Due parole con la bravissima Martina Arduino, nuova stella del Teatro alla Scala

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Martina Arduino

Dopo aver visto in Scala la splendida intepretazione di Martina Arduino in Giulietta, accanto all’altrettanto bravo Claudio Coviello, volevamo conoscere meglio colei che aveva già dato prova del suo talento  nel suo debutto lo scorso anno nel difficile ruolo di Odette/Odile.  Anche in quell’occasione in lei erano emerse quella grazia ed eleganza richieste dal personaggio della dolce principessa cigno Odette, per poi trasformarsi nella creatura cinica e scaltra che vuole Odile cigno nero. La sua tecnica ineccepibile densa di capace interpretazione aveva già fatto intendere che siamo davanti ad una nuova stella nel panorama della danza di oggi. Per questo abbiamo rivolto a Martina qualche domanda che senz’altro interesserà il pubblico che comincia ad appassionarsi a lei:

Come é nata la tua passione per la danza?
La mia passione é nata dal primo giorno in cui misi piede in una scuola di danza per iscrivere mia sorella maggiore. Non so esattamente che cosa mi affascinò così tanto, ma ricordo che quel giorno uscii con l’iscrizione in mano nonostante avessi solo 3 anni.

Quali sono stati i tuoi primi studi e dove ?
I miei studi sono iniziati a Torino presso “la Maison de la Danse” diretta da Carla Perotti, con la maestra Chiara Soragna, che con la sua dolcezza mi ha trasmesso tutto l’amore per la danza , per poi essere seguita dal maestro Salvino Aiosa.

Come sei entrata all’accademia della Scala? Chi ti ho consigliato la Scala rispetto ad altra accademia, magari  estera?
Il mio maestro Salvino, vedendo in me un talento da coltivare, mi ha consigliato e preparata per accedere all’audizione per il 1° corso dell’accademia della Scala, ritenendola la migliore.

martina-arduino-ph-brescia-e-amisano-teatro-alla-scala-3Ti sei trovata bene a Milano?
A Milano mi sono trovata subito bene, avvantaggiata sicuramente dal fatto che mi sono trasferita a 11 anni con tutta la mia famiglia, quindi è stato tutto molto più semplice.

Terminati gli studi in accademia, chi ha scoperto il tuo talento mettendoti in risalto in ruoli importanti come quello di Odette/Odile la scorsa stagione, e adesso questo di Giulietta?
A pochi mesi dal diploma, grazie all’ex direttore Makhar Vaziev, ho avuto la possibilità di farmi vedere e conoscere dal coreografo Alexei Ratmansky, che mi ha scelta per interpretare due ruoli importanti nella sua “Bella Addormentata“: Fata de Lillà e Diamante. In seguito Ratmansky mi ha dato la grande occasione di essere Odette/Odile nel suo “Lago dei cigni“.  Per quanto  riguarda il mio debutto in Giulietta è stato l’attuale direttore Frederic Olivieri, nonché mio direttore per otto anni in scuola di ballo, che ha creduto in me, dandomi questa opportunità che ha arricchito moltissimo la mia formazione. Sono fermamente convinta che tutte queste scelte siano state supportate dai miei Maitre ( Laura Contardi e Massimo Murru) ai quali devo un ringraziamento particolare.

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Ti senti più Cigno o più Giulietta?
A questa domanda faccio fatica a rispondere perché sono due ruoli ai quali mi sono affezionata tantissimo. Probabilmente il ruolo del Cigno, in particolare quello nero, l’ho sentito subito mio, dove l’interpretazione mi è uscita d’istinto e ho dovuto lavorare più sulla preparazione tecnica che quella artistica. Al contrario, per Giulietta, il maggior lavoro l’ho dedicato all’interpretazione, perché è un personaggio dalle mille sfaccettature. Ho dovuto scavare all’interno di me stessa, superare alcuni limiti e costruirmi il ruolo giorno dopo giorno fino a sentirlo mio. Per questo mi sento così legata a questo ruolo da far fatica a staccarmene.

In questa Giulietta hai dato il massimo, cosa di questo personaggio ti affascina di più?
Si, ho cercato di dare il massimo per questa Giulietta perché l’ho vissuta intensamente. La cosa che mi affascina di più di questo personaggio è l’emozione che mi ha regalato giorno dopo giorno. È un balletto che mi ha coinvolto talmente tanto emotivamente, che alla fine mi sentivo come svuotata, perché esternavo tutti i sentimenti che provavo dentro di me.

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Martina Arduino e Claudio Coviello

Come ti sei trovata con il tuo partner Claudio Coviello?
Con Claudio mi sono trovata fin dall’inizio benissimo, si è creata una bella intesa; oltre ad essere un eccellente ballerino, è una persona meravigliosa. Fin dalla prima prova, in cui io non sapevo dove mettere le mani, non c’è stato mai un momento in cui lui mi abbia fatto sentire a disagio o inadeguata. È un grandissimo artista dotato di professionalità, pazienza e umiltà e per questo mi ritengo fortunata di essere stata accompagnata da lui in questo mio debutto.

Adesso che sei già arrivata così in alto in breve tempo, cosa ti aspetti in più dalla tua carriera?
Sono consapevole di aver avuto l’opportunità di ballare due grandi ruoli così giovane, ma non mi sento arrivata. La strada da percorrere è ancora lunga e per questo mi auguro di avere altre occasioni per lavorare e crescere sempre di più.

Quale ruolo vorresti avere in futuro ed accanto a chi?
Il ruolo di Giselle é sempre stato un mio sogno, ma ho anche altri desideri: interpretare ruoli come Aurora o Manon e ballare il repertorio di Balanchine. Ho instaurato un bel rapporto con i partner che ho avuto fino ad ora, e spero di poter ballare nuovamente con loro; e poi un domani chi lo sa se si avvererà il sogno di danzare almeno una volta con Roberto Bolle!!!!!!

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Pensi che il tuo futuro sia sempre e solo la Scala o ti è già stata offerta qualche opportunità all’estero?
In questo momento sono troppo affezionata e riconoscente al mio teatro per prendere in considerazione altre offerte.

Informadanza ringrazia Martina Arduino ed il Teatro alla Scala per il rilascio di questa intervista e dedicherà sempre più spazio a questi giovani talenti della danza italiana, orgoglio della nostra grande tradizione tersicorea e frutto degli enormi sacrifici di grandi professionisti che hanno scelto di dedicare il loro tempo alla formazione delle nuove generazioni di danzatori, nonostante mille difficoltà soprattutto economiche. Il nostro spazio è a disposizione dei nostri giovani con l’auspicio che ciò possa servire alla loro carriera e alla promozione del loro talento nel mondo. In bocca al lupo, Martina!

Francesca Camponero

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[Tutte le  foto presentate in questo articolo sono di Marco Brescia e Rudy Amisano]

Un pensiero riguardo “Due parole con la bravissima Martina Arduino, nuova stella del Teatro alla Scala

  • 4 Novembre 2019 in 11:03
    Permalink

    Bravissima e bellissima Martina! Rappresenti l’orgoglio nazionale della danza classica.

    Risposta

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