Romeo e Giulietta di Joëlle Bouvier a Verona
La programmazione dell’Estate Teatrale Veronese i prossimi 19 e 20 agosto 2016 presenta al Teatro Romano Le Ballet du Grand Théâtre de Genève, una delle compagnie più accreditate della scena europea. In scena Romeo e Giulietta nella versione coreografica creata nel 2009 per la compagnia di Ginevra da Joëlle Bouvier, protagonista storica della nouvelle danse francese, autrice la cui cifra coreografica è caratterizzata da un linguaggio emozionante, ironico ed energico.
Dopo un’infanzia trascorsa a Neuchâtel la Bouvier all’età di diciassette anni va a Parigi per unirsi a suo zio, lo storico d’arte Jean-Louis Ferrier, e così oltre a seguire le lezioni di danza è anche un’assidua frequenttrice del Louvre.
Ai corsi di danza incontra Régis Obadia col quale formerà un duo inscindibile, il 1980 sarà l’inizio di un’avventura e una collaborazione simbiotica di oltre quindici anni. Bouvier-Obadia producono insieme diciassette coreografie fino 1998. Per 18 anni formano la coppia più turbolenta della Francia descrivendo attraverso la loro danza passioni, emozioni crude, e lirismo allo stesso tempo. Il duo crea una nuova danza contemporanea, che esalta la sinistra al potere sia pure in maniera simbolica, Regis e Joëlle rappresentano infatti il lato lirico, quello che parla per l’epidermide, regalando abbracci come si vedono raramente.
Ma nel 1998 il duo si separa e il pubblico suppone il peggio per la Bouvier, ma lei sorride e afferma di sentirsi più che mai elettrica. La danza di Joëlle Bouvier è una continua evoluzione e così la separazione serve a far nascere un altro linguaggio: “Sì, questo è il mio mondo, quello che i corpi degli altri mi permette di rivelare. I ballerini si spingono nello spazio e nel contempo si sentono sotto la sua pressione. Mi piace lo spazio perché ha una densità. Non c’è niente di più bello di un performer che dà la sensazione che la danza è nata nel momento”.
In questa sua versione di Romeo e Giulietta Joëlle Bouvier riassume le tappe essenziali della più popolare fra le storie di amore e rivalità, in una danza forte che punta sulla sobrietà e l’eleganza per proiettare il dramma fuori di ogni contesto spazio-temporale. Sospeso tra astrazione e narrazione il balletto è una rilettura, in chiave contemporanea, di grande fascino. La partitura musicale è incentrata sulle tre suite per orchestra estratte dal balletto estratte dal balletto nel 1936 e nel 1944 dallo stesso Prokofiev.
Francesca Camponero