Serge Lifar visto da Mario Porcile
Serge Lifar non ha bisogno di molte presentazioni per chi conosce il mondo della danza e un po’ di storia, perché, senza dubbio, un personaggio come lui ha fatto la storia del balletto. In ogni caso vogliamo dare qualche informazione ai più giovani dei nostri lettori. Lifar è stato danzatore, coreografo e teorico della danza tra i più celebri del suo tempo. Nato a Kiev nel 1905, nel 1921 entra per caso nella scuola di danza di Bronislava Nijinska e si innamora della danza. Due anni dopo, nel 1923, quando cinque allievi vengono segnalati a Diaghilev, egli prende il posto di uno che non si presenta alla partenza del treno ed approda così fortunosamente alla compagnia dei Ballets Russes. Grazie alla sua bellezza, alle sue doti fisiche, al suo talento tenuti insieme dalla passione che mette nell’apprendere, viene immediatamente notato da Diaghilev che lo affida alle cure del M° Enrico Cecchetti.
Il giovane Serge brucia velocemente le tappe applicandosi con grande forza di volontà e dedicandosi anima e corpo agli studi e presto diviene solista della Compagnia e quindi primo ballerino in ruoli creati appositamente per lui. Assieme all’attività di ballerino cura anche quella di coreografo diventando creatore fecondo. In 30 anni compone circa duecento coreografie e ridefinisce le regole della tecnica neoclassica.
Ma oggi vogliamo regalare ai nostri lettori qualche chicca riguardante Lifar attraverso le parole di Mario Porcile che lo conobbe nel 1969 quado il coreografo russo aveva già sessantacinque anni.
“Serge Lifar era uno degli esseri umani più dolci, più buoni, più entusiasti della vita che io abbia mai conosciuto – raccontava Mario Porcile – con lui ho sempre lavorato bene tanto a Nervi, quando venne per la serata Du roi solei au jazz, uno spettacolo di danza in costume ispirato a re Sole con protagonista Milorad Miskovith, tanto a Torino quando ci rincontrammo nel 1973 per l’inaugurazione del Teatro Regio”.
Della sua presenza sul palcoscenico di Nervi Porcile ricordava la straordinaria agilità con cui appunto all’età di 65 anni Lifar montò con la massima leggerezza uno dei sei cavalli previsti in scena, mostrando ai cavallerizzi che non era poi così difficile tenere a bada le bestie malgrado non fossero al maneggio.
Mario Porcile ricordava anche i fantastici quanto fantasiosi racconti che Lifar gli faceva riguardo la principessa Anastasia che lui sosteneva aver conosciuto personalmente e che riteneva ancora in vita. “Un giorno ti porto con me a trovarla” gli promise una volta, ma l’incontro non si concretizzò mai. Del resto il grande coreografo aveva trascorso la sua giovinezza tanto nel mondo del balletto quanto in quello alla corte degli zar, mondo che lo avevano sempre affascinato.
Un altro prezioso racconto fatto da Lifar a Porcile fu quello di una sfida a duello con il Marchese de Cuevas, una sfida in piena regola di cui si fece un gran parlare nel mondo del balletto di allora! Del resto i motivi che portarono Lifar e il Marchese al fatidico duello pare fossero assolutamente seri, ma rimangono segretissimi. Quello che si sa è che alla fine, arrivati davanti ai testimoni con le armi in pugno, i due decisero di lasciar perdere, preferendo stringersi la mano. Meglio così, e tutto finì a tarallucci e vino, diciamo noi italiani.
Francesca Camponero
p.s. per queste testimonianze ringrazio la collega ed amica Monica Corbellini
[Foto in alto: Serge Lifar in Daphnis et Cloé]