Impeccabile il Gala dell’Accademia Princesse Grace
Non c’erano molti dubbi in proposito riguardo l’esecuzione di fine anno degli allievi dell’Accademia Princesse Grace, che infatti il 23 e 24 giugno 2018 alle 20,00 alla Salle Garnier di Monte Carlo hanno dato eccellente prova della loro preparazione.
Ogni anno la prestigiosa Accademia, fondata nel 1975 in seguito alla volontà della Principessa Grace e del Principe Ranieri III, offre al suo pubblico un galà di gran classe che permette di ammirare l’eccezionale livello degli studenti che studiano all’interno di quella che fu il centro diretto in passato da Marika Besobrasova e che, attualmente, è sotto la direzione artistica di Luca Masala.
L’Accademia che gode di una reputazione internazionale oltre ad essere un focolaio di talenti è anche una scuola di vita in cui gli studenti imparano l’importanza di essere responsabili della propria carriera, e disciplina e rigore si sono visti benissimo nelle loro esibizioni in quanto senza di questi sappiamo tutti che sarebbe impossibile raggiungere gli alti livelli constatati.
Hanno aperto il galà sette degli otto studenti che si sono diplomati quest’anno a cui si sono già aperte le porte di grandi compagnie internazionali a cui faranno ingresso il prossimo settembre. I ragazzi, tra cui anche un italiano, Martino Semenzato, hanno presentato le variazioni più esemplari del repertorio classico. Le ragazze si sono esibite in quelli che sono gli assoli che richiedono più virtuosismi tecnici, dalla variazione di Kitri dal Don Chisciotte a quella dell’Etoile da Paquita ed ancora quella di Nikiya da La Bayedere, mentre i maschi hanno dato gran prova di sè nelle variazioni di James da La Sylphide e in quella di Basilio dal Don Chisciotte, dove il canadese Shale Wagman, 1o al Prix de Lausanne, con un contratto già stipulato con l’English National Ballet di Londra, ha letteralmente “buttato giù il teatro” dagli applausi ricevuti a scena aperta.
La seconda parte dello spettacolo comprendeva una serie di brani creati sulle danze ungheresi di Brahms. Queste ventuno famose danze, la cui musica evolve tra l’universo gitano e il romanticismo, hanno permesso di mettere maggiormente in luce tanto la tecnica quanto la personalità dei vari danzatori, nonchè hanno dato modo ai vari coreografi convocati per l’occasione di proporre diversi stili che vanno dal neoclassico al contemporaneo.
Ogni coreografia è stata assolutamente entusiasmante, stuzzicante, innovativa ed azzeccata. Alcune presentavano anche un lato ironico come quella di apertura di Youngseo Ko, altre erano più passionali (per i passi a due), altre, come le ultime ad opera del maestro dell’accademia Professeur Principal Michel Rahn, hanno messo in evidenza l’intero gruppo di allievi con disegni coreografici schematici e puliti. Un plauso sicuramente va ai coreografi di casa nostra Eugenio Buratti e Francesco Nappa a cui sono state affidate ben sei danze su cui creare.
Insomma indiscutibilmente si può affermare che questa Accademia resta un fiore all’occhiello per Montecarlo che, oltre alla bellezza del mare, dei negozi di lusso e del Casinò splendente, può vantarsi anche di preparare grandi artisti nel mondo della danza.
Francesca Camponero