Notre de Dame de Paris al Carlo Felice, una collaborazione vincente
Se c’è una cosa che i francesi sanno fare meglio di tutti è quella di valorizzare le proprie eccellenze. Tutti conoscono prodotti enogastronomici come lo champagne, il cognac, il camembert, ma pochi sanno che lo stesso rigore viene applicato anche al mondo della danza. Le coreografie del grande Roland Petit possono essere rappresentate, infatti, soltanto sotto l’attentissima supervisione della omonima fondazione.
Genova non ospitava un balletto di Roland Petit da quarantatre anni, dal periodo d’oro dei Balletti di Nervi, quando ai Parchi si esibivano tutte le stelle di prima grandezza del firmamento della danza mondiale. Per questa ragione le tre serate con Notre Dame de Paris – forse il capolavoro del coreografo di Villemomble – al Carlo Felice vanno ricordate. Tre repliche dello spettacolo coprodotto da Les Ballets Roland Petit e dal Teatro dell’Opera di Astana che hanno rappresentato l’unica tappa europea della tournée internazionale del balletto kazako.
Al Carlo Felice abbiamo potuto ammirare una compagnia di balletto giovane, ma ricca di personalità e talento. Decine di ballerini coloratissimi nei costumi originali di Yves Saint Laurent (come nella versione originale del balletto che debuttò all’Opéra di Parigi nel 1965) che, circondati dalla scenografia di René Allio, interpretano la storia di Esmeralda e Quasimodo narrata nel celebre romanzo di Victor Hugo. Un vero e proprio balletto d’azione che, grazie anche alle musiche di Maurice Jarre, avvolge lo spettatore dal primo all’ultimo minuto (per la trama rimandiamo alla nostra scheda su questo balletto) e impegna il corpo di ballo con passi di marcia, piccoli salti ed échappeés disegnati da Petit su una partitura musicale assai ritmata.
I kazaki si sono distinti anche nei ruoli principali, almeno nella rappresentazione alla quale abbiamo assistito. Ci sono piaciute la tenerezza di Bakhtiyar Adamzhan nel ruolo di Quasimodo, la completezza di Arman Urazov nel difficile ruolo dell’arcidiacono Frollo e le linee morbide e allungate, la perfezione tecnica e la capacità espressiva, merce rara di questi tempi!, di Aigerim Beketayeva, Esmeralda.
La compagnia di Astana, diretta da Altynai Asylmuratova sotto la supervisione di Luigi Bonino (già braccio destro di Roland Petit al Ballet de Marseille e ora “conservatore” della sua opera, oltre che grande ballerino cresciuto alla scuola di Susanna Egri) ha così dato vita a uno spettacolo che niente ha da invidiare alla molto raccontata versione del 2013 alla Scala di Milano, con Roberto Bolle nei panni di Quasimodo e l’étoile di scuola moscovita Natalia Osipova in quelli di Esmeralda. O almeno, così ci piace pensare per tentare di risollevare le sorti della danza in quel di Genova, città dello scrivente e del portale.
Un’ultima notazione, di carattere non artistico, ma non per questo meno importante. Le tre rappresentazioni che si sono tenute al Carlo Felice sono il frutto di una collaborazione che il Teatro della Superba ha da qualche tempo instaurato con il Teatro dell’Opera di Astana. In particolare, ne abbiamo fornito un resoconto a proposito della fortunata tourneé in Oman della orchestra del Carlo Felice (direttore Giuseppe Acquaviva) che proprio insieme al balletto del Teatro dell’Opera di Astana diede vita ad alcune rappresentazioni del Lago dei Cigni alla fine dello scorso settembre.
Molto umilmente, ma non sommessamente, ci permettiamo di suggerire ai vertici delle organizzazioni culturali genovesi e italiane che la strada delle collaborazioni internazionali con teatri emergenti è quella da seguire.
Alberto Soave