Buon Compleanno a Mats Ek
Settantasei anni fa (18 aprile 1945) nasceva Mats Ek figlio di Anders Ek (grande attore, tra i preferiti di Ingmar Bergman) e di Birgit Cullberg (danzatrice, coreografa, fondatrice del Cullberg Ballet). La madre gli passa il testimone alla direzione del “Cullberg Ballet” nel 1985. Qui comincia la strada verso il successo di Mats che decide di stravolgere il mondo della danza; è stato infatti il primo coreografo europeo e contemporaneo ad inaugurare una fortunata serie di riscritture, remake, dei classici presi del repertorio ottocentesco, mescolandoli sapientemente a riferimenti e spunti di argomenti dalla nostra stessa epoca storica.
Certamente per comprendere più a fondo il lavoro di Mats Ek bisogna assolutamente inserirlo dentro il contesto della storia della danza. Il suo universo coreografico ruota intorno all’eco delle parole di Martha Graham: “Il corpo non mente mai, saperlo è un sollievo continuo”. Ek aveva in precedenza studiato in profondità il teatro Nō giapponese dalla cui filosofia aveva tratto diversi spunti per il suo lavoro con la danza contemporanea.
La danza di Ek parte dall’amore per il corpo umano individuale, fatto di carne e sangue, per estendersi e raggiungere fino ai comportamenti collettivi, e diventare infine un’opera di grande arte scenica e di danza umanista.
I suoi lavori sono sempre “onirici”. Ed anche nel suo “Lago” il contrasto tra sogno e realtà è la base su cui i danzatori si muovono. Ek decide di soffermarsi sui meccanismi della psiche umana, evidenziando il rapporto tra il principe Siegfried e la madre. Per Ek il rapporto tra il giovane principe e sua madre è difficile in quanto la donna ha verso di lui un atteggiamento soffocante. Nella sua versione de “Il Lago” assistiamo a relazioni familiari, rifiuti e passioni amorose che si sciolgono nell’insegnamento dell’emancipazione dalla famiglia mediante un viaggio per scoprire cosa si vuole e chi si è, il tutto condito da una ironica dissacrazione del mondo del balletto e delle sue trame.
Nel 1982 Mats Ek firma anche una personalissima versione di “Giselle” e questo è il primo grande balletto che ha creato apposta per sua moglie Ana Laguna. L’apporto dei danzatori nella costruzione dei personaggi dei balletti e nella conservazione, ma anche continua trasformazione del repertorio, è un nodo centrale del processo creativo nell’operato di Mats Ek ed il capitale umano inestimabile, lo ha accompagnato in ogni sua fase artistica. Ek in un danzatore cerca un insieme personale di forza, tecnica e anima, con un forte senso del peso e della musicalità.
La Giselle ekiana non è una parodia di quella ottocentesca ma una rilettura strutturale, un’analisi profonda che getta nuova luce sui nodi drammaturgici. Con questa “Giselle”, Mats Ek segna una data cardine nella storia del balletto classico seguendo la musica di Adam, che rende l’argomento universale.
Lo spettacolo è una bomba, soprattutto a Parigi, dove era stato creato nel 1841. Si piange e si grida allo scandalo, ma Ek resta sempre un genio. Per la prima volta, un coreografo osa trasporre questo mito sacro in tempi contemporanei e trasformare la bella contadina in una “scema del villaggio”. Con la sua “Giselle”, Mats Ek segna una data cardine nella storia del balletto.
Tanti auguri Maestro!
Francesca Camponero
[Nella foto in alto Mats Ek insieme alla moglie Ana Laguna]