| Libretto | A.J.J.
Deshayes | Coreografia | Fanny
Cerrito, Jules Perrot | Musica | Giovanni
Costa | Prima rappresentazione | Londra,
Her Majesty's Theatre, 23 giugno 1842 | Interpreti | Jules
Perrot (Belfagor), Fanny Cerrito (Alma), M. Desplaces (Emazor) | Scenografia | W.
Griève | Fu uno dei più grandi
successi di Fanny Cerrito (1817-1909), in particolare per il famoso, a quel tempo,
Pas des fascination. Alma, secondo la leggenda,
è una fanciulla di marmo, orifinata dalla roccia di Belfagor, ed è
destinata a far innamorare di sé gli esseri umani. Ma, qualora lei a sua
volta se ne innamorasse, tornerebbe a essere pietra. Molti
giovani la corteggiano e la tentano. Alma concede al giovane Emazor di farle la
corte ma gli chiede di non pretendere che il suo amore venga ricambiato. Belfagor
(il genio del male) supplica Alma di allontanarsi. Per liberarsi dei corteggiatori,
Alma dà appuntamento a ognuno di essi alla stessa ora nello stesso luogo.
Quando gli spasimanti si incontrano e stanno ormai per brandire le spade, quando
Elmazor annuncia di aver sorpreso Alma con il suo amante. I pretendenti, feriti
nell'orgoglio, si avviano alla sua ricerca, ma vengono arrestati da altissime
fiamme. Solo Elmazor riesce a superare la barriera di fuoco, mentre Alma, presa
prigioniera viene condotta in Spagna e offerta come premio a un torneo. Elmazor
e Lara si sfidano a duello. Vince il primo che, messosi alla testa dei suoi uomini,
attacca gli Spagnoli e li sconfigge. (Si è nel frattempo scoperto che Elmazor
è un principe marocchino esiliato da Granada). Ottenuto il trono e proclamato
re, Elmazor offre la corona di regina ad Alma. Belfagor vorrebbe salvare la futura
regina dal suo destino di pietra, ma, tra la vita e l'amore, la ragazza sceglie
il secondo. La ragazza torna di pietra e a Elmazor non resta che spezzare la corona. Completamente
scomparso dal repertorio del Novecento, questo balletto è da ricordare
per un'edizione allestita al Teatro Regio di Torino e andata in scena il 3 gennaio
1846 con la coreografia di Luigi Astolfi. Protagonisti erano la celebrata creatrice
del ruolo, Fanny Cerrito, e Arthur Saint-Léon. Il libretto era totalmente
rimaneggiato e i nomi dei personaggi cambiati. Inoltre era stata inserita la figura
del Genio del Destino (il mimo Giovanni Battista Lasina) che scriveva sopra un
sasso: «Alma scorra la terra, inspiri amore; ma torni un sasso se altrui
dona il core». |