Gli assessori alla cultura contro le misure dell’ultimo decreto Conte
Con la firma del nuovo Dpcm il presidente Conte ha decretato la chiusura di teatri, cinema e luoghi di spettacolo. Un duro colpo al settore in estrema sofferenza. Una chiusura che infligge un colpo mortale alla categoria degli artisti penalizzati sin dalla prima ora, ma soprattutto che priva il popolo di evadere dal orrore di questo periodo abbruttente sotto ogni aspetto.
Non poter andare più né a teatro, né al cinema vuol dire mortificare gli animi delle persone. Non si può fare così, non è giusto, e non fa neanche bene alla salute, quella per cui tanto il Governo proclama di battersi in questo momento.
Per fortuna c’è ancora chi tra i politici ha chiara l’importanza della cultura e ne cerca di tutelare l’operato e i lavoratori del settore. L’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso del Comune di Genova, insieme agli assessori alla Cultura di altre 11 grandi città italiane ha sottoscritto un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte in cui si chiede la revisione delle misure anti Covid del Dpcm, per riaprire teatri, cinema e sale da concerto.
«Il provvedimento appena assunto ha colpito un settore che ha adottato misure efficaci per contrastare il contagio – ha commentato Grosso – i cinema e i teatri sono assolutamente sicuri, come altri luoghi della cultura mantenuti aperti dal Decreto».
Nella lettera inviata oggi, e indirizzata anche ai ministri Dario Franceschini, Nunzia Catalfo, Stefano Patuanelli, gli assessori hanno dichiarato di considerare «opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica».
Inoltre, gli assessori hanno chiesto «un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre».
A lanciare l’appello sono stati gli assessori alla Cultura: Luca Bergamo (Roma), Adham Darawsha (Palermo), Filippo Del Corno (Milano), Eleonora De Majo (Napoli), Barbara Grosso (Genova), Francesca Leon (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Paola Mar (Venezia), Paolo Marasca (Ancona), Ines Pierucci (Bari), Paola Piroddi (Cagliari), Tommaso Sacchi (Firenze).
Francesca Camponero