Angelin Preljocaj ci racconta il suo Winterreise
C’erano tutte le giornaliste e critiche della danza ieri alla Sala Gialla del Teatro alla Scala dove Angelin Preljocaj ha presentato il suo ultimo lavoro, Winterreise (Viaggio d’inverno) che andrà in scena in prima nazionale il 24 gennaio prossimo.
Il coreografo francese era accanto ai suoi fedelissimi collaboratori la designer Constance Guissset e il light designer Eric Soyer,ed al basso-baritono Thomas Tatzl, al suo debutto alla Scala.
Ad introdurre l’illustre gruppo il direttore del Ballo Frederic Olivieri, visibilmente contento per questo nuovo progetto andato in porto grazie anche alla Fondazione Francesca Rava a cui sarà dedicata l’anteprima di mercoledì 23 gennaio.
Ad iniziare la conferenza è stato proprio Preljocaj che torna a collaborare con il Corpo di Ballo scaligero dopo diversi anni per la nuova tappa del fortunato e stimolante ciclo di balletti su musica da camera.
“È stata la meravigliosa musica di Schubert che mi ha dato l’occasione di creare questo balletto. Conoscevo Winterreise da tanto tempo ed era da un po’ che mi frullava in testa di creare qualcosa su queste note, ma rimandavo sempre. Qui con la Scala ho avuto finalmente l’occasione di realizzare il mio progetto.
I progetti su musica da camera per la loro struttura creano una sorta di intimità fra i vari elementi protagonisti dello spettacolo che in questo caso sono tre: musica, danza e pubblico. Un triangolo magico, per una conversazione intima.
La musica di Schubert su testo di Muller mi riporta a Gothe e ai Dolori del giovane Werter… Anche Witwrreise è un suicidio a rallentatore, dove è persistente il desiderio della morte. Un doppio binario con la Petit morte, ovvero l’orgasmo sessuale… Del resto ricordiamo che Schubert è morto di sifilide, per questo viene naturale pensare alla connessione tra morte e piacere sessuale.
La struttura del balletto non è narrativa – dice ( parlando rigorosamente in francese) Preljocaj – ma ha una forma aperta che si muove liberamente fra i ricordi e i momenti di melanconia. Una struttura che non prevede un protagonista. Sono 12 i danzatori in scena che creano un’unica personalità ”femminile”, come un diamante dalle diverse sfaccettature.
I costumi da me creati hanno colori fumo e petrolio che si collegano bene con le parole cantate del testo. Ho fatto un lavoro profondo sui materiali per creare anche nei costumi quel passaggio di colore che segue il testo. Ci sono 24 momenti differenti in Winterreise che vanno dalla tristezza alla gioia, per tornare alla malinconia della solitudine. Lo spazio ovattato della scenografia di Constance Guissset restituisce questi 24 momenti come un’esplosione di pensiero. Infatti è il pensiero ad essere protagonista di questo viaggio che assomiglia molto al viaggio della vita, che io immagino come un giardino d’inverno.
Ho scelto 12 danzatori dell’organico scaligero (Antonella Albano, Virna Toppi, Alessandra Vassallo, Stefania Ballone, Chiara Fiandra, Agnese Di Clemente, Marco Agostino, Christian Fagetti, Matteo Gavazzi, Marco Messina, Eugenio Lepera, Andrea Risso), che si sono dovuti adattare ad un linguaggio coreografico che non è il loro,ma che molto velocemente sono riusciti a fare loro. Sono molto soddisfatto”.
Beh, dopo quest’accattivante presentazione, non ci resta che aspettare trepidanti il debutto di quello che sarà senz’altro un altro capolavoro.
Francesca Camponero
Per saperne di più, appuntamento il 22 gennaio alle ore 18 al Ridotto dei palchi A. Toscanini per l’incontro “Prima delle prime – Balletto” realizzato dal Teatro alla Scala in collaborazione con Amici della Scala. Marinella Guatterini ne parlerà nell’incontro dal titolo “Danzatore sono arrivato e danzatore parto”. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
V. anche il video: Francesca Camponero presenta Winterreise di Angelin Preljocaj, presto in scena alla Scala