Metodi

Il balletto accademico, o danza accademica, così come oggi lo intendiamo ha origine nel 1661 in Francia, quando Luigi XIV (Re Sole) fondò a Parigi l’Académie Royale de Musique et de Danse.

In Italia, nonostante a Milano esistessero fin dal quindicesimo secolo famosi compositori e insegnanti di ballo, l’Accademia Imperiale di Danza, scuola stabile collegata con il Teatro alla Scala, non venne inaugurata fino al 1812. L’accademia di Milano influenzò Parigi e soprattutto la Russia (v. anche Scuola italiana, francese e russa) per mezzo delle regole di insegnamento istituite da Carlo Blasis, che, nel 1837, divenne direttore dell’Accademia e la trasformò rapidamente nel principale centro mondiale di attività ballettistica.

A partire dalla metà del diciannovesimo secolo, il “centro del mondo” del balletto si spostò da Parigi e Milano a San Pietroburgo. La Scuola russa originariamente derivò la sua tecnica dalla Francia ma in questo periodo si internazionalizzò grazie al contributo e all’influenza di artisti di fama mondiale. Dal 1850, il balletto russo fu dominato dapprima da Marius Petipa, francese, poi dallo svedese Christian Johanssen, infine, dal 1874, dall’italiano Enrico Cecchetti, ultimo grande esponente della Scuola italiana. Questi tre uomini lavorando su generazioni di ballerini russi svilupparono il balletto russo, codificandolo e trasformandolo in un vero e proprio metodo molto più del balletto francese e italiano.

Al giorno d’oggi, il metodo francese è inserito, grazie soprattutto al contributo di Petipa, prevalentemente nella Scuola russa.


A cura di Alberto Soave


Fonti:

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