Il mondo di Gennaro Magri a Napoli dal 6 all’8 ottobre
Napoli è una città molto attiva dal punto di vista della danza, con iniziative di altissima qualità e importanza. E non parliamo solo della programmazione del Teatro San Carlo o dei molti spettacoli di danza contemporanea d’avanguardia di cui riceviamo frequentemente notizia. Questa volta, infatti, siamo chiamati a parlare di un convegno internazionale dedicato alla figura di Gennaro Magri, intitolato “Il mondo di Gennaro Magri. Danza, musica e opera nell’Europa dei Lumi“, organizzato dal MeMUS (Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo).
I temi che verranno affrontati sono di grande interesse e spessore:
- La danza teatrale tra musica, opera e commedia;
- Gennaro Magri a Napoli: maître de ballet e autore;
- Influenze e contaminazioni di stili tra Francia e Italia;
- La danza grottesca;
- Le fonti: gli spartiti, le notazioni coreografiche e i libretti;
- Danza e società;
- Le danze nobili.
Sabato 8, prima delle due ultime sessioni, avrà luogo la Conferenza-Spettacolo “Storie di danza nell’Europa moderna.
Gennaro Magri (Gennariello) – ballerino, coreografo e trattatista napoletano – fu attivo in varie piazze italiane ed europee fra il 1758 e il 1782. Fu un ballerino “grottesco”, cioè un danzatore che privilegiava la parte tecnica (soprattutto l’elevazione nei salti e la rapidità nelle piroette) e il gioco pantomimico. Sul tema del grottesco e sulla sua importanza nell’evoluzione della Scuola italiana di balletto abbiamo riportato, tempo fa, un articolo di Corrado Pani, tratto da “Teatro e Storia” (vol. 25, 2004, pp. 41-53), L’immagine svela il grottesco per una iconografia della danza prima della danza.
La tradizione italiana dei ballerini grotteschi affonda le sue origini nella commedia dell’arte e questo tipo di danza si era ritagliato uno spazio nella nascente opera, oltre che nelle fiere e nei teatri itineranti.
Gennaro Magri collaborò con molti dei grandi nomi della sua epoca: fu ballerino nella compagnia del coreografo F.A. Hilverding (uno dei precursori del ballet d’action) dove si esibì con Onorato Viganò, coreografo e padre di Salvatore, creatore del coreodramma. Lavorò con importanti coreografi, quali G. Salomoni, P. Alouard, A. Pitrot. Di Magri veniva soprattutto apprezzata la “leggiadria e leggerezza”.
Quando nel 1765 Magri fece ritorno a Napoli (dove rimase fino al 1767) lavorò al San Carlo, curando i balli inseriti fra un atto e l’altro delle opere rappresentate. La sua danza era improntata al divertimento e prediligeva danze di carattere volte a esibire la grande abilità dei ballerini.
Di Magri non si conoscono né la data di nascita né quella di morte, ma si è tramandato fino a noi il suo Trattato teorico-prattico di ballo (pubblicato nel 1779). Il trattato, scritto in un italiano influenzato dal dialetto napoletano, è diviso in due volumi: nel primo si descrivono le posizioni di base e i passi; nel secondo si parla invece dei balli di sala, delle contraddanze e dei minuetti e delle regole di comportamento che sia il maestro che i ballerini devono tenere (tema considerato assai importante in quell’epoca).
L’opera di Magri viene considerata fondamentale per la conoscenza della tecnica accademica italiana della seconda metà del XVIII secolo. Documenta, infatti, con chiarezza le modalità di esecuzione dei passi, ma soprattutto illustra la gestualità e l’espressività proprie di ciascun tipo di danzatore (serio, mezzo carattere, grottesco), anticipando quelle che saranno le linee guida del grande maestro italiano dell’Ottocento, Carlo Blasis.
Per saperne di più su Gennaro Magri consigliamo la nota del Dizionario Biografico Treccani.
Locandina e programma dell’evento scaricabili.
[In alto una sala del MeMUS]