Il coreografo genovese Carlo Torre se n’è andato. In punta di piedi, com’era solito vivere
Quando manca una persona che si conosce è sempre un dolore; se in passato questa persona è anche stata un tuo amico, il dolore è ancora maggiore. Purtroppo la triste notizia della morte dell’ex ballerino e coreografo genovese Carlo Torre mi è arrivata stamattina1 aprendo Facebook dove era pubblicata una sua foto e un saluto che la diceva lunga.
Conoscevo Carlo da quando eravamo ragazzini, studiavamo insieme alla Scuola di danza classica di Maria Luisa Capiferri, a quei tempi in P.zza Campetto a Genova. Devo essere sincera: Carlo non era aiutato da grandi doti naturali per il balletto, ma per questo lavorava sodo, ancor più di altri, e la sua strada nel mondo della danza era riuscita a crearsela.
Per ricordarlo preferisco pubblicare un articolo che la mia collega del Giornale Giulia Guerri scrisse in data 01/09/2012 quando Carlo cominciò la sua avventura con il «Balletto di Liguria», da lui creato per promuovere la danza nel suo territorio.
“Se ripensa agli inizi, al suo inizio, gli viene da sorridere: finito nel mondo della danza quasi per una sfida con se stesso, per dimostrare agli amici del sabato sera in discoteca, che in fondo non era così scarso a ballare. Lui che fino a 16 anni aveva fatto solo judo e ju jitsu e che di pliè, grand pliè e relevé non aveva quasi mai sentito parlare. E poi? «Poi nel giro di un anno ero a Londra con una borsa di studio. Dopo due o tre anni in compagnia a lavorare. Non so, la danza mi era congeniale».
Carlo Torre, ballerino con Carla Fracci, il balletto di Parigi, Montreux, che ha lasciato la danza per l’insegnamento, la coreografia e la sua compagnia «Balletto di Liguria», ora la sfida la lancia a Genova. Alla sua città, dove la danza, questa sconosciuta, è ancora un mondo inesplorato e misterioso.
Con i suoi ragazzi, tre donne e due uomini, ha messo in piedi «Carmina Burana» di uno spettacolo fatto di tecnica e una buona dose di emozioni, giocato sull’equilibrio dei danzatori con una struttura di metallo che entra in scena dal primo istante e balla con loro fino alla fine. Parecchie date in estate e altrettanto successo, tra le Riviere e la Superba, e poi di nuovo il 29 settembre al Teatro Garage, con ingresso gratuito.
Con una scommessa: «Abituare la gente ad andare a vedere la danza, facendo spettacoli che non siano riservati agli addetti ai lavori», dice Carlo Torre che oltre «Carmina», con la sua compagnia ha già un repertorio pronto da mettere in scena. «Il punto è che a Genova manca la cultura di andare a vedere la danza, manca la pubblicità, mancano i giovani che ballano. Il Comune potrebbe promuovere la danza, impostare delle collaborazioni». Loro, come «Balletto di Liguria» stanno cercando i contatti per uscire fuori regione e ce ne sono già di ben avviati. Ma il punto è un altro: insegnare a Genova a ballare”.
Francesca Camponero
[Nella foto in alto: Carlo Torre sulla scena]
Un saluto al caro amico e ballerino iniziammo entrambi dove lui ha concluso la sua vita eravamo allievi di Elena Del Grande che pochi ricordano perche anche lei ci lasciò molto giovane è una piccola precisazione che vuole aggiungere la sua formazione come professionista grazie