Danzatrice, coreografa e attrice haitiana, Kettly Noel, dopo un soggiorno parigino, intraprende il suo lavoro in Africa prima a Cotonou in Benin, dove inizia un percorso di ricerca coreografica con giovani danzatori beninois, ma è poi dal 1999 a Bamako in Mali, che dà vita al centro di produzione e formazione Donko Seko fortemente motivato dal recupero dei ragazzi di strada attraverso la danza.
Qui crea la sua prima compagnia di professionisti: un meticciato di danza contemporanea, teatro e danza tradizionale fortemente impregnata di tratti creoli è il prodotto della sua indagine coreografica. La sua origine haitiana infatti, profondamente intrisa della cultura voudou, che si è fatta notare nel periodo parigino presso l’Actor Studio de Paris sotto la direzione di Jack Waltzer, con la sua prima creazione presentata alla Maison Des cultures du Monde a Parigi nel 1996, non la abbandona nella sua ricerca coreografica, pronta sempre a riemergere tra le fessure di tessiture lise di bogolan così come attraverso la sua voce penetrante.
Nel 2001 la sua creazione “Cousin Cousin” vince il terzo premio degli incontri coreografici interafricani organizzati da l’Afaa e il Premio RFI di Scoperta della Danza. Due anni dopo è lei stessa a lanciare un Festival internazionale di danza Contemporanea a Bamako “Dense Bamako Danse”, un appuntamento fortemente legato con il territorio, negli spazi all’aperto dei quartieri di Bamako così come nei diversi teatri della città. Lo stesso centro Donko Seko ha una struttura teatrale che serve da sala prove, sala studio ma anche da spazio scenico per le innumerevoli performance e produzioni a cui offre ospitalità.
Ma per Kettly ogni luogo è buono per divenire spazio scenico: un incrocio stradale con l’infernale traffico mattutino, la terra battuta del Balanì, il piccolo spazio del Bla Bla, locale alla moda della capitale maliana, o il grande teatro del CCF (Centre Cultural Francoise). Il festival Dense Bamako Danse è un evento che copre tutta la città e a cui partecipano tutti gli strati sociali e tutte le diverse generazioni.
Al programma del recupero dei ragazzi di strada attraverso la danza affianca laboratori coreografici con le donne perché la danza è uno strumento di conoscenza e di autoconsapevolezza, buono perciò per ritrovare quel radicamento utile alla liberazione.
Le sue creazioni come “Errance”, “Correspondance”, “Chez Rosette”, hanno fatto il giro del mondo così come tanti dei suoi “Enfant de la Rue” da Bamako sono approdati nelle più famose compagnie europee (Preljocaj, Rosas), Madame Noel continua la sua opera a Bamako di ricerca delle nuove drammaturgie della danza contemporanea, in un angolo di mondo oggi periferico la cui centralità nella storia passata dell’Africa è ancora mantenuta viva dalla voce dei Griot che ne cantano le gesta. Tradizione che lei riprende interamente calandola nella storia della danza contemporanea.
La vediamo protagonista nel film Timbuktu del regista Abderrahmane Sissako, come una Griotte, che sfida i fondamentalisti con le sue parole in versi. Donko Seko è nel quartiere di Fasokanu, il suo cancello di legno è vigilato ma la porta è sempre aperta ai danzatori, alle donne, agli artisti e nel locale adiacente, le Fali Fato, si mangia, si beve e ci si incontra tra una proiezione e una performance, tra una lettura di un ultimo lavoro drammaturgico e una jam session di musica, perchè, nonostante i check point volanti notturni, la vita artistica non può oscurarsi se cala la notte a Bamako.