Nessuna parola per ballerini e operatori dello spettacolo dal vivo nel nuovo Dpcm di Conte
“Danzatrice TU CHI SEI?
Già… tu chi sei…?!? Tu che entri in sala, posi la tua borsa vicino al piano, saluti tutti, spalanchi l’anima, i polmoni, guardi ogni passo che dovrai fare e affronti la giornata…
Chi sei.. danzatrice?tu che spesso vieni vista come un marziano e non come un semplice essere umano con gli stessi problemi di tutti.
Chi sei tu…?
Eh già, io so chi sei. Sei una danzatrice.
Sei quella che si sveglia la mattina sapendo di dover mettere davanti a tutto e tutti una disumana voglia di star bene, quantità industriali di sorrisi, valanghe di energia e soprattutto tanto ma tanto impegno a far sempre bene quel che fai.
Tu sei quella che passa ore a provare passi coreografie, aggiornarsi, a leggere, a studiare, a correre per arrivare quel giorno della prima su quel palco pronta…
Danzatrice, tu sei quella che spesso ascolta cazzate di un’ignoranza e presunzione disarmante, sei quella che spesso resta delusa perché magari dopo aver dato tanto ti voltano le spalle.
Tu sei quella che spesso percepisce la metà del compenso che vale, quello che non ha garanzie, che non deve ammalarsi ma va bene così.
Sei quella che nella maggior parte dei casi porta avanti più cose, fai migliaia di km per affrontare un’audizione o fai altri lavori perché magari solo con questo non ci si vive bene… perché sei precaria…
Sei quella che sa bene di avere un limite, quello del giorno in cui il tuo corpo ti ordinerà di smettere.
Eh già… tu sei questo… una che mette dietro a tutto questo mondo la vita personale, il proprio riposo, una che fa lezione anche se sta a pezzi, una che sorride anche se gli fa male l’anima”.
Queste le amare parole di una ballerrina del Teatro Massimo di Palermo, Lucia Ermetto, dopo aver ascoltato in tv la conferenza stampa del Presidente Conte riguardante il DPCM per la fase due. Uno sfogo più che giustificato che la danzatrice ha pubblicato su Facebook dopo aver sentito (o meglio NON aver sentito) che anche in questa occasione non è stato tenuto conto della situazione in cui vertono i corpi di ballo in questa situazione. Nel mio articolo del 19 aprile Informadanza ha denunciato il fatto che non è possibile per i ballerini professionisti tirare avanti in questo modo, facendo esercizi in casa o al massimo nei loro giardini. Ho anche fatto pervenire personalmente l’articolo con una lettera di accompagnamento al Ministro Franceschini, ma, evidentemente, ancora una volta in Italia è più importante il calcio dell’arte.
Ed ecco che il Dpcm del governo Conte oltre ad averci fatto intendere che per fortuna da oggi, 27 aprile, ci sarà un allentamento del regime restrittivo e una ripartenza per un’ampia porzione delle attività produttive, all’attività fisica degli atleti dedica il punto g) dell’Art. 1 che detta così:
“sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali. A tali fini, sono emanate, previa validazione del comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, apposite Linee-Guida, a cura dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del CONI ovvero del CIP, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva”
Nessuna parola per i ballerini, che oltre ad essere degli atleti, sono degli artisti, quelli che tengono alto il nome della cultura in Italia con realtà come il Corpo di Ballo della Scala, del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro Massimo di Palermo. A cui vanno aggiunte le realtà delle Compagnie di danza contemporanea come Aterballetto, Balletto Teatro Torino, Compagnia Zappalà, Atzewi Dance Company e via dicendo.
Mentre decine di migliaia di addetti e artisti firmano appelli e si prodigano in surrogati virtuali di palcoscenici, camerini, sale da concerto, sartorie, buche d’orchestra, sale prove e conferenze stampa, facendo sapere che esistono e sono vivi, non una sola parola per ricordare, se non rassicurare, il mondo dello spettacolo dal vivo. Nessuno ha spiegato ai funzionari del Mibact, in modo che arrivasse anche alle orecchie del ministro, che un altro mese di embargo significa, per molti, il rischio di non riapertura. La devastazione economica di una generazione di artisti e operatori del settore.
Bastava scrivere dieci righe a farle leggere ieri al presidente Conte. Spiegare ai milioni di italiani che l’hanno ascoltato che lo «spettacolo dal vivo» che in autunno rischia di non rispondere all’appello delle nuove stagioni, è qualcosa di serio e che va difeso da tutti.
Perchè non c’è famiglia italiana che non abbia all’interno un figlio, o un cugino, o un nipote che allo «spettacolo dal vivo» s’è votato e fino a due mesi fa ha vissuto di quello. Per una passione incontenibile riconosciuta al minimo guadagno. Beh molti di quei figli, cugini, nipoti, oggi non sanno ancora se e quando potranno salire su un palco e quindi guadagnarsi il pane quotidiano.
Fino a quando sia il Ministro della Cultura Franceschini che il Presidente del Consiglio Conte, vorranno dimenticarsi di loro?
Francesca Camponero
[Nella foto in alto, un workshop di Alex Atzewi]