Harald Kreutzberg e la sua danza libera

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Harald Kreutzberg, fotografia di Maurice Goldberg

La vena artistica era indubbiamente nel DNA di Harald Kreutzberg il cui nonno e il padre erano nel circo dove si esibivano in uno spettacolo con animali selvatici. Ma fu la madre a notare la dote per la recitazione ed il mimo di Harald e quindi ad incoraggiarlo fortemente a coltivare il suo talento. Kreutzberg era nato in Boemia, nel 1902, ma per via del lavoro con il circo della sua famiglia vagava sempre da Breslau a Lipsia e Dresda. E fu proprio mentre nel 1920 frequentava la scuola d’arte di Dresda (Kreutzberg era anche un disegnatore di talento), che ad una festa di carnevale fra studenti eseguì una danza che segnò il primo suo successo. La popolarità di questo pezzo fu tale che decise di iscriversi a un corso amatoriale alla scuola di Mary Wigman. Il suo talento era tale che impressionò molto la Wigman, ma il giovane Harald si fermò poco alla sua scuola perchè due anni dopo, nel 1923 accettato l’invito di un altro studente della Wigman, Max Terpis, andò con lui a ballare ad Hannover, dove Terpis era direttore  del Balletto dell’Opera Municipale. Lavorare in un grande ensemble rendeva Kreutzberg un po ‘nervoso, ma il regista Hanns Niedecken-Gebhard, riconosciuto il talento di Kreutzberg gli affidò subito piccole coreografie di carattere nell’ambito dei suoi allestimenti di opere liriche che diventarono danze memorabili.  E quando Terpis accettò la nomina a direttore ballo del Berlin State Opera prese con lui Kreutzberg.

harald-kreutzberg-1Qui cominciò il grande lavoro di Kreutzberg che dalla Wigman aveva imparato il concetto di danza libera che tocca il culminedella concettualità e dei contenuti pessimistici, in contrapposizione con la danza della Duncan serena ed ottimista. Come la Wigman  anche Kreutzberg  rappresentava le passioni che stravolgono e portano in una sorta di medianica immedesimazione con il pubblico. Riguardo alla sua danza Kreutzberg diceva: “Non sono un leader né un creatore di scuole di danza. Io danzo per esprimere me stesso. Danzo dal cuore, dal sangue e dalla fantasia… Non credo che la danza debba raccontare una storia o avere un significato.”

Kreutzberg fu autore delle sue danze, di mimodrammi e di commedie mimate, era indubbiamente un’artista completo, della razza dei grandi mimi dell’antichità, un chiaro emblema della grandezza della danza libera ed anche dei suoi limiti.

Die Tänzerin Yvonne Georgi mit Tanz-Partner Harald Kreutzberg
Yvonne Georgi con Harald Kreutzberg

Dopo la II Guera Mondiale si ritirò in Svizzera, dove aprì una scuola a Berna nel 1955 e fu proprio in quell’anno che Mario Porcile lo volle alla I Edizione del Festival Internazionale del Balletto dove il 18 luglio, al Piccolo Teatro Città di Genova, Harald Keutzberg portò uno spettacolo  in cui era protagonista assoluto accompagnato solo dalle note del pianoforte suonato dall’amico, il compositore austriaco Friedrich Wilckens. Il più grande esponente maschio della danza espressionista tedesco si esibì in un programma diviso in due parti, la prima era intitolata Balletti davanti a Dio, mentre la seconda era intitolata Trois morceaux characteristiques. Ambedue  prevedevano danze e figure eseguite su musiche di Vivaldi, Mozart, Schubert , Schumann, Grieg, Liszt, J. Strauss e, naturalmente, anche di  Wilckens.

Il brano Colloquio con la morte, tratto dalla La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe, utilizzava la musica di Wilckens, ed esigeva il ruolo di un giullare eccentrico, che indossava  un costume d’oro con  una maschera che doveva avere la testa calva. Essendoci stata difficoltà da parte della sartoria del teatro nel trovare una parrucca calva per l’artista, lui decise di rasarsi tutti i capelli biondi. Questo suo nuovo aspetto fece una forte impressione sul pubblico tanto che Kreutzberg decise di mantenersi calvo per il resto della sua vita.

Francesca Camponero

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