Balletto
in quattro atti, un prologo e un epilogo | Libretto | N.
Volkov (dal poema di A. Puskin) | Coreografia
| Rostislav Zakharov | Prima
rapppresentazione | Leningrado, Gatob (Gosudarstvenny
Akademischesky Teatr Opery i Baleta, nome del teatro Marinsky di Pietroburgo-Pietrogrado
da dopo la Rivoluzione del 1917, dal 1935 conosciuto come Kirov), 28 settembre
1934 | Interpreti | Galina
Ulanova, Tatiana Vetcheslova, Mikhail Dudko | Scenografia | Valentine
Khodasevich | Tit. orig. russo | Bakchcisarajsky
Fontan | Tit.inglese | Fountain
of Bakchisaray | Al castello del principe
polacco Adam Pototski si dà un ballo. Sulla terrazza ci sono Maria e Vaslav,
figlio del principe, che durante la festa ha annunciato il fidanzamento dei due
giovani. Nel frattempo i tartari, protetti dal buio della notte, si introducono
nel castello e durante la battaglia Vaslav cade ucciso dal pugnale del Khan Girei
che rimane però colpito dalla bellezza di Maria. Il
khan porta la giovane Maria nel suo harem e la elegge sua prediletta, ma
l'ex favorita Zarema tenta in tutti i modi di riconquistare il suo amore; Girei
la scaccia senza pietà. Nella camera di Maria, rimasta sola con la propria
arpa, ricordo della sua casa, entra Girei. La giovane ha paura dell' uomo che
vorrebbe offrirle il suo amore. Egli non insiste e si ritira. Aiutata da una vecchia
schiava, Maria si prepara per la notte quando entra Zarema che parla a Maria del
suo amore per Girei e della sua sofferenza. La schiava di Maria annuncia l'arrivo
del padrone. Quando Girei appare nella stanza, Zarema colpisce alla schiena con
un pugnale Maria che cade al suolo. Nel giardino del palazzo
il Khan, tristemente, osserva i suoi fedeli che hanno portato ragazze simili a
Maria per tentare di far dimenticare al padrone la perdita del suo amore. I guerrieri
portano Zarema sul luogo dell'esecuzione e dopo aver fatto giustizia intonano,
come di consueto, canti e danze, ma Girei non partecipa e rimane solo con i suoi
pensieri a pianger un amore sublime perduto per sempre. Per questo egli fa edificare,
a ricordo dell' amata, una "fontana delle lacrime, fontana dell'amore"
dalla quale sgorgherà in eterno amaro pianto. Di fronte alla fontana il
khan vede apparire l'immagine danzante di Maria, la prima donna che lo ha fatto
soffrire per amore. A differenza del precedente Le
fiamme di Parigi, questo balletto si distingue, a distanza di soli due anni,
per l'intervento drammaturgico-psicologico-lirico, inserito in un racconto a tinte
forti, tipico nella tradizione della letteratura russa del balletto. La fontana
si colloca perciò alle sogllie di quel nuovo balletto sovietico che molti
anni dopo, pur tra enfasi e retorica, troverà il suo capolavoro in Spartacus. La
fontana di Bakhcisarai è stato rappresentato raramente in Occidente.
Si ricorda l'unica apparizione in Italia, all'Arena di Verona, nel corso della
sua 45a Stagione lirica, (prima rappresentazione 9 agosto 1967) nell'esecuzione
del Teatro dell'Opera di Kiev (interpreti principali: Gavrilenko, Kalinovskaya,
Kliavine, coreografia e regia di Vakhatang Vronsky, scene di Attilio Colonnello).
Il balletto è però ancora nel repertorio di molte compagnie dell'ex-
Unione sovietica e dell'Europa orientale. La prima produzione in Europa occidentale
è stata realizzata da Vaslav Orlikowsky a Basilea nel 1965. Può
essere curioso apprendere che una precedente versione della Fontana (con
altro titolo, Una vittima della gelosia) è stata messa in scena
dal padre di Vaslav Nijinski a Kiev nel 1892. Galina Ulanova
- al dire di molti critici - è stata una stupenda Maria. Nel personaggio
di Zarema si ricordano Sulamita Messerer, la Cercasova, Raissa Struchkova (con
il marito Alexandre Lapauri, forte personalità di danzatore, che nella
patre del Khan dominò per lungo tempo, specie nei duetti con la moglie,
prima di essere prematuramente stroncato da un incidente d'auto nel 1975) e la
straordinaria Maja Plisetskaja che danzò la parte la prima volta al Bolshoi
di Mosca il 9 marzo 1948 e in un film del 1954: Capolavori del balletto russo
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