La 29esima edizione del Festival Musicale del Mediterraneo si è aperta con la danza
Giovedì 3 settembre è iniziato il Festival Musicale del Mediterraneo, arrivato alla sua 29esima edizione. Un evento di grande successo nella città di Genova, realizzato con il sostegno della COMPAGNIA DI SAN PAOLO (Maggior Sostenitore) nell’ambito dell’edizione 2020 del bando “Performing Arts” con il contributo del MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo), di REGIONE LIGURIA, COMUNE DI GENOVA; e già patrocinato da UNESCO e dalla Commissione Nazionale italiana per l’UNESCO.
Questa edizione è partita con lo spettacolo inaugurale in doppia replica alle ore 19:30 e alle 21 intitolato “Minimalia, omaggio a Philip Glass” presso Palazzo Ducale, nel Salone del Maggior Consiglio. Evento live che è anche stato valorizzato con una diretta streaming sulla pagina Facebook del festival.
Si è assistito ad una PRIMA ITALIANA in coproduzione con Deos (Deos Danse Ensemble Opera Studio-Banda di piazza Caricamento-WWWWorldWideWomen. Italia, Slovenia, Russia, Messico, Tajikistan), in cui musica e danza si amalgamavano nel migliore dei modi. Parlare di Glass porta inevitabilmente il discorso sul tema del minimalismo americano, movimento d’avanguardia, sostenuto con vigore da lui e da pochi altri musicisti durante gli anni sessanta e settanta.
Ma il suo processo creativo è andato sempre più in evoluzione. Nel suo periodo minimalista si trattava di musica basata sulla struttura, ove l’elemento principale, il contenuto della musica, coincideva con la struttura. Il processo era la struttura della musica, ne era il contenuto. Ma in seguito si è allontanato da un tale punto di vista, inserendo elementi come il testo, o il movimento, o l’immagine; ecco allora che stiamo già parlando di una musica che si rapporta a se stessa in maniera diversa.
Ed è proprio a questo nuovo modo di intendere la musica di Glass a cui si allaccia la coreografia ad opera di Filippo Bandiera della Deos. In scena sono quattro elementi, due donne e due uomini che indossano tutti abiti neri. Entrano uno alla volta per poi ritrovarsi alla fine a danzare insieme gli stessi passi. Il loro è un disegnare lineee nello spazio, quelle linee che le note degli strumenti fanno vedere con le orecchie. Un effetto magico indubbiamente. Ogni danzatore ha il suo modo di muoversi, la sua personalità, che Bandiera è stato in grado di tirare fuori da ognuno di loro senza alterarne il carattere. Riconoscibilissime la classe e la forza di Francesca Zaccaria, ballerina straordinaria che abbiamo visto accanto a Pippo del Bono e che ha tenuto un laboratorio alla Folkwang-Hochschule di Pina Bausch, ma c’è anche la freschezza di Michela Cotterchio che ben interpreta le note brillanti del tema di Glass. Sulle note orientaleggianti si esibiscono i due uomini, lo stesso Bandiera e Massimo Cerruti, che forse a causa del pavimento di marmo su cui non è stato steso il consueto tappeto di linoleum idoneo per la danza, sembrano trattenersi un po’ nei salti e nelle cadute.
Lo spettacolo è piacevole, scorre assieme alle note del musicista di Baltimora, una performance ben riuscita grazie anche alle qualità del gruppo musicale di Banda di P.zza Caricamento, qui nel suo formato da camera.
Il festival proseguirà fino al 17 settembre. Per consultare il programma basta andare su: https://www.echoart.org/.
Francesca Camponero