All’Arena di Verona, nella Traviata in memoria di Zeffirelli spicca la classe di Giuseppe Picone
Si è conclusa poco dopo mezzanotte del 22 giugno 2019 la Traviata di Zeffirelli in Arena di Verona trasmessa in diretta su Rai 1 per ricordare il grande regista appena scomparso. Uno spettacolo grandioso che ha visto grandi nomi sul palco e grandi nomi in platea, doveroso omaggio a chi ha amato quest’opera di Verdi forse più di ogni altra e che a 96 anni ha firmato questa nuova produzione areniana con la gioia quasi fanciullesca di realizzare un sogno, dal momento che da anni portava con sé bozzetti per il nuovo allestimento.
“Un sogno che è diventato realtà”, come ha detto il tenore Vittorio Grigolo che ha presentato la serata televisiva con Antonella Clerici, ma non si può negare che l’assenza del regista si sentiva , forte, benché celebratissima.
Uno spettacolo di pregio sotto tutti i punti di vista, con Daniel Oren sul podio alla guida di Orchestra e Coro e con un cast di cantanti che oggi sono stelle internazionali come Aleksandra Kurzak (Violetta), Pavel Petrov (Alfredo) e Leo Nucci (Giorgio Germont).
Ma noi ci vogliamo soffermare sul balletto del secondo atto, secondo quadro, quando a casa di Flora è in programma una festa in maschera. La danza delle Zingarelle e dei Mattadori che in questa produzione porta la firma di Giuseppe Picone.
L’attuale direttore del Ballo del San Carlo di Napoli ci ha regalato una splendida coreografia dove nulla è stato stravolto, ma anzi si è esaltata la tradizione. Un tocco di classe in cui il corpo di ballo ha esguito perfettamente i passi sciolti ed eleganti dettati da un maestro della danza classica come Picone.
Picone ha anche intepretato il Matador facendo coppia con un’altra etoile che all’Arena oramai è di casa, Petra Conti, Principal dancer al Boston Ballet insieme al marito Eris Nezha. Anche in questo l’etoile partenopea ha dimostrato la sua splendida grinta e passionalità calzando perfettamente il personaggio di Piquillo, un toreador che per conquistare la sua bella ha ucciso ben cinque tori nell’arena.
E se abbiamo tutti applaudito con calore gli artisti della danza, sorge spontanea anche qualche domanda come: chissà se il Presidente della Repubblica che ieri con gli altri politici era in prima fila a celebrare Zeffirelli è veramente consapevole della reale situazione della Fondazione Arena di Verona? È al corrente che l’Arena non ha più il corpo di ballo perchè è stato brutalmente liquidato? Sa che sono stati ridotti gli stipendi delle masse artistiche, mentre invece sono state raddoppiate le posizioni dirigenziali e le conseguenti remunerazioni?
Tutto questo mette una nube a tutto ciò che ieri luccicava ed il grazie per questa diretta Rai che ci ha allietato la serata di ieri va ai lavoratori, ai cantanti, ai coristi, agli impiegati, agli operai della Fondazione Arena. Solo a loro è andato l’applauso di chi sa cosa è il teatro, ne conosce la fatica e ne apprezza il valore.
Francesca Camponero