Aterballetto debutta a Milano con Tempesta
Chi conosce La Tempesta di Shakespeare certo conoscerà i temi che tocca. Libertà e prigionia sono i due elementi fondamentali di quest’opera, dentro la quale Shakespeare ricorre al mondo meraviglioso dei maghi, degli elfi e delle fate fondendone le azioni con la vicende umane. Una magia nuova, una magia rinascimentale ben diversa da quella medievale, considerata superstiziosa e stregonesca. E poi c’è il discorso dell’avidità: molti cortigiani sono disposti a commettere crimini pur di comandare invece di servire. I due unici personaggi che non sono corrotti, sono gli unici che si amano, gli unici ad essere innocenti. E proprio con la Tempesta di Shakespeare che Aterballetto ha deciso di affrontare il balletto ‘narrativo’ attraverso il movimento garantendo una chiara leggibilità della storia di Shakespeare, senza rinunciare ad aprire dimensioni visionarie.
Lo spettacolo debutterà martedì 12 giugno al Teatro Strehler ed è una nuova coreografia di Giuseppe Spota sulle musiche originali di Giuliano Sangiorgi con la drammaturgia di Pasquale Plastino e prodotta da Aterballetto.
Si partirà proprio da una tempesta, quella che, possiamo immaginare, ha portato Prospero e Miranda a naufragare sull’isola, per poi ripercorrere la linea degli eventi delineata da Shakespeare, evidenziando alcuni nuclei tematici di forte profondità umana.
“Lavoro a questa Tempesta da più di un anno – ha raccontato Giuseppe Spota in conferenza stampa – e mi sono molto appassionato. Il titolo ha stimolato la mia creatività perché diverso dal ‘solito’ Shakesperare; ad esempio in questo dramma non c’è la vendetta di sangue finale. Testo profondo sul rapporto padre/figli e sul cambiamento della personalità che avviene sull’isola che mi sono divertito ad indagare. È stato difficile contenere il tutto in un’ora e 10 minuti! Un appassionante lavoro in team ha portato a un continuo e dialettico scambio di idea che credo appassionerà anche il pubblico. La colonna sonora di Giangiorgi è orginale si è concretizzata in un landscape melodico, techno, elettronico, tribale a seconda delle scene e della sottolineatura emotiva che intendevamo dare. Anche la scenografia in questo pezzo è in movimento: ho utiizzato molto il set per sostenere la trasformazione dei personaggi”.
Il plot è stato diviso in 12 quadri ove il racconto è privo di parola, è la danza a parlare descrivendo le situazioni e a rendere il clima più vero. Protagonista è Calibano (Philippe Kratz), ma ci sono naturalmente Prospero (Hektor Budlla), Miranda (Martina Forio), Arie (Serena Vinzio), Ferdinando (Giulio Pighini).
Rappresentare la Tempesta proprio al Piccolo Teatro non è a caso, la compagnia ha infatti voluto rendere omaggio a Giorgio Strehler con qualche citazione nel personaggio di Ariel.
Lo spettacolo sarà in scena fino a giovedì 14 giugno.
Francesca Camponero