Balletto in cinque
quadri | Libretto
e coreografia | Roland Petit (tratto
dal racconto di Prosper Mérimée) | Musica | Georges
Bizet | Prima
rappresentazione | Londra,
Prince's Theatre, Ballets de Paris, 21 febbraio 1949 | Interpreti
| Renée Jeanmaire,
Roland Petit, Gordon Hamilton, Serge Perrault | Scenografia
e costumi | Antoni
Clavé | Il balletto si ispira
sia al racconto di Mérimée (1845) che all'opera lirica di Bizet
(1875). La storia è nota, ma è mirabile come Roland Petit sia riuscito
a condersarla in cinque quadri, essenziali, con un taglio scenico che rivela l'abilità
drammaturgica del coreografo in un'opera che ancora oggi rimane fra le più
raffinate che siano uscite dalla sua immaginazione e dalla sua sensibilità.
In un momento in cui Petit, giovanissimo, usciva dall'esperienza della guerra
e liberava il suo istinto di autentico coreautore, in una creatività generosa
di immagini, Carmen fu il primo grande evento di un coreografo che, in
oltre quarant'anni di successi, accumulerà una serie di capolavori assoluti.
Il punto di partenza di questa stupefacente, inesauribile prolificità è
appunto Carmen con il dramma della seduzione, il fascino della sfida tra
i due amanti, l'incanto della passione. Nel 1960, Petit riproduceva Carmen
per il Balletto Reale Danese ma già dall'anno stesso della creazione
si avevano svariate nuove interpretazioni: da Moira Shearer a Colette Marchand
per arrivare a Natalia Makarova, Dominique Khalfouni, Elisabetta Terabust e tante
altre famose ballerine. Nel 1960 con il titolo Un,
deux, trois, quatre ou Les collants noirs (Black Tights) appariva un film
di Terence Young che includeva anche Carmen nell'interpretazione della
Jeanmaire, diventata nel frattempo Zizì. E Carmen è ancora
oggi nel repertorio della compagnia dei Balletti di Marsiglia cavallo di battaglia
delle nuove ballerine uscite dal vivaio marsigliese. Sullo stesso soggetto esistono
nella storia del balletto teatrale altre versioni, tutte tratte dall'immortale
racconto di Mérimée. Già nel 1845 Marius Petipa realizzò
una Carmen et son toréro, rappresentata a Madrid. Kassian
Goleizowsky persentò nel 1931 la sua Carmen e altrettanto fece
Ruth Page a Chicago nel 1939 con un titolo molto curioso che spostava l'accento
del racconto dal drammatico verso qualcosa di più frivolo: Guns and
Castanets (fucili e nacchere).Con il tempo arrivava poi la Carmen suite
di Alberto Alonso per Alicia Alonso sulla musica di un Bizet arrangiato da
Rodion Scedrin (Mosca, 1967). Anche Maja Plitsetskaja interpretò, straordinariamente,
il personaggio dell'eroina in questa versione (se ne ricordano fra l'altro trionfali
esecuzioni scaligere nel 1975). Il balletto di Alonso
fu riprodotto a Cuba per il Ballet Nacional e per numerose compagnie fra le quali
anche quella del Teatro dell'Opera di Roma. E le Carmen ballettistiche
continuarono a pullulare; il soggetto si presta ad una trattazione coreografica
e si possono affondare le mani anche nel folclore più esplicito. John Cranko,
nel 1971 a Stoccarda, ha creato una sua Carmen sulla musica di W. Fortner
e W. Steinbrenner, sempre da Bizet. Lo stesso ha fatto recentemente Oleg Danowski
con la compagnia del Teatro Nuovo di Torino per l'interpretazione di Luciana Savignano
(in programma anche al Festival di Vignale Danza 1990 e 1991). Ma la grande Carmen
del balletto rimane quella di Roland Petit, perfetta nella sua stilizzazione,
nella sua procace eleganza: è Zizì Jeanmaire. |