02-04-2003 - Milano - Spettacolo - Danza contemporanea |
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GAMESCAPE- Transisters
SISTEMI DINAMICI ALTAMENTE INSTABILI
con Paola De Rossi, Francesca Sassi, Alessandra Sini, Antonella Sini
suono Stefano Savi Scarponi
spazio attrezzato Alessandra Sini Antonella Sini
ambienti luce Max Mugnai
immagini Stefano Montinaro
video Stefano Savi Scarponi
costumi Alessandra Sini Francesca Sassi
organizzazione Francesca Donnini
produzione CIULINGA onlus
INSTALLAZIONE a coppie
Evento performativo, destinato a spazi non teatrali, variamente articolati.
Spazi animati da suono e luci, un percorso orchestrato che crea un piano d’appoggio e di lettura dove stati e rimandi emotivi fanno riemergere mondi già vissuti, memorizzati, riconoscibili. L’azione si espande, accade in successione in alcuni luoghi definiti, in cui le danzatrici si avvicendano a formare numerose coppie. Si scardina l’ordine della visione. Con la naturalezza del loro stare, con l’immediatezza della loro relazione, i corpi smembrano e disorientano, generano altri spazi, altri rimandi, si connettono ad altre memorie e creano una logica dell’ambiguità. Ogni spazio è caratterizzato da semplici strutture luminose che scandiscono ad intermittenza il ritmo della visione, e la danza, in ogni luogo, ha strategie specifiche di relazione, fra i corpi e con le immagini elaborate. Il procedere dell’azione è legato al gesto e al senso naturale, decontestualizzato, che nega immediatamente il rimando emotivo collegato, si attua così uno stato continuo di dilatazione e di sospensione. Il corpo che danza elabora, a partire dalla naturalezza quotidiana del gesto e dell’agire, astrae, estrae la naturalità del mondo visionario in cui si trova ad abitare. La funzionalità della relazione è giocata fra il corpo agente e l’altro, che è agito; dentro le logiche coreografiche di riferimento, appare una danza estemporanea, non narrativa, che esibisce lo stare, la permanenza, contro ogni ragionevole economia energetica e fisica. La natura, assecondata con cura, con sapienza diagnostica, raggiunge l’estrema artificialità eppure non la mostra. Il disagio ambientale non è solo slogan per il contro-progresso, è una vena generativa del nuovo allenamento creativo: nell’ambiente non naturale il corpo acquisisce qualcosa che non è scontato in natura. I corpi, in intima, ma non necessariamente serena relazione, scelgono l’orientamento adatto all’azione per essere osservati, si concedono all’occhio, offrono la visione di un accadimento privato, che, reso pubblico, palesa il proprio senso. Lo spettatore è invitato ad entrare, sedersi, guardare fino al termine dell’azione, alzarsi e andare a sedersi nella stazione successiva: ciò che gli accade davanti è una resa dei conti della danza, fra presenza e scomparsa. L’agio di chi guarda è la sfida di chi danza: l’azione è unica, una sola.
Info: rassegna DANAE
Palazzo Bagatti Valsecchi
via Santo Spirito 10
ore 21
prenotazione obbligatoria allo 02.86.45.45.45
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