con Maia Plisetskaia nel ruolo di Odette-Odile. Questa versione venne ripresa da Iuri Grigorovic nel 1969 con Natalia Besmetnova e rappresentata in Italia nel 1970 alla Scala di Milano e all’Opera di Roma).
- Londra, Hippodrome, 16 maggio 1910 (in due atti); coreografia di Milhail Fokin, con Olga Preobrajenskaia, ripresa poi con i Ballets Russes di Diaghilev al Covent Garden il 30 novembre 1911 (in un atto) e con Matilde Ksessinskaia e Vaslav Nijinski in tournée a Montecarlo (1923), Londra (1926), Torino e Milano (1927, con Spesivzeva e Lifar), Berlino e Bruxelles.
- New York, Metropolitan, 19 dicembre 1911; coreografia di Mikhail Mordkin, con Ekaterina Geltzer.
- Leningrado, Kirov, 13 aprile 1933; coreografia di Agrippina Vaganova, con Galina Uvanova.
- Londra, Sadler’s Wells Theatre, 20 novembre 1934; coreografia di Nicholas Serghiev, con Alicia Markova.
- Copenaghen, Teatro Reale, 8 febbraio 1938; coreografia di Harald Lander, con Margot Lander.
- Leningrado, Kirov, 1945; coreografia di Fëdor Lopokov.
- Leningrado, Kirov, 1950; coreografia di Konstantin Sergeev.
- New York, City Center, New York City Ballet, 20 novembre 1951 (in un atto); coreografia di Georges Balankine, con Maria Tallchief; versione rappresentata a Firenze nel 1955 per il Maggio Musicale Fiorentino.
- Mosca, Teatro Stanislavski e Nemirovic-Dancenko Music Theatre, 24 aprile 1953; coreografia di Vladimir Burmeister, con Violeta Bovt; ripresa all’Opéra di Parigi il 21 dicembre 1960 con Josette Amiel.
- Genova, Parchi di Nervi, 6° Festival Internazionale del Balletto, 5 luglio 1962; coreografia di Marius Petipa, Lev Ivanov, Frederick Ashton, con Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev.
- Stoccarda, Staatstheater, 14 novembre 1963; coreografia di Marius Petipa, Lev Ivanov e John Cranko, con Marcia Haydée.
- Vienna, Staatsoper, 15 ottobre 1964; coreografia di Marius Petipa, Lev Ivanov e Rudolf Nureyev, con Ully Wührer/Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev.
- Berlino, Opera, 1964; coreografia di Kenneth MacMillan,
- Milano, Scala, 28 dicembre 1973; Coreografia di Marius Petipa, Lev Ivanov e John Field, con Carla Fracci e Rudolf Nureev.
- Amburgo, Staatsoper, 1976; coreografia di John Neumeier.
- Scottish Ballet, 1977; coreografia di Peter Darrell.
- Milano, Scala, 1 febbraio 1985; coreografia di Marius Petipa, Lev Ivanov e Rosella Hightower, regia di Franco Zeffirelli, con Carla Fracci, Alessandra Ferri, Maurizio Bellezza, direttore d’orchestra Lorin Maazel.
- Roma, Opera, 3 maggio 1986; coreografia Iuri Grigorovich, con Diana Ferrara/Margherita Parrilla, Luigi Martelletta/Mario Marozzi.
American Ballet Theatre, Il Lago dei Cigni
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Alberto Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza, Gremese Editore, Roma 1991