Tullio Solenghi e l’incontro con Mario Porcile
È straordinario constatare quante persone di pregio abbiano partecipato al grande Festival Internazionale del Balletto di Nervi, diretto da Mario Porcile, artisti che non facevano parte solo del mondo della danza, che hanno calcato il palcoscenico di Nervi e che poi hanno avuto una brillante carriera. In questo caso mi riferisco ad un noto attore di teatro a cui soprattutto noi genovesi siamo molto legati in quanto concittadini, Tullio Solenghi.
Tullio aveva solo ventiquattro anni quando, uscito dalla Scuola dello Stabile di Genova, è stato contattato dal Teatro per prendere parte al Festival del Balletto. Non certo come ballerino!, ma per il motivo che ci racconta l’attore:
Mario Porcile cercava una “voce” che presentasse la serata finale della XII Edizione del Festival . Era il 1972 e le serate del 27, 28 e 29 luglio, al Teatro Taglioni di Nervi, aveva luogo il Gran gala delle stelle . La direzione aveva richiesto al Teatro Stabile un presentatore dei vari brani che si sarebbero susseguiti nella serata, e lo Stabile pensò a me. Ne fui molto lusingato anche perché il gala aveva ospiti come Liliana Cosi e Paolo Bortoluzzi che si esibivano nei passi a due del Cigno bianco e del Cigno nero, Ekaterina Maximova e Vladimir Vassiliev nei passi a due di Giselle e di Don Chisciotte, Daniel Lommel e Maina Gielgud della Compagnia di Bejart e Claire Motte e Cyril Atanassoff, primi ballerini dell’Opera di Parigi. Ricordo per altro la mia difficoltà nel pronunciare esattamente il nome di Cyril Atanassoff, che sbagliai regolarmente tutte tre le volte.
(continuando l’intervista)
Che tipo era per lei Mario Porcile?
Mario Porcile era un grande professionista dello spettacolo, ricordo un sera in cui ad una cena a fine spettacolo vi era anche Paolo Grassi. Mi resi così conto che in quell’occasione avevo il privilegio di essere accanto ad un grande della danza e ad un grande del teatro, due padroni del vapore, messi lì per la loro credibilità totale.
Pensa che un festival come quello di Nervi possa avere un seguito?
Più che altro è un auspicio, dal momento che ad oggi mi sembra ci siano ben poche occasioni di pregio per la danza… forse rimane il Festival di Spoleto. Per altro la cosa interessante del festival diretto da Porcile era che all’interno dei parchi aveva più palcoscenici a disposizione. Ricordo in fatti gli splendidi spettacoli di marionette di Andrè Tahon che avevano luogo al Teatro Cecchetti. Furono un successo inaudito!
Esistono ancora secondo lei nel mondo dello spettacolo figure come quella di Mario Porcile?
Quella era l’epoca dei grandi del mondo dello spettacolo, l’era dei Giancarlo Menotti, Ivo Chiesa e appunto di Mario Porcile. Un’era tramontata in quanto persone come queste citate si muovevano da sole e con la loro grande passione arrivavano dove volevano. Oggi è tutto molto difficile senza giungere a compromessi, senza essere iscritti ad un partito o l’altro… insomma, mi ha capito.
Ha qualche aneddoto di questa sua esperienza nel mondo della danza?
Eccome, ora le racconto: la serata finale del gala del 1972 le due etoiles russe Vasiliev con la moglie Maximova entravano in scena nel primo atto con il passo a due di Romeo e Giulietta e tornavano alla fine del secondo atto con il passo a due del Don Chisciotte. Dopo la prima uscita, i due ballerini invece di prendere respiro si sono messi a provare incessantemente il brano successivo che aveva una presa non facile. Pensai che solo due “folli” potevano continuare a riscaldarsi per un’ora e mezza! Ma la cosa che mi stupì ancora di più accadde il giorno dopo quando Mario Porcile mi chiese se avevo la macchina perché le due etoiles volevano fare un giro in riviera. Non ricordo se in quell’occasione andammo a Portofino o Camogli, ma ricordo bene che il viaggio si fece con la Ford Escort di mio padre. Ad un certo punto durante il tragitto i due ballerini furono attratti da un camper che incrociammo sulla strada. In francese chiesero a Porcile quanto secondo lui poteva costare l’“autocaravan”. Porcile che di auto se ne intendeva ben poco rivolse a me la domanda a cui risposi che il prezzo doveva aggirarsi sui 15 milioni di lire di allora. Sentii dietro di me che confabulavano fra di loro come due che stanno facendo i conti. Dallo specchietto retrovisore vedevo i loro volti perplessi e preoccupati in quanto sicuramente trovavano quella cifra troppo alta per le loro tasche. Al ritorno dal viaggio chiesi a Mario Porcile com’era possibile che due artisti di tale importanza si preoccupassero della spesa di un camper, lui allora mi spiegò che il 90% dei loro proventi lo passavano allo Stato come era d’obbligo nell’URSS di quegli anni. Fu una cosa che mi meravigliò non poco e mi fece crescere ancor più stima e simpatia verso di loro.
Tullio Solenghi ha preso parte anche alla XIII Edizione del Festival Internazionale del Balletto di Nervi, quella del 1974, che aveva a programma il Gala delle stelle la sera del 30 luglio. Qui rincontrò la coppia Vasiliev Maximova, ma non essendo presente Cyril Atanassoff non fece alcun errore nel presentare.
Ringraziamo il Sig. Solenghi per la sua disponibilità e simpatia nel averci donato queste sue preziose testimonianze.
Francesca Camponero