Trittico di rango al Teatro dell’Opera di Roma
Tre nomi di fama, tre coreografi geniali, quelli scelti dalla direzione del ballo del teatro dell’Opera di Roma, nella felice mano di Elonora Abbagnato, per una serata di rango come quella presentata venerdì 31 marzo sul palcoscenico più importante della Capitale.
Robbins Preljocaj Ekman hanno messo a dura prova il corpo di ballo romano, che oramai si dimostra non solo pronto, ma preparato a tutti i generi di danza. E così il pubblico ha potuto apprezzare e divertirsi in The Concert di Robbin, una coreografia datata 1956 su musica di Frédéric Chopin, che sicuramente non dimostra gli anni che ha. La freschezza, ironia ed intelligenza del pezzo creato dal coreografo di West Side Story( il noto musical da lui concepito, diretto e coreografato), ha ancora una volta stupito per la sua genialità ed attualità. Primi ballerini, Solisti e Corpo di Ballo dell’Opera di Roma hanno offerto un’esecuzione ineccepibile tanto dal punto tecnico che interpretativo, regalando attimi di ilarità garbata dietro alle note splendidamente eseguite dalla pianista Enrica Ruggiero, anche lei spiritosa dal primo momento in cui si è seduta alla tastiera. Graziosissima ed accattivante Rebecca Bianchi, senza dubbio in un ruolo più congeniale a lei di quello che l’ha vista impegnata dopo. Annonciation di Preljocaj certamente si discosta totalmente dai toni ironici di Concert per affrontare un tema religioso delicatissimo, quello dell’annuncio di una maternità non compresa e accettata con turbamento senza potersi ribellare.
Lo splendido balletto ideato dal coreografo franco albanese nel 1995, su musica di Stéphane Roy e Antonio Vivaldi, è uno dei passi a due più intensi della storia della danza. All’interno di questa creazione oltre alla tecnica della danza contemporanea, alle due interpreti viene richiesto un lavoro interiore molto forte , viscerale, che difficilmente si ritrova oggi dopo l’emozionante esecuzione di Julie Bour e Claudia De Smet, la quale per altro ha curato la ripresa del balletto a Roma. Eleonora Abbagnato è stata impeccabile, nulla da dire, ma certamente la sua magnificenza muliebre non ha dato alla figura dell’Angelo quella combinazione di elementi maschili e femminili insieme, diciamo quell’”ambiguità” che rende conturbante la figura di colui che porta con sé l’annuncio del cambiamento metabolico del corpo di Maria. In più anche l’effetto luce non è stato all’altezza nell’evidenziare la giusta atmosfera richiesta dalla situazione.
A chiudere la serata Cacti di Alexander Ekman. La creazione del coreografo svedese del 1984 riporta l’intero corpo di ballo sulla scena con quattro musicisti sul palco, il Quartetto Sincronie(un quartetto d’archi). Tutti insieme, a un ritmo accelerato, dove oltre la musica vi è un parlato registrato, i ballerini creano un’allegra parodia degli eccessi nella danza contemporanea correndo, cadendo, salendo e scendendo da padane che costituiscono parte integrante del loro agire se non del loro essere. E poi ci sono i cactus che forse sono un premio del loro operato, o un castigo?, visto che se li devono portare qua e là con loro. Questo non è chiaro, ma non è neanche importante. Il bello è giocare, divertirsi e divertire, e indubbiamente su questo, il balletto è ben riuscito. Bravi e brillanti i due solisti Annalisa Cianci e Claudio Cocino . E in questo caso ottimo anche l’effetto luci che ha esaltato al meglio la frizzante coreografia di Ekman.
Lo spettacolo resterà in scena fino a sabato 8 aprile.
Francesca Camponero
[Foto in alto: Rebecca Bianchi con Enrica Ruggiero al pianoforte in The Concert di Jerome Robbins (®Yasuko Kageyama]