06-07-2004
- Milano - Spettacolo - Danza classica | | Il
Tokyo Ballet al Teatro Strehler con due programmi Béjartiani
AL TEATRO
STREHLER ARRIVA IL TOKYO BALLET DAL 6 AL 10 LUGLIO DUE PROGRAMMI NEL NOME DI BÉJART
PER PROSEGUIRE L’OMAGGIO AI SUOI 50 ANNI DI ATTIVITA’ DI DIREZIONE 6 - 7 Luglio:
Danses Grecques - Don Giovanni - Il Mandarino Meraviglioso 9 - 10 luglio: The
Kabuki Dopo il debutto di “Le sacre” ad opera del Balletto della Scala (che la
Compagnia scaligera riprenderà nella tournée al Carlo Felice di Genova), prosegue
l’omaggio del Teatro alla Scala alla impareggiabile opera di direzione di Compagnia
di Maurice Béjart, quest’anno giunta al 50° anno di attività. E prosegue con l’ospitalità
offerta al Tokyo Ballet, straordinaria quanto giovane compagnia accademica (nata
solo nel 1964) eletta dal grande Béjart come depositaria di capolavori che solo
in tempi recenti la sua attuale compagnia ha ripreso. Senza il Tokyo Ballet, infatti,
sarebbe stato a lungo impossibile riavvicinarsi ad una composizione fortemente
mediterranea come Danses Grecques, nuova edizione del balletto che Béjart allesti
nel 1983 per il Ballet du XXéme Siecle (allora con il titolo di sept dances grecques),
né assistere al suo mandarino meraviglioso, versione beffarda e drammaticissima
nata nel 1992 per il Rudra e ceduto nel 2004 al Tokyo Ballet a cui va il merito
dell’odierna rinascita. Per non parlare di The Kabuki, lavoro originale creato
appositamente da Béjart per la compagnia, e di Don Juan, entrato nel repertorio
del Tokyo Ballet proprio nell’anno dell’incontro di Béjart con la compagnia diretta
da Tadatsugu Sasaki. Compagnia in grado di proporre al pubblico giapponese il
grande repertorio ottocentesco, diffondendo una cultura europea senza doverla
importare ma facendola propria, e ormai altamente qualificata e richiesta a livello
internazionale anche per poter vantare un alto numero di coreografie moderne e
contemporanee originali (fra le quali Béjart, Neumeier, Kylián), il Tokyo Ballet,
attraverso il sodalizio e l’incontro con Béjart, ha potuto impadronirsi a trecentosessanta
gradi di una cifra stilistica moderna, come ben si evince dal programma che verrà
presentato al Teatro Strehler. D’altro canto, nel Tokyo Ballet Béjart ha trovato
interpreti adeguati per poter ricostruire correttamente il suo più storico repertorio
e la possibilità di valorizzare il patrimonio teatrale giapponese, rivisitato
in The Kabuki e più tardi in Bugaku . Proprio in questa direzione vanno le due
diverse programmazioni che il Tokyo Ballet offre al pubblico milanese al quale
ritorna dopo alcuni anni di assenza (le ultime rappresentazioni infatti furono
nel 1999). Programmazioni che si accomunano nel segno di Maurice Béjart e nella
sua spinta fortissima alla curiosità ed apertura verso il mondo, non solo occidentale,
e alla universalizzazione dei messaggi, primo fra i creatori di balletto a volgersi
verso l’Oriente come fonte di ispirazione, non solo coreutica ma anche filosofica
ed artistica. Corpi atletici e precisi, straordinari interpreti che ben sono plasmati
al verbo Béjartiano che annulla ogni riferimento epocale e folkloristico ad esempio
nelle movenze greche del sirtaki, ora stilizzate, e che fa sprigionare un fascino
nuovo nell’accostare occhi a mandorla e musica di Chopin, e che in The Kabuki
diventa creazione moderna che affonda le radici nella tradizione. Cosi infatti
Sasaki, al debutto del balletto nel 1986, commento’ il progetto “Se è vero che
il balletto è di origine europea, il kabuki è pero’ un’arte tradizionale del Giappone:
entrambi sembrano non potersi mescolare mai, come l’acqua e l’olio. Tuttavia viviamo
in un’epoca in cui la tradizione culinaria giapponese sta penetrando nella cucina
francese, e sono curioso di sapere come Béjart intenda “cucinare” la sua opera
originale con un soggetto del teatro Kabuki”
Info: Biglietti da 17
Euro a 35 Euro Biglietteria presso il Teatro Strehler Tel. 02 – 72 333 222 www.piccoloteatro.org
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