Termine della danza accademica che indica genericamente la tendenza alla danza alta. Si tratta quindi della abilità del danzatore di ottenere l’altezza sulla scena.
Trovò la sua sublimazione nel periodo romantico (v. balletto romantico) con l’invenzione della punta e l’aspirazione ad esecuzioni leggere e quasi immateriali.
Nell’accezione più recente indica anche la capacità di un ballerino di saltare alto con particolare leggerezza e ballon, e si misura con la distanza fra la punta delle scarpette del danzatore e il livello del palcoscenico.
I più spettacolari passi in élévation sono gli entrechats e i grands jetés, che, se eseguiti con ballon, portano il ballerino a saltare con elasticità e grazia, come una palla di gomma che tocca il terreno per un istante per subito rimbalzare.
Nell’atterraggio dopo un salto in élévation, la punta della scarpetta deve toccare il suolo per prima, seguita immediatamente dalla suola ed infine dal tallone.
Tutti i passi in élévation iniziano e terminano con un demi-plié.
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Luigi Rossi, Dizionario di Balletto, Edizioni della Danza, Vercelli 1977
- American Ballet Theater, online ballet dictionary