Balletto in un atto
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Libretto | Paul Claudel |
Coreografia | Jean Börlin |
Musica | Darius Milhaud |
Prima rappresentazione | Parigi, Théâtre des Champs-Elysées, Ballet Suédois, 6 giugno 1926 |
Interpreti | Jean Börlin (l’Uomo), Margareta Johanson (la Donna), Torborg Stjerner (l’Altra Donna), Kaj Smith (Flauto di Pan), Carina Ari (Prima Corda d’Oro) |
Scenografia e costumi | Andrée Parr |
Nel suo libretto, Paul Claudel così riassume l’argomento del balletto: “È il tema di un uomo chiuso in una passione, un’idea in un desiderio e che cerca invano di fuggire, come da una prigione dalle sbarre invisibili, finché viene una donna a prelevarlo e lo fa uscire di scena. Ella è il simbolo della Morte e dell’Amore al contempo”.
Quest’opera era interessante soprattutto per come veniva utilizzato lo spazio scenico. La scena era infatti costruita in verticale, a quattro piani, e rendeva quindi possibile seguire quattro azioni contemporaneamente. L’ambientazione generale era nelle foreste vergini del Brasile, paese che continuamente ispirò sia Milhaud che Claudel. Al piano superiore si aggirano delle figure nere, le Ore della notte, mentre sopra di loro la Luna, misteriosa, attraversa il cielo. Al livello intermedio si svolge il dramam dell’Uomo in preda alle forze primordiali. Infine, in basso si trova una vasta palude con gli animali della foresta amazzonica.
È notte: l’Uomo danza la nostalgia e il desiderio. Quando la Donna lo porta via con sé la Luna e le Ore nere escono di scena e si intravedono le Ore bianche. Si fa giorno.
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Alberto Testa, I Grandi Balletti, Repertorio di Quattro Secoli del Teatro di Danza, Gremese Editore, Roma 1991