Research Contemporary Project, la danza contemporanea a Napoli
Teatro Ateneo di Casoria capofila della stagione 2024-25 di danza contemporanea a Napoli ed in Campania. Ma con orizzonti ben oltre i meri confini regionali per la variegata provenienza degli artisti ospiti e, soprattutto, per gli obiettivi e le finalità di Luigi Liccardo, direttore artistico della rassegna Research Contemporary Project con il suo stuolo di coreografi ospiti e del corpo di ballo di volta in volta impegnato con titoli inediti.
La partecipazione gratuita dei giovani talenti ai laboratori ha consentito alla rassegna di costruire una vera e propria matrioska di titoli, nomi e cognomi. Proprio come accaduto nella serata di apertura della rassegna con i due titoli “Androgino” di Gerardo Di Pietro e “Forme liquide” di Lorenzo Stingone.
Antipasto di un ricchissimo menu di spettacoli fino alla chiusura di domenica 24 maggio al Teatro Ateneo che renderà Casoria, cittadina alle porte di Napoli, crocevia della danza contemporanea. Il teatro casoriano ospiterà infatti sabato 23 novembre “A dream’s awakening” di Angelo Egarese ed “Ego” di Maria Avolio seguiti da una prima assoluta di Luca Squadritti e da “Le quattro stagioni” di Luigi Fortunato in scena domenica 24 novembre.
Prima di Natale e della chiusura di questo 2024 coreutico ci sarà ancora spazio per la danza contemporanea domenica 22 dicembre con “Grecale – Oltre gli occhi” di Mariarosaria Napolano, “Fluke – Handle with Care” di Alekseij Canepa e “Here-Somewhere” di Alfredo Napoletano.
Il 2025 si aprirà con il titolo a serata intera “Revolution” di Luigi Liccardo programmato per domenica 19 gennaio prima di ospitare sabato 15 febbraio “Urushi” di Andrea Arionte e “S.C.I.A.” di Silvia de Michele.
Ben due date previste invece a marzo: sabato 15 andrà infatti in scena “Skinned” di Maria Grazia Minopoli e “Le stagioni dell’amore” di Veronica Pica mentre domenica 16 marzo andranno in scena “Adagio” di Gennaro Maione e “(NO) TOUCH” di Sabrina Salvati. Il 27 aprile sarà la volta di “Necessaria follia” di Pia Tagliamonte e “Carnalità” di Paolo Pierno. La chiusura della rassegna al Teatro Ateneo del 24 maggio sarà infine appannaggio di “Dentro una fiamma” di Andrea Bolognino e di una coreografia inedita di Vincenzo Capasso.
Ma tornando indietro nel tempo pensiamo ad “Androgino” che, come ha chiarito lo stesso coreografo Gerardo Di Pietro, “è ispirato al mito dell’androgino originato nel dialogo Il Simposio di Platone. Qui si narra la storia di creature originariamente complete, dotate di doppia natura, che furono divise dagli dèi. Questa separazione generò un eterno desiderio di riunificazione, simbolizzando la ricerca dell’unità e dell’amore. Il mito offre una riflessione profonda sulla condizione umana, esplorando temi come l’identità, la dualità e il bisogno di connessione.”
Un titolo con la presenza in scena di cinque ballerine impegnate ad abbracciarsi e sbracciarsi tra loro proprio come nelle corde della sinossi descritta dal coreografo. Le musiche e gli autori differenti hanno reso ancor più dinamica la coreografia che, tra l’altro, ha anticipato l’intermezzo più leggero rappresentato da quattro ballerine ed un partner.
La prima serata si è infine chiusa con i quattordici elementi di “Forme liquide” di Lorenzo Stingone. Dodici ballerine e due ballerini protagonisti nel mettersi a nudo quasi per davvero, almeno così ha voluto intendere il coreografo Lorenzo Stingone che l’ha descritta così: “si gioca sulla contrapposizione sia del corpo (dalle forme e i movimenti schematici alla libertà nello spazio) sia di noi stessi in quanto esseri umani: cambiamo, evolviamo, talvolta regrediamo o rimaniamo fermi. Ciò che resta è che siamo esseri mutevoli, ci addentriamo nei meandri di una definizione di noi stessi che è solo illusoria. Posso essere forma, posso essere acqua: l’unico punto cardinale che abbiamo è sempre il nostro corpo.”
Sugli applausi scroscianti, il direttore artistico ha voluto ricordare la peculiarità del suo Research: “obiettivo del progetto è permettere ai giovani danzatori un apprendimento nella formazione professionale con quello della ricerca nelle arti performative contemporanee, sviluppando un programma di studio di approfondimento e perfezionamento secondo i linguaggi proposti nell’ambito nazionale. La finalità di Research Contemporary Project è la formazione gratuita con la messinscena di svariate produzioni allestite o da allestire nella stagione 2024/25 con il patrocionio dell’ACSI, proprio come le due viste qui stasera.”
Massimiliano Craus
[Tutte le foto presentate sono di Vincenzo Cositore]