La classe di Milorad Mišković
Milorad Mišković è nato il 26 Marzo 1928 a Valjevo , città della Serbia centrale situata a circa 90 km a sud-ovest di Belgrado . Ed è proprio a Belgrado, che iniziò i suoi studi di danza , ma a 19 anni si trasferì a Parigi, dove fu allievo dei Maetri B. Kiaseff e O. Preobrajenska. Milorad era un ragazzo bellissimo e talentuoso, ricco di notevoli doti sia a livello tecnico che interpretativo che lo portarono a far parte di numerose compagnie di grande prestigio, fra cui i Ballets des Champs Elysées, e l’Original Ballet Russe (1947), i Ballets de Paris di Roland Petit (1949), il London Festival Ballet (1952), il Balletto Europeo creato a Nervi da L. Massine (1960).
La sua emigrazione in Francia nel 1947 ne aveva fatto una persona non grata in Jugoslavia, ma nel contempo rese anche possibile per lui mostrare al mondo la sua classe, una dote unica e inconfutabile che nel 1950 gli ha guadagnato il titolo di “Uno dei più grandi ballerini in tutto il mondo”.
Del resto non va dimenticato che Mišković fu il primo interprete del fauno nella versione originale di L’après-midi d’un faune dopo la morte di Nijinsky e nell’intervista rilasciata a Elena Randi, Mišković raccontava come riuscì a ricostruire il balletto grazie ai ricordi di due ballerine che avevano danzato alla rappresentazione del 1912. Attraverso lunghe sessioni di prove, il ballerino poté comprovare sul proprio corpo la modernità e l’originalità del fauno e, quando abbandonò la danza, preparò altri giovani ballerini a interpretare questo ruolo.
Ma i suoi più grandi successi non si fermano all’interpretazione del Fauno, lo ricordiamo anche nei ruoli di Prometheus, Don Giovanni, Tristan, Amleto, e Oreste dove, come sempre, si distingueva per la sua straordinaria eleganza e presenza scenica richiesti per altro dai personaggi storici e mitologici di cui si trovava a vestire i panni.
Il ballerino serbo era richiestissimo negli anni ’50 e ’60, periodo in cui ha lavorato con i più famosi artisti del tempo, dal coreografo Serge Lifar, alla cantante lirica Maria Callas , così come è stato partner delle più importanti ballerine del suo tempo, come Zizi Jeanmaire, Yvette Chauviré, Margot Fonteyn e Alicia Markova.
Nel 1956, fondò la sua compagnia, con cui ha girato il mondo per dieci anni e che gli diede anche occasione di tornare in patria per la prima volta nel 1966, dopo la sua emigrazione. Gli anni a venire si dedicò maggiormente alla coreografia creando Le creature di Prometeo nel 1970 e Il combattimento di Tancredi e Clorinda l’anno dopo, nel 1971 .
Genova lo ricorda bene perché prese parte al Festival di Nervi nel 1969, nello spettacolo “Du roi solei au jazz” in cui apriva la serata proprio nei panni di Re Sole, e possiamo dire senz’altro che fu un Re Sole davvero splendente! Nel 1980 tornò al Festival di Nervi in occasione del famoso stage che lo vedeva nel ruolo di insegnate assieme a Richard Lee, Sasha Prijkov, Ricardo Nunez, Irina Grjebina, Yvette Chauvirè, Mara Fusco, Gianin Loringett, Diane Joffe, Isabella Glovacka, Lilivati e Coldy. Io sono stata una sua allieva e ricordo com’era emozionante per noi ragazze seguire quelle lezioni che con garbo e determinazione ci venivano date dall’allora biondissimo 52enne Milorad.
Finita la sua carriera professionale, Mišković ha iniziato a lavorare con l’Unesco, prima come direttore artistico, e più tardi come presidente onorario del Consiglio Internazionale della Danza UNESCO. Nel 2009, il regista serbo Ivan Jovanović ha fatto un film sui suoi 60 anni di lunga carriera professionale, intitolato Un salto nell’infinito.
Una volta colloquiando con Jovan Cirilov, Milorad Mišković disse: «.. Un artista mentre balla può arrivare a dimenticare anche se stesso, ma può raggiungere l’assoluto quello a cui è difficile dare un nome, quello che qualcuno chiama Lui, il creatore, chiamiamolo Dio, o legge cosmica. Con la sua danza un artista si sente come parte del cosmo, e tutto ciò che ne fa parte: fuoco, acqua, vento e terra. Il danzatore diventa parte di qualcosa e nello stesso tempo è tutto, egli è nello stesso tempo oggetto e soggetto. quello è” il momento di estasi”. Brillare di perfetta assolutezza, essendo una parte del tutto e del niente».
È morto in Francia, dove risiedeva, nel 2013, ma le sue ceneri sono state poi portare a Belgrado secondo i suoi desideri.
Francesca Camponero