Lo spettacolo di Bolle, molto ben riuscito, apre l’anno con la speranza di una rinascita
Aveva promesso che il suo “Danza con me 2021” sarebbe stato il più bello di tutte le edizioni, ebbene, è stato così. Roberto Bolle che, come sappiamo, da anni è anche il direttore artistico della trasmissione che apre l’anno in prima serata su RAI 1, quest’anno ce l’ha fatta ad accontentare tutti i generi di pubblico. Chi voleva più danza l’ha avuta, non deludendo però quel pubblico che da uno show di inizio anno esige anche vedere dell’altro oltre ai balletti.
Uno spettacolo intelligente sin dall’apertura che presenta l’ospite di punta, Vasco Rossi, con in esclusiva il suo splendido ultimo brano: “Una canzone d’amore buttata via”. Ed ecco che vediamo il rocker nel Laboratorio Ansaldo del Teatro Alla Scala di Milano, luogo affascinante dove l’arte viene costruita e custodita, e quando partono le note della canzone inizia anche la coreografia di Mauro Bigonzetti, fluida, azzeccatissima, in cui ammiriamo Bolle con Virna Toppi, Agnese Di Clemente e Gioacchino Starace, che si lanciano in un incrocio di passi a due, momenti corali e assoli per raccontare l’amore in ogni sua forma.
Accanto a Bolle nella conduzione gli attori Miriam Leone, Stefano Fresi e Francesco Montanari al quale il ballerino affiderà il doppiaggio della sua voce ironizzando simpaticamente sul fatto che molti non la trovino così gradevole. Ma con Bolle anche Diodato, l’artista più premiato dell’anno, che con il ballerino ha duettato nel ruolo di James Bond (i cui panni erano rivestiti benissimo dall’aitante Roberto).
Ma continuiamo con la danza. Di gran pregio ed impatto “Cacti” di Alexander Ekman, che Bolle ha interpretato insieme alla Compagnia del Teatro dell’Opera di Roma. Un pezzo divertente, energetico, comunicativo, “una parodia dei cliché della danza moderna e dello sguardo dei critici sulla danza stessa, su cosa secondo loro gli spettatori devono vedere o no” (parole dello stesso Ekman), in cui abbiamo visto l’étoile in una veste nuova che finalmente lo trova capace di reinventarsi come danzatore. Un Bolle non solo danseur noble ma danzatore che via via sta andando sempre più verso una completezza formativa, adatta alla sua età e senz’altro ad altri ruoli nella sua futura carriera.
Non sono mancati i brani di repertorio classico come il passo a due del Cigno Nero e quello di Manon eseguiti dalla coppia Bolle – Nicoletta Manni a cui però si è preferito il passo a due “Step Addition” di Sébastien Galtier.
Meno interessante la presenza Michelle Hunziker, meno simpatica del solito (ma con qualche taglia in più di seno), che si è esibita con Bolle in un numero di musical in cui abbiamo sentito il ballerino impegnato anche nel canto. A lei è stata anche affidata la presentazione di un pezzo contro la violenza sulle donne, che porta anch’esso la firma di Mauro Bigonzetti. Un brano toccante eseguito con il massimo del pathos da Bolle (a cui certo non è congeniale il ruolo del cattivo) insieme alla prima ballerina della Scala Antonella Albano. Ancora una volta riscontriamo la preziosità di questa danzatrice che oltre alle capacità tecniche possiede quelle doti oramai perse nelle nuove generazioni di ballerini: quelle attoriali. Guardandola danzare si capisce sempre più quanta poca importanza abbia l’altezza delle gambe rispetto ad uno sguardo, un gesto, che fa la differenza tra una ballerina e una “grande” ballerina. Antonella Albano è una grande interprete, quindi una grande ballerina. L’unico neo di questo balletto è la lunghezza. Era troppo breve. Peccato, qualche minuto in più ci avrebbe soltanto deliziati anche se l’argomento non era certo delizioso.
Toccante anche l’interpretazione della poesia dell’attivista per i diritti civili Maya Angelou “Still I Rise” sostenuta dalla danza di Carlos Kamizele, il ballerino congolese di street dance che ha conquistato per l’Italia il titolo di Campione del Mondo, pur non avendo mai ottenuto la cittadinanza italiana.
Meno riusciti invece “Dante” per Bolle e Agnese Di Clemente insieme con la MM Contemporary Dance Company, un brano evocativo che interpreta gli echi infernali danteschi sempre attuali, e “Ghali Divertissement” in cui, sulle note di un medley costruito dal cantante appositamente per il programma, Bigonzetti ha costruito un colorato balletto stile hip hop per Bolle, Virna Toppi e la MM Contemporary Dance Company.
Ma come ogni degno spettacolo da feste natalizie non poteva mancare il finale con il tradizionale “Schiaccianoci” in una rivisitazione caleidoscopica che mescola realtà e sogno, musica e danza. Ottima, fresca e deliziosa, Agnese di Clemente nel ruolo Clara, come Beatrice Carbone in quello di sua madre, elegantissima in un abito nero che ne esaltava la consueta bellezza.
Lo show si è chiuso con le parole di Roberto Bolle che ha ricordato agli spettatori come in questo momento di paura da covid “il potere dell’arte ci mostri quello che torneremo ad essere”. Parole di speranza che fanno bene al cuore e che ci auguriamo davvero siano state ascoltate anche da chi ha il potere di fare qualcosa per gli artisti senza i quali non esisterebbe il bello (come scrisse Oscar Wilde). E noi uomini abbiamo tanto bisogno di bello, ora più che mai.
Grazie Roberto.
Francesca Camponero
[Nella foto in alto Roberto Bolle e Nicoletta Manni nel pas de deux del Cigno Nero]