Premiare tutti ai concorsi non fa bene, soprattutto ai ragazzi
Reduce da diversi concorsi di danza di cui non faccio nome e in cui ho preso parte come giurato, mi vedo costretta a prendere in esame nuovamente la triste situazione di queste realtà.
I concorsi di danza hanno preso campo tanti anni fa con il buon intento di aiutare i giovani talenti ad emergere, avere un aiuto allo studio e facilitare così il loro sbocco professionale ad alto livello.
La selezione ai vari concorsi, che agli albori erano ben pochi e di alto livello, prevedeva che le insegnanti preparassero i loro migliori allievi al di fuori degli orari di lezione per far sì che questi presentassero le loro variazioni con la quasi certezza di essere classificati da persone competenti e di essere, nel caso di classificazioni, conseguenzialmente inseriti in grandi compagnie o in corpi di ballo di prestigio.
Erano i tempi in cui le competizioni si potevano contare sulla punta delle dita di una sola mano, infatti esistevano solo concorsi come Varna International Ballet Competition, Prix de Lausanne ecc. che in effetti erano in grado di garantire ai vincitori un brillante avvenire. Ricordiamo infatti i grandi nomi usciti da quei concorsi: Ekaterina Maximova (Varna 1964), Mikhail Baryshnikov (Varna 1966), Patrick Dupond (Varna 1976), Paola Cantalupo (Medaglia d’oro Prix Lausanne 1977), Jean Christophe Maillot (Prix Lausanne 1977), Frederic Olivieri (Prix Lausanne 1977), Alessandra Ferri (Prix Lausanne 1980), Sylvie Guillem (Varna 1983), Viviana Durante (Prix Lausanne 1984), Eugenio Buratti (Prix Lausanne 1984), Aurélie Dupont (Varna 1992), Federico Bonelli (Prix Lausanne 1996), Alina Cojocaru (Prix Lausanne 1997), Friedemann Vogel (Prix Lausanne 1997) e più recentemente Daniil Simkin (Varna 2004).
Ma sulla falsariga di queste gare di pregio e cavalcando l’onda di certi programmi tv che mettono in copetizione i ragazzi con promesse di carriera effimere hanno preso campo concosi di ben più basso profilo e così è iniziato un grosso business che fa bene solo agli organizzatori.
I concorsi di danza sono diventati quindi un fenomeno di massa che prevede l’adesione di partecipanti di qualunque livello, ma soprattuto la premiazione di tutti pur di non scontentare scuole, maestre, genitori, zii ed amici tralasciando invece l’obiettivo importante: il futuro dei ragazzi.
I giurati spesso si trovano in imbarazzo nel dover attribuire premi anche ai non meritevoli, ma quando si fa presente la cosa, l’organizzazione risponde: “Mi spiace ma dobbiamo accontentare tutti. Tutti di qui devono uscire contenti”. E in tal modo ognuno torna a casa con una coppa di plastica da sistemare sulla mensola della propria cameretta e se proprio è più bravo degli altri anche con un pezzo di carta che gli consente di prendere parte ad uno stage estivo a cui potrà accedere magari con uno sconto del 30% o 50 %.
Questa è la condizione che certo non si può dire rosea, ed è anzi drammatica. Ma pur avendo denunciato questo da tempo, ci rendiamo conto che la situazione non è cambiata, anzi è andata via via peggiorando ed allora però non stupiamoci se la danza sta andando sempre più a fondo.
Detto ciò non vogliamo fare di tutte le erbe un fascio, per fortuna esistono ancora concorsi seri, con organizzatori competenti che dedicano molte energie a fare le cose bene, componendo un’ottima giuria e rilasciando premi che sono borse di studio in denaro che permettono ai ragazzi di scegliere loro dove andare a perfezionare i loro studi. Attenzione perciò a leggere bene i regolamenti, a interessarsi dei curriculum vitae dei vari giurati e quindi capire dove è giusto investire il proprio denaro e le proprie forze.
Francesca Camponero
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