Altissima Povertà, progetto di Virgilio Sieni per la Città di Torino
Altissima Povertà è una partitura coreografica ideata da Virgilio Sieni per la Città di Torino. Dalla periferia al centro coinvolge un’ottantina di partecipanti giovani, adulti e anziani, danzatori, coppie di madri e figli. L’evento finale andrà in scena nel contesto della Reggia di Venaria il 30 giugno e 1 luglio.
Prima di passare a una più dettagliata descrizione di questo progetto di danza del direttore della Biennale Danza di Venezia, vogliamo fare alcune considerazioni. Innanzitutto parliamo di Torino, una città che ha saputo risollevarsi dalla crisi del settore automobilistico e che ha investito anche, forse soprattutto in cultura. Da città industriale per eccellenza a città che fa di un certo tipo di turismo una delle sue principali risorse (i dati recentemente pubblicati sulle visite al Museo Egizio e alla Reggia di Venaria ne sono soltanto una, eclatante, conferma). Se vogliamo, questa nostra nota suona anche polemica nei confronti delle località che non hanno saputo (o voluto) investire in cultura e spettacolo di qualità, dando spazio alle risorse museali, architettoniche e paesaggistiche di cui l’Italia è piena. Se Torino ha saputo “cambiare faccia” perché questo esempio non può essere seguito altrove? Ovviamente non siamo fra quelli che auspicano lo sradicamento del tessuto produttivo preesistente, ma siamo fra i convinti sostenitori della necessità di investire in cultura, anche come mezzo per lo sviluppo economico.
In secondo luogo, crediamo necessario riaffermare come la danza abbia il potenziale per essere una forma di coesione e denuncia sociale, perché mostra, con un linguaggio universale e di facile comprensione, perché metaforico, le emozioni e le situazioni. Si presta quindi a rappresentare la vita quotidiana delle persone, raccontare piccoli e grandi fatti storici (in questo caso l’opera antesignana può essere forse considerata “Fiamme di Parigi“, il balletto di Vainonen su musica di Asafiev che narra di una rivolta di contadini), denunciare ingiustizie. Esempi dell’uso “politico” della danza (o della fotografia di danza) sono già stati presentati su questo sito (v. “Arkadi Zaides, Il corpo in guerra“, sulla situazione in Palestina; “Non solo Carmen, donne vittime dell’amore“, sulla violenza di genere; “Outre la danse“, ricordo-denuncia della pratica detentiva nei confronti di malati psichici).
In “Altissima Povertà” la danza rappresenta lo strumento per riaffermare la “polis”, la comunità di destino che comprende le persone che vivono in uno stesso luogo. Il percorso coreografico è ispirato alla poetica del gesto inserita in una sinergia che fa dialogare i luoghi del corpo e dell’arte. Il filo conduttore del racconto coreografico è l’incontro e la prossimità con l’altro come spazio comune della convivenza e fondamentale catalizzatore del percorso di creazione è un nuovo modo di abitare i luoghi dell’arte.
Gli interpreti daranno vita ad una comunità del gesto con l’intento di creare un luogo dove il corpo si apre ad un laboratorio continuo di sguardi, vicinanze e sostegni. ALTISSIMA POVERTÀ indaga la fragilità dei corpi e i motivi figurativi, anatomici, umani, che hanno segnato la tradizione visiva delle scene evangeliche, come metafora del cammino dell’uomo nel mondo” (per usare le parole di Virgilio Sieni)
Comunicato stampa “Altissima Povertà”
Presentazione delle associazioni Didee e Filieradarte
La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi. Progetto triennale di danza contemporanea di comunità
Progetto di Virgilio Sieni per la città di Torino “Altissima Povertà”