Primordialità e rumori di guerra riempiono la Compagnia di Montecarlo
La Compagnia Les Ballets de Montecarlo ha sempre avuto nel suo DNA la voglia di nuovo. Nuovo inteso come promozione e diffusione delle novità a livello coreografico, con grande attenzione riguardo i talenti della danza internazionale. Per questa primavera 2017 ecco che la direzione artistica della Compagnia guidata da Jean-Christophe Maillot ha aperto le porta di casa a due coreografe di forte personalità che sul palco del Forum Grimaldi di Montecarlo hanno presentato dal 27 al 30 aprile le loro nuove fatiche .
Ad aprire lo spettacolo “CyTwombly Somehow” di Marie Chouinard, figura emblematica nel mondo della danza, il cui repertorio ha segnato la danza contemporanea degli ultimi 30 anni. Questa è la seconda collaborazione in cinque anni tra la coreografa del Quebec e la compagnia monegasca, ma questa volta, la Chouinard è stata invitata a realizzare un’opera appositamente per il fantastico gruppo guidato da Jean-Christophe Maillot. Chi ha visto e ricorda un’altra sua creazione, La sagra della primavera, presentata al Monaco Dance Forum nel 2009, non può non riscontrare analogie nel balletto di allora con questo: forte infatti l’attrazione per la primordialità che la si trova nei gesti dei ballerini che, nella nudità dei corpi, cercano di scoprire se stessi , i loro impulsi, la loro vitalità. Ognuno è diverso dall’altro nei movimenti, nell’espressione del volto, nell’affrontare il prossimo, ed in questo la coreografa è stata davvero grande, perché dimosta il minuzioso lavoro fatto su ogni artista della compagnia. Nella prima parte del balletto sono tutti sulle punte, maschi compresi, poi man mano che la musica incalza ed arrivano sudore e stanchezza, i ballerini hanno voglia di togliersi ogni orpello di dosso. Ed allora via le scarpe, fuori la voce (come rantolo) e la danza si tramuta in mimica primordiale. I corpi dei quindici interpreti che prima, pur vicini, non si toccavano via via sentono il bisogno di conoscersi meglio ed ecco che arriva la coscienza del tatto e la gioia che ne consegue . Mani, gambe, bocche, tutto non è più estraneo e diventa un’amalgama che accomuna. Oltre a firmare la coreografia, Marie Chouinard ha progettato l’illuminazione, arredamento e costumi, mentre la musica è una composizione originale del suo fedele collaboratore, Louis Dufort.
Totalmente differente dal precedente è il lavoro di Natalia Horecna dal titolo “But Behind the bridge”che vede impegnati 22 danzatori, molti dei quali abbiamo avuto modo di apprezzare sul palcoscenico del Carlo Felice di Genova nel Lac di Maillot di recente.
Nella sua creazione Natalia Horecna volge ancora una volta il suo sguardo verso quella società che non ha pietà del prossimo e per raccontare questo sceglie come protagonista Aylan Kurdi il bambino siriano morto annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa, la cui immagine ha fatto il giro del mondo. Quel bambino di soli tre anni, nato a Kobane, che scappava da una guerra che ha ridotto in polvere la sua città e ucciso migliaia di suoi compagni di giochi. In un gioco di danze che parte dall’amore di una famiglia felice poi straziata dal dolore della morte, la coreografa slovacca mette a nudo ogni sentimento umano. “But Behind the bridge” denuncia la guerra, le sue atrocità, le sue violenze, ma soprattutto racconta che la durezza del mondo non ha l’ultima parola. Anche se accanto agli individui il Destino è vigile e ineluttabile, si può anche essere più forti di lui se c’è la speranza. Sulle note forti di Purple Haze di Jimi Hendrix, ma anche su quelle dolcissime del Violin Concerto di Sibelius, uomini e donne si incontrano, si scontrano, si prendono e si lasciano, ma sanno anche ricongiungersi col deciso volere di andare avanti. Questa è la vita intesa dalla Horecna che con estrema sapienza, attraverso la sua danza, splendidamente eseguita dagli artisti de Les Ballets de Montecarlo, ci parla di quella generosità che deve esistere per rendere gli uomini migliori.
Francesca Camponero