Al Madre l’esibizione Death Speaks del duo Matteo Stella Dance Arts
Una prima assoluta site-specific per l’esposizione Robert Mapplethorpe. Coreografia per una mostra, protagonista il duo formato dal coreografo Matteo Levaggi e dall’artista visiva Samantha Stella in scena con il ballerino del Corpo di ballo del Teatro San Carlo Salvatore Manzo.
Terzo appuntamento del programma performativo prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee
Domenica 20 gennaio, ore 18.00, al terzo piano del Madre, il museo d’arte contemporanea della Regione Campania, in scena Death Speaks del duo artistico Matteo Stella Dance Arts per il nuovo appuntamento performativo della retrospettiva Robert Mapplethorpe. Coreografia per una mostra (15.12.18 – 08.04.19), curata da Laura Valente e Andrea Viliani.
L’esibizione Death Speaks, commissionata e prodotta dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, sarà una prima assoluta site-specific per Coreografia per una mostra, un omaggio unico ad uno dei più grandi fotografi del XX secolo, ideato ed eseguito dal duo artistico Matteo Stella Dance Arts, formato dal coreografo Matteo Levaggi e dall’artista visiva Samantha Stella con la partecipazione del ballerino del Corpo di ballo del Teatro di San Carlo Salvatore Manzo, al debutto al Madre per questa mostra evento.
La performance Death Speaks è ispirata alla mostra e all’omonimo album del 2013 di David Lang, compositore statunitense vincitore del Premio Pulitzer per la musica (2008).
L’intervento artistico rimanda al concept del percorso espositivo, incentrato sui colori rosso, nero e bianco, e sul dialogo delle fotografie di Mapplethorpe con le opere archeologiche, antiche e moderne.
Caducità ed eternità, bene e male, bellezza, tensione in dialogo con stilemi del passato storico della danza e dell’arte, sono tematiche care a Stella e Levaggi, che qui si uniscono ad echi cinematografici lynchiani dando tridimensionalità alle immagini di Mapplethorpe, rievocando l’ossimoro tra la ruvidezza delle stesse, al limite della violenza, con soggetti tratti dall’underground americano, e la rappresentazione di un ideale estetico vicino al gusto classico.
Death Speaks si svilupperà in quattro sale della mostra, proponendo dei “quadri scenici” che riprendono le produzioni più significative di Stella e Levaggi. Tra cui il triangolo disegnato sul pavimento di Preludio per una Sinfonia in Nero, rappresentato all’Ace Museum di Los Angeles (2014); il busto rosso fiamma della divinità greca Hebe, dea che dava il nettare dell’immortalità, riproduzione di una parte della statua di Bertel Thorvaldsen (1815); la postura a crocifisso utilizzata nella produzione Le Vergini (2011); il busto bianco, riproduzione dell’Apollo del Belvedere (II sec. d.C.) custodito nei Musei Vaticani, dio delle Arti, della Musica della Poesia e della Profezia, ma anche seminatore di morte e distruzione, che appare nella performance Hell23 presentata all’Istituto di Cultura di Los Angeles (2016). E ancora, le incomprensibili parole sussurrate in loop utilizzate in diverse produzioni degli artisti, attraverso l’amplificatore customizzato con il crocifisso tratto dall’installazione God Loves You di Stella (2017). Ma il richiamo più forte dell’intervento è all’atto Red della trilogia Primo Toccare (2008-2010 ad oggi la creazione più significativa di Levaggi e Stella (progetto da lei firmato come Corpicrudi).
L’intervento di Matteo Stella Dance Arts segue le produzioni di Olivier Dubois e Vadim Stein. Dubois ha dato inizio al cartellone delle performance, in occasione dell’opening della mostra, con la coreografia originale In Dialogue With Bob, in cui sono stati coinvolti giovani danzatori campani del progetto Abballamm!, mentre Stein ha presentato la coreografia The Floating Grace, e ricevuto il Premio Speciale Coreografo Elettronico 2018 per il progetto di video-arte Immortal Lover.