La Tempesta di Domenico Iannone
Quale coda migliore per celebrare i quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare se non rituffarsi ne “La Tempesta”?
Al Teatro Abeliano di Bari il 18 ed il 19 gennaio si è pensato bene di cominciare l’anno nuovo e la stagione di danza del Teatro Pubblico Pugliese nel cartellone DAB17 con un ultimo squarcio nell’immane repertorio del drammaturgo di Stratford-upon-Avon, spulciando tra la letteratura e scegliendo uno dei titoli meno rappresentati in scena in un 2016 ricco di eventi sparsi qua e là per il mondo. In questo caso Domenico Iannone, coreografo, regista e direttore della compagnia Altradanza, ha scelto “La Tempesta” con la scoperta in itinere di un universo incredibilmente meridionale nel canovaccio storico delle vicende della duchessa di Bari Isabella d’Aragona, moglie dell’usurpato titolo del vero duca Gian Galeazzo Maria Sforza e signora indiscussa del capoluogo pugliese per circa ventiquattro anni.
I connotati fortemente culturali de “La Tempesta” di Domenico Iannone godono del contributo letterario ed artistico offerto da un pool di professionisti delle arti e della storia con un progetto presentato dall’associazione “Arta”, impegnata nella valorizzazione museale del territorio, “Il Mondo della Luna” diretto da Grazia Bonasia, specializzato nella ricerca ed esecuzione della musica dei compositori pugliesi dal XV secolo, e l’Archivio di Stato di Bari diretto da Antonella Pompilio. Qui Domenico Iannone non poteva farsi sfuggire l’opportunità di musicare la sua “Tempesta” con lo spartito inedito di Grazia Bonasia ed i costumi di Michele Napoletano, amplificando oltremodo l’interesse ai personaggi che nell’opera shakespeariana conducono direttamente alla storia pugliese ed al borgo medievale della città di Bari.
E così ecco che il coreografo diventa regista e cultore della materia, spulciando tra i documenti storiografici utili a condurci nei meandri stessi della storia raccontata dal Bardo ed inscenata da Altradanza, rapportandosi a realtà che hanno sviluppato quell’esatta storia, i cambiamenti politici e sociali, riesumando i dilemmi di William Shakespeare: l’esistenza accade perché la cambiano gli uomini o c’è un fato, un altissimo, un invisibile che la cambia?” Interrogativi ai quali Domenico Iannone ha risposto appieno in scena, con un debutto nella rassicurante platea del Teatro Abeliano prevista il prossimo 18 gennaio in apertura della rassegna “Esplorare_generazione contemporanea”, chiarendo lui stesso che il progetto è concentrato sui personaggi di Prospero, Miranda, Calibano, Ferdinando e Ariel attraverso l’approfondimento delle ragioni e delle credulità divinatrici. Caratteristiche peculiarità del drammaturgo inglese che scava nei suoi personaggi mettendo a nudo le reali e intrinseche debolezze degli animi. In questo allestimento de “La Tempesta”, l’approfondimento e la trascrizione muta del racconto, necessita di approfondite ricerche sonore legate alla composizione di passi, legazione e figurazioni che rendano il balletto una vera e propria opera letteraria.
Dal canto suo, come ci spiega personalmente, le musiche di Grazia Bonasia studiano il testo de “La tempesta”, concentrando la ricerca sonora su fusioni strumentali e suoni capaci di cogliere le sensazioni colte dal vissuto intorno a noi. I soggetti dell’opera non hanno una collocazione temporale che sia necessariamente contemporanea al periodo in vita di William Shakespeare, lo spazio e il tempo non hanno uno spazio e un tempo databili. L’obiettivo è quello di comporre tutte le sfumature sonore che diano al coreografo le voci per la creatività indispensabile alla costruzione del balletto.
Infine i costumi, preziosa cornice della drammaturgia a più mani di questa ricostruzione shakespeariana con Michele Napoletano, attore a costumista di teatro, intento a raccontarci e concedersi un’ampia visone estetica e quasi modaiola dei protagonisti de “La Tempesta”, identificando in Ariel e Calibano le ambigue bipolari strutture umani del Demonio/Demone, Vittima/Carnefice, Preda/Predatore, come da sempre accomuna l’intero sistema sociale. Proprio come il nobile Ferdinando, un giovane nobiluomo di gonfio potere genitoriale, pomposo, prorompente. Non ho potuto né voluto trascurare, nel profilo umano delle figure, l’eleganza manieristica e drammatica dell’opera.
Un canovaccio, dunque, capace di entrare nel merito shakespeariano con la drammaturgia di Cinzia Mela e la consulenza del lighting designer Fabio Rossi per una decina di elementi impegnati tra danza e musica abili a rileggere a più voci le pagine de “La Tempesta”. Tutto inevitabilmente intorno alla figura di Prospero e dei fatti accaduti durante i giochi di potere del XVI secolo a Milano.
La coreografia contemporanea di Domenico Iannone diviene così rilettura del controllo e del dominio del Duca di Milano Ludovico il Moro, sull’allontanamento della duchessa di Bari Isabella d’Aragona, moglie dell’usurpato titolo del vero duca Gian Galeazzo Maria Sforza, affinché il figlio di questi non reclamasse di diritto il titolo di erede legittimo al ducato. Le trame realmente accadute permisero al commediografo la stesura di una delle commedie più rappresentative sulle lucide consapevolezze degli animi degli uomini: il potere, l’uso del potere e le armi del potere sul controllo delle vite.
Vite rimesse in piedi da Domenico Iannone, evidentemente rivolto con un occhio al di là di questa prossima prima rappresentazione barese.
Massimiliano Craus
[In alto: AltraDanza, foto di Gennaro Guida]