La Lettera di Clara Laganà miglior coreografia al Piccolo Concorso “Giosuè Carducci”
A cornice preziosa della primissima edizione del Piccolo Concorso “Giosuè Carducci” scriviamo dell’ensemble Kineses, con sede a Certaldo, nel paese natale dello scrittore Giovanni Boccaccio.
Quasi a voler mettere i puntini sulle “i” di questo immaginifico festival “Giosuè Carducci”, così indissolubilmente legato ai versi letti e coreografati in scena. In una miscellanea di emozioni che ha coinvolto il pubblico e la critica intorno a Chiara Laganà ed alla sua coreografia epistolare sullo spartito di Ezio Bosso con il Premio della Critica assegnato ad una storia tra le storie. Scriviamo de “La Lettera”, di cui ce ne parla la stessa coreografa:
l’idea del balletto è nata dal titolo del brano musicale di Ezio Bosso “Split, Postcards From Far Away” (Separare, Cartoline Da Lontano), quindi ho iniziato a spaziare con la testa ascoltandolo ripetutamente e da lì pian piano sono venute fuori un po’ di idee e mi sono chiesta se oggi c’è ancora qualcuno che manda cartoline o scrive lettere a parenti e amici. O invece comunichiamo solo attraverso uno schermo che, appunto, ci separa? Dove è andata a finire l’importanza e l’emozione del ricevere, scartare e leggere una lettera in formato cartaceo? Da qui la storia. Il balletto è ambientato negli anni Quaranta, nel pieno della seconda Guerra Mondiale e, tra caos e disperazione, la protagonista Matilde finalmente riceve “La Lettera” che aspetta da tempo del suo amato Arcibaldo, soldato arruolato in guerra. Con entusiasmo vorrebbe condividere la sua immensa gioia con le amiche che, a loro volta, stanno aspettando “La Lettera” che non arriva mai. E così tra gelosie e cattiverie gliela portano via e, nel culmine della sua disperazione, c’è solo una bimba di nove anni che ritrova “La Lettera” e gliela restituisce. Lo scopo della coreografia è quello di ridare valore alla lettera come mezzo di comunicazione e ho cercato quindi di immedesimarmi in una ragazza che ogni giorno, durante quei momenti difficili, aspettava con ansia notizie dal suo amato, attribuendo nuovamente valore a ciò che oggi è quasi scomparso. Allo stesso tempo ho voluto sottolineare la bontà d’animo che caratterizza i bambini contrastata dall’egoismo, dalla gelosia e dalla cattiveria che spesso si vede tra gli adulti.
Così non ci fa specie che tra i vincitori della vetrina del Piccolo Concorso “Giosuè Carducci” “DANZA L’AUTORE” ci potesse essere Chiara Laganà, accanto a Giulia Diana con “Anche i muri hanno le orecchie” e “Dentro una bolla” su musica di Ezio Bosso, Jessica Toccacielo con “Caotico” su musica di Renè Aubry e Cecilia Testi con “La muraglia” su musica ancora di Ezio Bosso.
Da lì il passo per il premio per la migliore coreografia assegnato a proprio “La lettera” di Clara Laganà, chiamata peraltro a collaborare con la direzione artistica del Piccolo Concorso “Giosuè Carducci” nella prossima edizione. Ma chi è la coreografa che ha stupito più di tutti la critica? E’ dunque Clara Laganà, trentenne figlia d’arte che a diciotto anni si è trasferita nel Regno Unito per studiare danza al Liverpool Institute for Performing Arts (LIPA), laureandosi nel 2011 in Dance in Performing Arts. Successivamente è stata in Israele con magnifici coreografi e compagnie israeliane tra cui Yasmeen Godder, Barak Marshall e la compagnia Vertigo.
“La danza contemporanea israeliana mi ha aperto un nuovo mondo – ammette Chiara Laganà – e dopo essermi laureata a Liverpool mi sono trasferita per un anno a Dundee per studiare alla SSCD (Scottish School of Contemporary Dance) ed approfondire l’aspetto tecnico e coreografico proprio della danza contemporanea. Tornata in Italia, nel 2013 mi sono diplomata in Pilates Matwork con Jolita Trahan (fondatrice Pilates Network) a Firenze e nel 2015 sono diventata insegnante registrata RAD (Royal Academy of Dance di Londra).
E da lì è partita la nuova avventura che ha saputo scrivere e coreografare in una lettera, magari da indirizzare al nuovo punto di riferimento di Giosuè Carducci.
Massimiliano Craus
[Entramebe le fotografie sono tratte dallo spettacolo di Clara Laganà, La Lettera]