Assegnati a Venezia i Leoni per la Danza 2021

La Biennale di Venezia / I Leoni per la Danza 2021
Germaine Acogny Leone d’oro alla carriera
Oona Doherty Leone d’argento

E’ la carismatica danzatrice e coreografa franco-senegalese Germaine Acogny, nota in tutto il mondo come “la madre della danza contemporanea africana”, il Leone d’oro alla carriera per la Danza 2021. Alla danzatrice e coreografa nord-irlandese Oona Doherty, voce graffiante e potente della scena europea, è tributato il Leone d’argento.
I Leoni per la Danza 2021 sono stati deliberati dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia che ha accolto la proposta di Wayne McGregor, direttore del settore Danza.

Germaine Acogny “è un’artista di altissima qualità e massima integrità – recita la motivazione. Il suo contributo alla formazione nella danza e nella coreografia dei giovani dell’Africa occidentale e l’ampia diffusione del suo lavoro nel Paese d’origine e nel mondo hanno fatto di lei una delle voci autonome che più hanno inciso sullo sviluppo dell’arte della danza. La Acogny crede nel potere della danza di cambiare la vita delle persone e si è sempre impegnata a condividere la sua passione come atto di trasformazione e di rigenerazione”.
E’ Germaine Acogny a dirigere dal 1977 al 1982 Mudra Afrique, una scuola di danza – fondata da Béjart e dal Presidente-poeta del Senegal Léopold Sédar Sénghor – che funzionerà da modello per tutto il continente. Qui la Acogny sviluppa una tecnica originale divenendo protagonista della scena coreografica africana contemporanea.
Da Maurice Béjart a Susanne Linke e Olivier Dubois, numerosi sono gli intrecci e le collaborazioni a cui ha dato vita la Acogny suscitando nuove energie con un’attività che oggi si irradia dall’École des Sables – a un tempo scuola e compagnia (Jant-bi) – uno dei maggiori centri propulsivi della danza contemporanea, che attira danzatori e coreografi da tutta l’Africa e dal resto del mondo. “La sua influenza come artista e il suo impegno nella formazione di innumerevoli giovani artisti della danza in Africa (e non solo) – afferma Wayne McGregor – sono un retaggio che dovremmo valorizzare e celebrare mentre la sua inesauribile visione continua a essere fonte di ispirazione e di guida”.

La trentaquattrenne Oona Doherty, di stanza a Belfast, si impone nella scena britannica e poi in quella europea con il folgorante assolo Hope Hunt and the Ascension into Lazarus, che affronta con forza temi di identità, genere e religione generalmente tenuti lontano dai riflettori della danza.
“Gli interessi e le passioni della Doherty – dice McGregor – e il suo istintivo essere controcorrente non si sono mai incontrati con il mondo della danza istituzionale. Ispirata dalla cultura club e da una danza fuori dalle regole, la Doherty ha affinato la sua arte per tentativi, con un approccio creativo poco ortodosso, senza filtri e coraggioso. Significativo nel suo lavoro è come riesca a raggiungere e parlare a quanti di solito non vanno a teatro. La sua danza comunica superando confini e generazioni, va dritta al cuore come una freccia. Oona Doherty dimostra un talento eccezionale nel lavoro con i non-danzatori e le comunità locali, che spesso integra con grande intuito e umanità nei suoi spettacoli in tournée. Questo premio ricorderà al mondo che non c’è un unico modo per diventare un grande artista. L’arte è dentro di noi e verrà fuori, sempre”.

Al 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, che si svolgerà dal 23 luglio all’1 agosto, Germaine Acogny presenterà in prima italiana il suo ultimo assolo Somewhere at the beginning, un viaggio che tocca temi sensibili intrecciando storia personale e vicende collettive; Oona Doherty firma Hard to Be Soft – A Belfast Prayer sua seconda celebratissima opera in prima per l’Italia.

In passato il Leone d’oro alla carriera per la Danza era stato attribuito a Merce Cunningham (1995), Carolyn Carlson (2006), Pina Bausch (2007), Jirí Kylián (2008), William Forsythe (2010), Sylvie Guillem (2012), Steve Paxton (2014), Anne Teresa De Keersmaeker (2015); Maguy Marin (2016); Lucinda Childs (2017); Meg Stuart (2018), Alessandro Sciarroni (2019), La Ribot (2020).
Il Leone d’argento, dedicato alle promesse della danza o a istituzioni che si sono distinte nel far crescere nuovi talenti, in passato è stato attribuito al Performing Arts Research and Training Studios di Anne Teresa De Keersmaker (2010), Michele Di Stefano (2014), Dana Michel (2017), Marlene Monteiro Freitas (2018), Steven Michel e Théo Mercier (2019), Claudia Castellucci (2020).

