Danzare storie. Racconti dal Festival “Ticino in danza”

Un buon successo di pubblico nonostante la pioggia ha premiato il Festival Ticino in danza che si è concluso ieri con una pomeridiana nello splendido stabilimento Saceba al Parco della Breggia. Tutte le performance hanno saputo regalare un racconto, un frammento di questa società contemporanea che sta perdendo sempre più il contatto con il corpo, con il suo passato e con la terra.

Viscerale. Profondo. Ancestrale. Spuren ha messo in scena tutta la potenza del rito delle Alpi. Sotto la pioggia battente il passato della tradizione incontra la società contemporanea, lasciando gli spettatori colpiti nella carne. Movimento, silenzi e canto. Lo scampanio atavico della montagna. Una suggestione continua che si ricongiunge al cuore dell’uomo.

Narrazione espressiva e di forte impatto quella messa in campo da beviamoci su no-game, il trio di danzatori ha reso al pubblico un frammento chiaro di vita giovanile, stimolando una riflessione sul tema del divertimento e dell’uso di sostanze che possono creare dipendenza. Il tutto senza mancare di offrire una magica eleganza del movimento: Uno spettacolo bello da vedere, forte da sentire. Ogni gesto traccia della storia. Di una serata come tante e tante e tante.

L’energia del movimento e l’incontro con il nostro corpo sono alla base del progetto CORPO percorso danza, di e con Alessia Della Casa sulle musiche di Giacchino Balistreri che ha coinvolto gli spettatori proponendo una nuova lettura del corpo danzato. La danza che va sentita attraverso l’esperienza oltre che goduta con lo sguardo. Una cascata di palline colorate rimbalzano tra il palco e il pubblico giocando con lo spazio, il tempo, la materia.

Leggerezza la parola chiave per la performance di Vanessa Van Wormer. Un momento di poesia danzata e di eterea beltà. Una venere del Botticelli che ricorda tutta la magia della natura.

Il viaggio del corpo e dell’anima. L’incontro, lo scontro. Il timore. La perdita e la ricerca. Due performance sul viaggiare, fisicamente o metaforicamente, dal forte impatto. Sono le parole musicate e danzate di Traduzioni e microsismi di Laura Di Corcia e Alessia Della Casa e l’interiorizzazione dell’incontro della performance tracce#2 di Katja Vaghi nella splendida cornice della SACEBA di Morbio. Il simbolo dell’industriarsi umano a confronto con la necessaria riscoperta di umanità.

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