Intervista a Massimiliano Volpini, in tour con il Roberto Bolle and Friends
Intervista a cura di Francesca Camponero
Il coreografo Massimiliano Volpini in questo momento è in tour con il Bolle and friends e proprio mentre era in viaggio ha gentilmente risposto alle domande che gli abbiamo posto in merito alla sua coreografia Prototype, che apre proprio lo spettacolo di questo 2016. Una coreografia che ha avuto molto successo tanto è vero che fa parte del Bolle and friends da ben 3 anni, una sperimentazione che si potrebbe definire una sorta di video performance in cui la danza virtuale si intreccia con quella dal vivo sul palcoscenico. Un omaggio alla perfezione del corpo umano, nello specifico a quello del ballerino e del personaggio Roberto Bolle, ma nel contempo all’uomo rinascimentale di Leonardo Da Vinci.
Volpini è un ex ballerino scaligero che nel 2014 decide di dedicarsi completamente alla coreografia. La collaborazione con Roberto Bolle, comincia già nel 2001 quando per lui crea un assolo per il Premio Barocco 2001, trasmesso da Rai 1, ma è nell’estate 2013 che debutta Prototype, il fortunato assolo creato per Roberto con l’apporto multimediale di Xchanges Vfx e le musiche originali di Piero Salvatori, presentato nell’ambito del tour Roberto Bolle and Friends from American Ballet Theatre e all’interno dello spettacolo The Kings of the dance. Prototype è stato rappresentato a New York, Londra, Shanghai, Mosca, Roma, Genova, Trieste, Sanremo.
Ma Volpini non è coreografo esclusivo di Roberto Bolle, nel 2012 è regista e coreografo anche dello spettacolo Il mantello di pelle di drago con la partecipazione della Prima ballerina della Scala Sabrina Brazzo. Lo spettacolo è andato in scena a Bologna, Milano, Firenze, Vicenza e Londra e recentemente anche ai festival Acqui in Palcoscenico e Danza alla Fortezza del Priamar a Savona.
Come è venuta l’idea di Prototype? è stata una sua proposta di fare qualcosa di nuovo oppure di Roberto? oppure è un’idea venuta ad ambedue insieme?
Già da tempo Roberto voleva fare qualcosa di nuovo, che utilizzasse le moderne tecnologie, gli ho proposto un’idea di base sulla quale abbiamo lavorato insieme. Tutto il processo creativo è stato condiviso.
In che modo si è riuscito a coordinare il tutto fra video e movimenti reali?
La realizzazione è stata abbastanza complessa, siamo partiti dalla coreografia ma bisognava avere sempre in mente la struttura complessiva, ad ogni passo dovevo sapere già cosa ci sarebbe stato sullo schermo. Una volta creata la coreografia l’abbiamo filmata e data ai ragazzi di xChanges che hanno lavorato sul video, l’hanno usata come linea guida per creare le animazioni. Poi una volta fatto il video abbiamo riadattato la coreografia in modo da sposarsi perfettamente con le immagini. Anche la musica è stata creata sulla coreografia di partenza; la supervisione di tutti questi passaggi è stata la parte più impegnativa.
A cose fatte, lei e Roberto siete soddisfatti di questo prodotto?
Sì, il successo di pubblico è tale che possiamo dire tranquillamente che è stata un’operazione fortunata. Poi noi due siamo sempre ipercritici e pronti a mettere in discussione ogni cosa, nel corso del tempo lo abbiamo sistemato, corretto. Da un po’ di tempo abbiamo cominciato a usare la tecnologia Led anziché la proiezione tradizionale e questo ha dato un nuovo slancio al balletto.
Pensa che sia piaciuto al pubblico?
Il pubblico ogni volta accoglie Prototype in maniera trionfale, ed è per questo che Roberto continua a farlo. Una parte della critica lo ha accolto con freddezza, in particolare è stata criticata una mancanza di spessore coreografico e bollandola come un’operazione narcisistica. Non voglio dire che sbagliano questi critici, si possono anche condividere le loro considerazioni, ma so bene qual era l’obiettivo di questo progetto, che possiamo definire Pop, in un certo senso. Il successo di Roberto ha travalicato il mondo del balletto, quando si fanno 14000 spettatori (come in Arena qualche giorno fa) è evidente che solo una parte di quel pubblico è appassionato di balletto, gli altri sono lì per lui. Con un pubblico del genere c’è il bisogno di avere un repertorio ampio che possa coinvolgere tutto il pubblico. Prototype non è pensato per assecondare il gusto dei ballettofili incalliti o dei critici più sofisticati, per quello ci sono già i balletti di Roland Petit, MacMillan, Forsythe e tanti altri. Se come coreografo avessi cercato di mettermi in mostra per far vedere ai critici quanto sono bravo, avrei sbagliato tutto e Prototype sarebbe stato messo da parte molto presto.
Visto che è il terzo anno che Prototype appare nel programma del Bolle and friends, pensate in futuro di preparare qualcosa di analogo che preveda l’integrazione del video, cambiando all’interno narrazione , oppure è stato e resterà un esperimento unico?
Prototype ha iniziato un percorso che non potrà essere ignorato, il livello di spettacolarità portato dalle nuove tecnologie è tale che sarebbe un peccato ignorarlo. Credo proprio che in un futuro anche breve ci saranno altri lavori di questo tipo.
Cosa vuol dire per lei “coreografare” Roberto Bolle?
Vuol dire la responsabilità di creare per uno dei big mondiali più importanti ma anche la tranquillità di lavorare con un amico che si fida di me.
Si trova bene al lavoro con lui?
Sì molto, Roberto è un professionista impeccabile e un lavoratore instancabile, ma in sala ballo ama lavorare con serenità, gli piace ridere e scherzare. Non c’è mai stress quando si lavora con lui.
Costruisce più per lui o con lui?
I ruoli sono sempre ben definiti, il coreografo costruisce i passi e il ballerino li esegue, in questo Roberto ha una disciplina ferrea. Ma qualsiasi sua considerazione o suggerimento viene presa in considerazione da me molto seriamente, ha una visione ampia e lucida del teatro, un senso dello spettacolo infallibile.
Quali sono i suoi progetti futuri ? ancora coreografie per Bolle o con altri artisti?
Tra poco inizio un progetto importante con il Balletto di Roma, con Roberto Casarotto e Luciano Carratoni stiamo definendo i dettagli per uno spettacolo a serata intera. Poi c’è un nuovo progetto con Sabrina Brazzo, dopo il Mantello di Pelle di Drago che è tutt’ora in tour. E ovviamente continua la collaborazione con Bolle.
Ringraziamo Massimiliano Volpini augurandogli buon lavoro per quanto ha in programma.
[Foto in alto: Massimiliano Volpini e Roberto Bolle durante le prove]