Cenni biografici

Germaine Acogny (foto di Antoine Tempeì)

Franco-senegalese, nata il 28 maggio 1944, Germaine Acogny sviluppa una propria tecnica di danza moderna africana divenendo universalmente nota come la “madre della danza contemporanea africana”.
Dal 1977 al 1982 è Direttore artistico del Mudra Afrique di Dakar, fondato da Maurice Béjart e dal Presidente del Senegal L. S. Senghor. Danzatrice, coreografa, pedagoga, la Acogny è diventata influente ambasciatrice in tutto il mondo della danza e della cultura africane. Nel 1997 è nominata Direttore artistico del settore danza dell’Afrique en Creation di Parigi.
Con il marito Helmut Vogt, la Acogny crea l’École des Sables, un centro internazionale di danze africane tradizionali e contemporanee inaugurato nel giugno 2004. Situata a Toubab Dialaw (Senegal), l’École des Sables è un luogo di formazione e di scambio tra danzatori africani e danzatori provenienti da tutto il mondo, un luogo di incontro e di studio della danza e della coreografia africane.
La Acogny ha firmato numerosi pezzi per la sua compagnia JANT-BI, portati in tournée in tutto il mondo, ed è creatrice e interprete dei propri assoli. L’assolo A un endroit du début ha debuttato al Grand Théâtre du Luxembourg nel giugno 2015.
La Acogny è Chevalier de l’Ordre du Merite, Officier et Commandeur de l’ordre des Arts et Lettres, Chevalier et Officier de l’Ordre de la Légion d’Honneur della Repubblica Francese. Inoltre, è Chevalier de l’Ordre National du Lion e Officier et Commandeur des Arts et Lettres della Repubblica del Senegal. Nel 1999 la Acogny riceve il “Pioneer Woman” dal Ministero senegalese della famiglia e della solidarietà nazionale. Nel 2007 riceve, insieme al giapponese Kota Yamazaki, un Bessie Award a New York per la coreografia Fagaala. Nel 2018 ottiene un secondo Bessie Award per la miglior interpretazione dell’assolo Mon élue noire-sacre # 2 e un Premio alla carriera per la coreografia, il movimento, la danza dal Festival internazionale del Cairo per il teatro sperimentale e contemporaneo.
Nel gennaio 2019 la Acogny riceve l’ECOWAS (Economic Community of West African States) Excellence Award, categoria delle Arti e delle Lettere.
Germaine Acogny danza e coreografa per il corpo di ballo di XFactor l’apertura del quarto Live Show nel 2018. A lei è dedicata una delle cinque puntate di Dance, perché balliamo su Sky Arte nel 2019.

Oona Doherty (foto di Luca Truffarelli)

Oona Doherty, classe 1986, è una coreografa nord-irlandese residente a Belfast. Ha studiato presso St Louise’s Comprehensive College di Belfast, London Contemporary Dance School, University of Ulster e LABAN. Ha conseguito una laurea triennale e un master in Discipline della Danza Contemporanea.
Dal 2010 lavora con varie compagnie, tra cui: T.r.a.s.h. dance/performance group (Paesi Bassi), Abattoir Fermé (Belgio), Veronika Riz (Italia), Emma Martin/United Fall, Enda Walsh e Landmark Productions (Irlanda).
Fra le sue coreografie, che hanno vinto numerosi premi, si ricordano: Hope Hunt and the Ascension into Lazarus (2015), un assolo di 30 minuti con cui si aggiudica il Best Performer Award al Tiger Dublin Fringe (2016), il premio Aerowaves (2016/17), il Total Theatre Dance Award all’Edinburgh Fringe (2017) e The Place Dance Award sempre all’Edinburgh Fringe (2017); Hard to be Soft – A Belfast Prayer (2018), premiato come Best Dance Show 2019 secondo il quotidiano inglese “The Guardian”; Lady Magma – the birth of a Cult (2019).
E’ stata artista associata presso The MAC Belfast HATCH Artist (2016), Aerowaves selected artists, Prime Cut REVEAL Artist (2017), Maison de la Danse Lyon e La Briqueterie Paris Associate (2017-20), di nuovo The MAC Belfast HATCH Artist (2020).
Ha collaborato ai video musicali dei Rubber Bandits, Girl Band, Jamie XX. Ha partecipato al festival digitale Dancing Nation promosso da BBC Arts e Sadler’s Wells con Hope Hunt (2020). Carla Holmes firma un documentario sul suo lavoro artistico, Welcome To A Bright White Limbo, vincendo il Best Short Irish Film Awards e una menzione speciale al Tribeca di New York. (2020).
La sua ricerca coreografica si è estesa al mondo delle arti visive con una vera e propria esposizione:  Death of the hunter, presentata presso Golden Thread Gallery di Belfast, Lothringer 13 Halle di Monaco, ADC Gallery di Ginevra e Kanal – Centre Pompidou di Bruxelles.
Il suo assolo Lazarus and the concrete birds of paradise sarà in programma con il Ballet de Marseille entrando nel repertorio della compagnia.

Per ulteriori informazioni

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[In alto Ryan]

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